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La professione della signora Warren

di George Bernard Shaw, con Patrizia Milani e Carlo Simoni. Regia di Marco Bernardi.

“La professione della signora Warren” (1893) fu inclusa da Shaw fra le sue “commedie sgradevoli”, cioè provocatorie, tanto che fino al 1924 (due anni prima del Premio Nobel) non poté essere rappresentata, malgrado il suo intento meritorio di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della prostituzione causata dalla povertà Una commedia polemica, dunque, e venata di umorismo secondo la miglior tradizione di Shaw.

Vivie, ragazza spregiudicata ma onesta, scopre che la madre deve la sua ricchezza al mestiere di maîtresse e ne rimane sconvolta. La madre si giustifica: responsabile di certi mali non è lei, ma una società che vive di compromessi e ipocrisie. Vivie concorda; ma neppure la madre, che sfrutta questo stato di cose, è innocente nel suo conformismo. E la ragazza se ne va di casa, rifiutando un matrimonio convenzionale e guadagnandosi da vivere col proprio lavoro.

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