La villa del sen. Tarolli
Ho letto con interesse e curiosità la ricostruzione dell’acquisto e delle relative autorizzazioni della cosiddetta “villa del senatore Tarolli”.
La creatività giornalistica può essere considerata una risorsa, e chi la possiede può ritenersi fortunato. E fortunata può considerarsi la testata che ha la possibilità di potersene avvalere. Anche la capacita di fare inchiesta, che aiuta enormemente a informare, è una dote pregevole ma, ahimè, non appartiene a tutti coloro che praticano la professione giornalistica. Meno lodevole è colui che insinua senza provare, o che pretende di ricostruire senza documentarsi come si deve.
Le posso assicurare, direttore, che il progetto definitivo non è “esattamente uguale” a quello presentato a suo tempo alla Tutela Comprensionale. E nella disparità di valutazione fra Comune di Trento e Tutela Comprensionale, perché non si vuole considerare che era il sen. Tarolli ad essere la vittima di due visioni diverse? E in questo caso il ricorso alla Giunta Provinciale non era tanto una scorciatoia ma la strada maestra e doverosa, per dirimere due pronunce di due enti diversi: il Comune di Trento da una parte e il Comprensorio C5 dall’altra.
È singolare che nella ricerca della trasparenza e della normalità, il suo giornale non consideri che il sen.Tarolli possa essere un cittadino come gli altri. Che ha titolo - come gli altri - di acquistare per costruire una casa. Che ha titolo - come gli altri - di ricorrere al livello superiore quando due istituzioni a livello inferiore abbiamo visioni e pareri fra loro discordanti. Che ha titolo - come gli altri - né di essere più uguale di altri, ma né di essere meno uguale di altri, solo perché la Tutela Comprensoriale ha espresso motivazioni confliggenti con quelle sostenute legittimamente dal Comune di Trento. E nemmeno le sfiora il dubbio che il parere tecnico della prima possa essere criticato e impugnato.
Come vede, egregio direttore, la questione è meno politica di come la vuole trattare il suo giornale.
Sen. Ivo Tarolli
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Il sen. Tarolli cerca di confondere le acque: fa capire di avere avuto, sulla Tutela Paesaggio, un verdetto positivo da parte del Comune e uno negativo da parte del Comprensorio, il che rendeva logico appellarsi a un’istanza terza, la Giunta Provinciale, cioè Dellai. In realtà il Comune non ha espresso alcuna “visione” “motivazione” “parere tecnico” favorevole al progetto del senatore; invece, richiesto di un (insolito e irrituale) parere preventivo, ha espresso (citiamo dal documento comunale) “parere favorevole subordinato... all’autorizzazione rilasciata dalla Commissione Comprensoriale Tutela Paesaggio”. Ricapitolando, il Comune ha detto: sta alla Tutela Paesaggio comprensoriale decidere. Questa bocciava Tarolli. Che si rivolgeva allora alla Tutela Provinciale, che bocciava anch’essa il senatore. Che a questo punto estraeva l’asso dalla manica, rivolgendosi, in concomitanza (marzo 2008) con le trattative per le alleanze elettorali, a Dellai, che non aveva problemi a sconfessare i propri tecnici e promuovere il senatore, novello alleato.
Insomma, caro Tarolli, nessun conflitto tra Comune e Comprensorio. Ma tra gli organi tecnici e i politici che, mai come in questo caso, si sono fatti gli affari loro.
E. P.