Il terremoto ed il giorno dopo
La fine annunciata di una secolare maggioranza assoluta. Il Capitano van Staa è arrivato al capolinea.
Domenica scorsa, almeno un elettore su tre non ha più votato per la lista che aveva votato nelle provinciali del 2003. Il risultato non è una svolta, è un terremoto, in parte annunciato da forti tensioni tettoniche, ma sorprendente per le vittime. In poche parole, l’intera classe politica della provincia ha ricevuto una solenne batosta. Vediamo i punti salienti del risultato provvisorio (mancano ancora gli elettori fuorisede, i cui voti non saranno conosciuti prima del 16 giugno).
Non sono andati alle urne quasi 200.000 dei 520.587 aventi diritto, il 37,87%. Sebbene si trattasse di confermare o mandare a casa un Capitano del partito popolare, al potere con maggioranze assolute sin dal 1945, la partecipazione è aumentata di un magro 1,79%.
I popolari hanno perso per strada il 9,46%, scendendo al 40,44%. A Innsbruck sono scesi al minimo storico del 28,2%.
I socialdemocratici, parte della coalizione governativa, vengono quasi dimezzati, perdendo 10,4 punti percentuali ed arrivando al 15,65%.
Hanno perso, in modo disastroso, anche i verdi, che erano ormai diventati parte della "classe politica" anch’essi; dopo tutto, sono al governo nella provincia di Oberösterreich, e nei capoluoghi di Graz e Bregenz; puntavano al 20% e volevano far parte del prossimo governo provinciale. Invece, hanno perso 11.400 voti, arrivando al 10,4 %. Anche nella loro roccaforte di Innsbruck hanno perso parecchio, rimanendo però ad un livello relativamente alto (20%), e molto probabilmente si confermeranno il secondo partito cittadino.
Disastro totale, invece in altri centri della provincia e soprattutto nell’area metropolitana di Innsbruck, con perdite che toccano il 50% dei voti del 2003. Sul perché, ancora si discute.
I Freiheitlichen, quasi annichilati nel 2003, sono tornati alla grande, guadagnando 8 punti e arrivando al 12,66%.
Grande vincitrice, infine la lista civica "Fritz" dell’ex-presidente popolare della Camera del Lavoro Fritz Dinkhauser. Partendo da zero, è arrivata al 18,29%, 20% a Innsbruck. In alcuni distretti del capoluogo ed in alcuni paesi, "Fritz" ora è il partito di maggioranza relativa.
Dei 36 seggi del Consiglio, dunque, 16 saranno occupati dai popolari, 5 dai socialdemocratici, 7 dalla lista Dinkhauser; ai verdi ne vanno 4, come ai Freiheitlichen.
Secondo le prime analisi, non c’è stato grande passaggio di voti fra i partiti "storici" e nemmeno da questi a "Fritz". I loro ex-elettori sono rimasti a casa. Quanto ai verdi, 9.000 dei loro ex elettori – quasi uno su cinque - non hanno votato, mentre altri 9.000 sarebbero passati all’amico Fritz. La maggioranza degli elettori di "Fritz", sembra comunque che provenga dal campo degli astenuti del 2003. Verdi a parte, da nessuno dei partiti "storici" sembra ci sia stata una fuga verso Dinkhauser, nemmeno dai popolari.
"Fritz" è il nuovo partito dell’uomo qualunque, il partito di raccolta di chi si sentiva escluso o semplicemente annoiato dal governo. Un programma inesistente, una concezione "anti-politica" della politica, un curioso amalgama di plebiscitarismo, espertocrazia, e leaderismo alla Berlusconi. Fatto sta che la maggioranza di quelli che volevano una svolta ha creduto in "Fritz", non fidandosi dei verdi che avevano tentato di presentarsi come gli unici oppositori del Capitano, non capendo che il tribuno Fritz li stava sorpassando: non si capisce ancora se a destra o a sinistra, ma pazienza.
Già domenica pomeriggio, la vice di van Staa, Elisabeth Zanon, ha chiesto la testa del Capitano, dicendosi pronta a dirigere il partito e il governo. Lunedi, la sua corrente, quella (relativamente) di sinistra degli "Arbeitnehmer" l’ha messa a tacere. Poi il ministro Platter, in esilio a Vienna dopo essere stato battuto da van Staa, ha voluto capeggiare la rivolta, insieme agli imprenditori, mentre i potenti agricoltori sostenevano il Capitano. Martedi, infine, la ribellione è finita, causa il tentennamento degli imprenditori e quindi Van Staa-anitra zoppa resterà Capitano fino al Congresso del 2009.
Numeri alla mano, un governo senza popolari pare impossibile. Un inverosimile governo arcobaleno senza popolari, aritmeticamente possibile, e sussurrato da Dinkhauser, i verdi lo hanno silurato in partenza, perché non potevano proprio sedere sul banco del governo assieme agli odiati Freiheitlichen. Un minimo di decenza e pudore era da salvaguardare.
Mentre scriviamo, sono in corso i primi incontri fra i popolari e gli altri. Van Staa e Gschwentner, capo dei socialdemocratici, sarebbero pronti a continuare con la coalizione dei perdenti. Essendo questa più o meno impresentabile – e non voluta da quasi tutti i possibili eredi del Capitano - la partita pare si giochi fra Freiheitlichen e verdi, cioè fra sostenitori del centro-destra e del centro-sinistra. Anche dopo il terremoto, la vecchia balena bianca decide sul futuro della Provincia. Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente, come si disse una volta.