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QT n. 10, 17 maggio 2008 Servizi

Parola di menestrello…

Intervista immaginaria a un Bob Dylan improbabile.

Ulli Sandner

L’intervistatore, emozionato: Buongiorno signor Bobdilan, grazie per aver accettato questa intervista.

"Prego. La accetto come una proposta di verità".

Sì, bene. Il 15 giugno suonerà in terra trentina. Come si sente al pensiero di una tale opportunità? Freme?

"Uhmm… La mia stanchezza mi sorprende e indipendentemente da questo la schiena mi duole".

Infatti è difficile non notare che da qualche anno a questa parte il suo apporto chitarristico alle canzoni nei concerti si limita alle due o tre iniziali, preferendo poi alla sei corde il suono assai meno mercuriale della tastiera. Si vocifera che questo dipenda dalla sua difficoltà a sorreggere il peso dello strumento per lungo tempo.

"E’ esatto, la schiena mi fa male a causa degli anni passati ad indossare stivali dai tacchi troppo alti. Se la sua prossima domanda, poi, riguardasse il fatto che sono dieci anni che suono le stesse canzoni ai miei concerti, la anticipo rispondendo nello stesso modo di cui sopra".

Dipende anche quello dalla schiena?

"No, dagli stivali".

Se non le spiace vorrei soffermarmi ancora sul perché durante le sue esibizioni si ostini a suonare in modo per lo meno discutibile quella tastiera, invece di lasciare che sia un bravo tastierista a farlo.

"Semplicemente perché penso che la sola risposta sia evidente al manifestarsi luminoso di un buio conclusivo".

Non capisco…

"Per questo la reputo un’ottima risposta".

Cerca di eludere la domanda evitando una risposta?

"Cerco una risposta che ti faccia pentire di avermi fatto una domanda come questa".

Non mi sento a mio agio a condurre un’intervista così...

"Chiederò alla direzione di cambiare i divani".

Cambiamo argomento. Il suo ultimo disco, "Modern Times", si apre con un allegro motivetto intitolato "Thunder on the mountain", tuono sulla montagna. È vero che mentre la componeva pensava a un temporale estivo sul monte Bondone?

"Sì, nello stesso modo in cui, quando nel ’75 scrissi "Idiot wind", pensavo alla corrente d’aria che ti soffia tra le orecchie".

L’intervistatore tossisce imbarazzato. Poi, ostentando sicurezza, continua: L’opinione pubblica trentina ha reagito con un moto di sdegno alla notizia del suo cachet da capogiro, sostenendo che investire tanti soldi in una promozione culturale è inutile se non addirittura dannoso per la florida ma pur sempre fragile economia provinciale. Alcuni propongono di impegnare i soldi in una promozione colturale della mela Golden.

"E’ un’ottima idea".

Ma come, non è amareggiato che decine di lettere di cittadini ai quotidiani locali lamentassero con aspri commenti locali la sproporzione del compenso, additandola come un vecchietto avido e un po’ rincitrullito?

"No, anzi! Con la metà dell’incasso finanzierò di tasca mia l’innesto di piante da mela nel prato dietro il palazzo delle Albere, di lunghi filari di viti in piazza Fiera e di ulivi in piazza Duomo, così che non si possa più organizzare questo genere di cose rumorose che tanto turbano la quiete tridentina. Mi dicono, tra l’altro, che qui a Trento siete già a buon punto con il programma di chiusura totale e definitiva di tutti gli spazi di pericolosa aggregazione sociale quali bar e locali pubblici dove si possa suonare o fare qualche altro strano genere di arte".

Mah, non direi… pensi che io posso addirittura ascoltare la radio in macchina con il finestrino abbassato! E’ una bella libertà! Percepisco nelle sue parole una sottile linea polemica...

"Ma si figuri! Ho smesso di far polemica dopo essermi comprato la terza villa a Malibù!"

Eh eh,, la capisco!

"Eh eh, direi di no".

L’intervistatore, cercando di pensare ad una spiaggia con le palme passa alla domanda successiva: Il mondo intero ha salutato con gioia la sua recente vittoria al premio Pulitzer, un riconoscimento che si spera preannunci un prossimo Nobel in letteratura. Si sente onorato? Come ha reagito? E’ spaventato? Avverte una nuova responsabilità? Si sente ambasciatore di uno spirito artistico condiviso dall’intera natura umana?

"Ho una sete terribile. C’è dell’acqua? (Beve) Aaahhh… Diceva, scusi?"

Nulla… Come domanda conclusiva vorrei che desse un consiglio ai nostri lettori.

"Riguardo a cosa?"

A quello che vuole, tanto è lo stesso.

"Bene, vedo che cominciamo a capirci. Consiglierei allora ai lettori di mantenersi innocenti".

Perché?

"Non posso rispondere altrimenti diventerei colpevole".

L’intervistatore, trattenendo a stento le lacrime: Grazie.

Dylan, accendendosi una sigaretta: "Prego"