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QT n. 22, 22 dicembre 2007 Servizi

Il fascino delle donne dell’Est

Trentini gentili e coccoloni, straniere energiche e servizievoli: così nasce l’idillio. La (per loro) nuova reciprocità dei sentimenti nelle "coppie miste" secondo alcune donne dell'Est europeo.

Ha suscitato curiosità ed interesse il servizio "Quei matrimoni misti..." sull’ultimo numero di QT. Nell’inchiesta abbiamo indagato su luci ed ombre delle unioni meticce ponendo sotto i riflettori il mondo maschile, attratto dal fascino dell’anima gemella straniera. Riteniamo opportuno approfondire il discorso dando voce all’altra metà del cielo, ovvero a quelle straniere, percepite dai più come spavalde rubacuori, che accalappiano i maschi con rapporti conditi da interesse e poca passione.

I numeri ci dicono che i trentini, tra le straniere, prediligono le donne provenienti dai Paesi europei dell’Est. Abbiamo quindi incontrato alcune di queste immigrate nella nostra provincia.

Elena e Maria sono frizzanti quarantenni, con figli ormai adolescenti, ed hanno accettato di parlare, senza veli, dei loro moti del cuore. Sono entusiaste all’idea di poter dire la loro, sanno delle etichette che i trentini gli cuciono addosso. Stufe di essere guardate con un occhio un po’ sinistro, provvedono subito a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. La prima a mettere i puntini sulle "i" è Elena, un’ucraina dal fisico prorompente e robusto. Parla con una gestualità vivace ed i suoi occhi chiari sprizzano energia. Infatti è una donna instancabile, che ha poco tempo per pensare, perché sgobba tutto il giorno a ritmo serrato da un lavoro all’altro: colf, badante e barista. Il tutto per raggranellare un bel gruzzolo da spedire in patria ai due figli e al marito, che ha un problema fisico oltre a quello della bottiglia.

Va su tutte le furie, Elena, quando sente bollare la coppia mista come un’unione "di comodo":"Io non nego che qualche russa ventenne sposi il nonno per diventare cittadina italiana. Ma questa è una grossa generalizzazione" -sbotta con tono deciso, infervorandosi e storcendo un po’ il naso - "Ma voi lo sapete che differenza passa fra un uomo russo e uno di qua? Da noi l’uomo è un dittatore, il regime è patriarcale e comandano tutto loro. Non apprezzano nulla di quello che fai, anche se lavori tutto il giorno e sei tu che mantieni la famiglia. La maggioranza dei maschi passa il tempo a bere vodka e grappa e non si fanno alcun problema a batterti. Anzi, lo dico chiaramente: spesso si comportano come dei veri animali. Per non parlare del fatto che se cerchi coccole ti rispondono in malo modo. Noi non siamo donne rudi, ma sensibili, ed è chiaro che con questa situazione apprezziamo molto l’uomo trentino morbido e gentile. Sottolineo però una cosa: noi arriviamo qua per cercare lavoro, e sono gli uomini trentini a farsi avanti per primi. Spiego il perché con il mio esempio concreto.

Io ora convivo con il mio ex padrone. Anni fa lavoravo a casa sua come badante: accudivo sua madre. Lui osservava i miei comportamenti, vedeva che sapevo fare tantissime cose, anche lavori prettamente maschili, come aggiustare tubi che perdono. Ma soprattutto rimase colpito dai miei modi servili, perché nel mio paese le donne trattano gli uomini come i principi. Diciamo che lui ha apprezzato molto quest’aspetto che nelle donne trentine non trovava, mentre io i suoi modi garbati, il fatto che non alza mai le mani, cosa che invece era del tutto normale per mio marito che vive in Ucraina".

Balza nella discussione Maria, viso da ragazza acqua e sapone, ma dal carattere deciso e modi spigliati. Separata dal marito, viene dalla Moldavia e lavora come colf da sette anni senza sosta. Spesso la sera versa fiumi di lacrime per la stanchezza. Ha tanta paura di incappare in un crollo nervoso. Ogni giorno si fa coraggio, perché non può gettare la spugna, deve mantenere suo figlio, che vive con lei.

E’ minuta, Maria, ma incalza con una voce vibrante: "L’uomo trentino è attratto da noi perché siamo donne tradizionali, più attaccate alla famiglia. Stiamo bene in casa e non usciamo tanto per divertirci. Inoltre abbiamo un carattere molto forte per le nostre esperienze di vita e possiamo rappresentare un appoggio. Certo, ci può essere qualche unione dettata dall’interesse, ma nella maggior parte dei casi il legame si crea per solidarietà. Ad esempio, quando io sono arrivata qua ero sola. I miei giorni erano tristi e stavo male emotivamente. E’ stato naturale per me cercare subito un supporto morale e ho trovato il mio compagno. Non l’ho accalappiato per i soldi, perché era messo peggio di me con i quattrini. Francamente la vita con lui non è affatto un idillio, ma il suo aiuto ed i rapporti con la sua famiglia mi fanno sentire protetta, mi fanno superare i momenti bui, anche se non so se un giorno lo sposerò".

Elena e Maria hanno imparato fin da piccole ad essere forti. Ci vuole una bella scorza dura per sopravvivere in una realtà piena di buchi affettivi e difficoltà a sbarcare il lunario. Incupisce i lineamenti del viso, Elena, quando parla del suo passato: " Sapete cosa significa per due famiglie vivere in un appartamento di 17 metri quadri, con un solo water e l’acqua corrente che funziona due ore al giorno?".

In quegli spazi domestici angusti lei non si sentiva mai donna, ma soltanto una serva. "Volete sapere cosa mi ha spiazzato dell’uomo trentino? Il fatto che rispetta i miei tempi, anche sessuali. L’uomo russo il sesso lo pretende, magari anche contro la tua volontà. Altrimenti si arrabbia e ne paghi le conseguenze. Di queste esperienze ne potrei raccontare a bizzeffe, perché conosco molte donne che le hanno vissute. Qui i maschi non sono così forti e focosi dal punto di vista sessuale. Sono un po’ timidi e si dedicano molto di più alle coccole e al corteggiamento. Nello stesso tempo, però, apprezzano il fatto che noi abbiamo una certa libertà nelle pratiche del piacere. Il fatto che siamo brave a letto può essere un altro motivo per cui sono attratti da noi, perchè cerchiamo di andare incontro a questi bisogni, per tranquillizzare sempre l’uomo".

Rabbrividiscono, Elena e Maria, all’idea di fare marcia indietro nella loro vita. Anzi, vogliono scacciare d’un colpo questo pensiero cupo dalla loro testa. Qui hanno trovato ciò che là mancava: quel pizzico di reciprocità nei sentimenti.

"E’ una cosa pazzesca - soggiunge entusiasta Maria - l’aiuto che ti danno gli uomini trentini, anche in casa, rispetto ai russi. E’ un aspetto che noi apprezziamo, ma i nostri uomini in patria non ci accettano più così italianizzate".

Elena sorride e mentre sorseggia l’ultimo goccio di caffé dà libero sfogo alle sue emozioni. C’è una cosa che vorrebbe gridare, a chiare lettere, al mondo intero: "Il mio compagno mi ha aspettato tutta la vita. A 58 anni ha trovato finalmente la donna giusta, pur avendo convissuto con molte trentine. Quando parto per l’Ucraina piange e mi telefona ogni giorno, perché gli manco. Questo per me significa il Paradiso e ringrazio Dio per averlo trovato".