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Ma quale valutazione d’impatto ambientale!

Come far sparire una strada e vivere felici.

Il 7 dicembre, in pompa magna, il ministro, il Capitano e la sindaca hanno aperto la nuova uscita autostradale “Centro”. Su 10 km circa di autostrada, dalla periferia est alla periferia ovest di Innsbruck, ora abbiamo ben 5 caselli. Per la sicurezza stradale - roba da matti! - aveva sentenziato, in altri tempi, l‘allora ministro per i trasporti.

Ma quel casello il Capitano lo aveva voluto già quando era ancora sindaco. E la “pianificazione” – per modo di dire – delle nostre infrastrutture segue una ferrea logica: non importa se un progetto è insensato in termini di costi e benefici; basta che un Capitano lo voglia per il suo Land, purché quel Capitano sia gradito al ministro di turno o abbia qualcosa di dare in cambio.

In mezzo alla rotatoria che forma l’uscita, ci vorrebbe proprio una statua del Capitano alta 25 metri, come fanno a Pyongyang - mormora qualcuno.

A cosa serve un casello “Centro”? Ovviamente a dirigere il traffico automobilistico verso il centro. Quale è la politica dichiarata del Comune in materia di traffico? Favorire il trasporto pubblico e gli altri modi ecologici e ridurre il traffico automobilistico, specialmente nel centro. Abbiamo 40.000 lavoratori pendolari al giorno. Stiamo potenziando, a suon di milioni, la rotaia, costruendo una nuova tramvia per servire meglio i bisogni dei pendolari in modo ecologico. Dunque, costruiamo un ulteriore casello autostradale per facilitare il traffico automobilistico, tanto per spendere il doppio e dimezzare l’effetto sul “modal split” dei trasporti fra la città e il suo hinterland. Questa si chiama efficienza?

Dulcis in fundo, la nuova uscita avrebbe dovuto ridurre il traffico sull’anello “urbano”, visto che si arriva direttamente dall’autostrada in centro. Il condizionale è d’obbligo. Oggi come oggi, la rete secondaria è sovraccarica, perché la gente cerca di evitare gli ingorghi sull’anello. Riducendo il traffico “regionale” ovest-est, cioè dall’hinterland occidentale alle zone industriali sud-orientali della città, il quale traffico – si spera – uscirà dall’autostrada solo al cancello “Centro”, visto che quello “est” è troppo periferico, ci sarebbe più spazio libero sull’anello, e così il traffico si concentrerà di nuovo su quell’arteria principale, e la pace ritornerà sulla rete secondaria, nelle zone residenziali. Questo in teoria. In pratica, si sa, chi semina strade raccoglie traffico.

E poi, c’è un altro piccolo inconveniente. Come si va dal casello “Centro” verso il centro, dove ci sono gli uffici amministrativi, bancari ecc., e verso le zone industriali? Una volta c’erano due strade parallele e quindi l’ulteriore carico automobilistico avrebbe potuto dividersi a metà, con un effetto ambientale trascurabile, in termini sia di inquinamento acustico che aereo, secondo la Valutazione d’Impatto Ambientale. Solo che nel 2002, ben prima della procedura V.I.A., si decise che una di queste due strade, quella vicina al fiume Sill, avrebbe cessato di esistere, in seguito ad un concorso urbanistico per l’area dell’ex-stadio. Il nascente nuovo quartiere urbano avrà il suo spazio verde proprio al posto di quella strada. Tutto bene, dal punto di vista urbanistico.

Ma c’era una piccola svista. Nessuno sembra abbia avvertito di quella decisione il Dipartimento traffico. Per la V.I.A., dunque, esistevano due strade secondarie per raccogliere il traffico proveniente dal nuovo casello…

Ma il 21 novembre scorso, due settimane prima dell’apertura del casello, un allarmato Dipartimento traffico scrive all’assessore competente: “Minchia! Ci siamo accorti che la seconda strada secondaria non esiste più! Sull’altra strada verso il centro ci aspettiamo dunque 3.500 veicoli giornalieri, ossia il 40% in più!”

Caspita, bisogna riorganizzare tutto. Ad esempio, cambiando i tempi dei semafori agli incroci cruciali. Dando più tempo al traffico sud-nord, riducendo cioè i tempi riservati a quello ovest-est. Solo che questi incroci già ora funzionano male. Nuovi ingorghi, dunque.

Roba da matti. Ma la follia ha un suo metodo, ben logico. Prima della V.I.A., il Dipartimento traffico assolutamente non doveva sapere del drastico cambio sulla rete secondaria, sennò addio V.I.A., addio nulla-osta per la nuova uscita.

Ora, con il casello da aprire, bisogna adeguarsi in fretta e furia, distruggendo la qualità della villa nel quartiere di Pradl.

Pazienza, quel casello era da fare. Lo ha detto il Capitano. E non si muove foglia che il Capitano non voglia.