10 anni di Tageszeitung
Il compleanno di un giornale che testimonia l’esistenza di un Sudtirolo moderno.
I compleanni di solito sono feste insignificanti e in una provincia provinciale come la nostra dove ogni giorno se ne celebra almeno uno (l’ultimo ha visto le bande degli Schützen sparare davanti al Consiglio provinciale), non merita certo di sprecare spazio per segnalarli. Ma nel caso dei dieci anni di vita della Tageszeitung, precisamente "Die neue Südtiroler Tageszeitung", la questione è diversa. Non si può fare a meno di compiacersi della sopravvivenza, e del fiorire, di questo giornale: nato con parto difficile, rimasto subito senza soldi e senza padrini, (i partner di maggioranza, il settimanale Profil austriaco, lo lasciò subito senza investimenti e senza know-how), preso di mira in modo diretto ("gli diamo dai due ai sei mesi di vita" era il ritornello più frequente) o sleale dagli avversari politici e della concorrenza (cercò di impedire che venisse rispettata la legge che dà contributi ai giornali per le minoranze), stampato in tanti posti e a lungo su carta "del formaggio", fatto da giornalisti troppo giovani e mal pagati.
Ma i "genitori" della nuova nata (uso il femminile perché "Zeitung", giornale, in tedesco è femminile e nel linguaggio familiare si usa trasporre l’articolo) erano tuttavia forti: i proprietari di antica famiglia contadina divenuti veri editori ("Il proprietario deve creare le condizioni e non entrare nella fattura del giornale" dice ancor oggi Christoph Lentsch, che per anni andava di persona alle due di notte, a Vicenza o a Wörgl a ritirare il giornale e lo portava ai distributori e sostiene le perdite della pubblicità dovute agli articoli che non guardano in faccia a nessuno), la redazione giovane e entusiasta (con l’ingresso di diverse giovani donne), e naturalmente il direttore, la cui cultura social-liberale segna profondamente il giornale e la cui grazia nello scrivere costringe al riconoscimento anche gli avversari. Una componente dell’identità le viene anche dalle ultime pagine, con i pettegolezzi, i concorsi di miss e mister e le foto delle feste vip, il privato esposto sul bancone di un macellaio festaiolo.
I dieci anni vengono celebrati da un numero speciale, fatto di tante voci che mescolano riconoscimenti e auguri scontati e talvolta un po’ piaggioni o a bocca stretta dei politici (perché non si critica in pubblico nessun mass-media, per timore di vendette, come è tipico degli altri giornali locali), auguri dei concorrenti (di quello diretto, richiesto ma assente c’è, à la Tageszeitung, la foto e uno spazio vuoto; il direttore dell’Alto Adige un po’ sprezzante; quello del Corriere consapevole della difficoltà e dell’importanza di una stampa "alternativa" in una quasi monarchia politica o proprietaria), e poi tante voci di persone della società sudtirolese, che godono della lettura di un giornale che testimonia con curiosità e assenza di pregiudizi l’esistenza di un Sudtirolo più moderno, non arrogante e rancoroso, evasore fiscale e pronto a fare la morale, ma invece allegro e umanamente attento, godereccio e insieme schierato sempre con gli ultimi, non chiuso nell’alternatività cattiva, ma conquistato dal movimento di popolo sulle questioni sociali e ambientali, pronto alla critica verso i "potenti" e però capace di ascoltare anche la loro voce senza pregiudizi, "casa" per artisti e irregolari. La TZ è l’unico giornale che non cerca di mettere in soggezione i lettori e le lettrici, non li disprezza, ma al contrario li fa sentire a loro agio. Questo atteggiamento, questo insieme di qualità, fa sì che in questi anni il piccolo giornale, sempre a corto di soldi e quindi con una fogliazione e una redazione ridotte sia riuscito a "dare buchi" agli altri. E a conquistare nel panorama della stampa locale, di recente molto povero nei contenuti e di voci capaci di sorprendere e di dare informazione indipendente sulla realtà, un posto a sé, di nicchia, ma ormai irrinunciabile. L’augurio (a loro e a noi): che continuino a essere spregiudicati, a tenere le distanze con il potere (anche quando è amico), a divertirsi. E quando si sentiranno forti, a pensare al futuro in edizione bilingue (senza subappalti).
Qualche prima pagina:
13 genn 1999: Ciò che Bruno Kreisky sapeva veramente (nuovi documenti sul rapporto fra il Cancelliere austriaco e i terroristi sudtirolesi).
4 novembre 1999: Primo matrimonio gay in Sudtirolo (un contadino di Caldano stava per sposare un operaio di Bolzano).
4 febbraio 2000: Milionari in case popolari (diversi affittuari di case sociali con redditi da oltre 665 milioni).
3 gennaio 2001: Pericolo BSE (in Alto Adige si nutrono ancora le mucche con Lactopan e altri prodotti vietati in tutta Europa)
31 ottobre 2002: Il pianista (su Hans Widmann, il deputato espulso dalla Camera per avere votato per i colleghi Svp assenti).