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Perquisizioni in libertà

Stampa e magistratura: la "talpa", il segreto fasullo, la perquisizione fuori luogo.

Sono stati perquisiti i tre quotidiani locali, su ordine del PM Paolo Storari. Con sequestro di computer e server della posta elettronica. Il motivo? Scovare una presunta "talpa", che da palazzo di giustizia avrebbe fornito ai giornali dei verbali secretati (sulle intercettazioni telefoniche al capogruppo della Margherita in Consiglio provinciale Giorgio Casagranda).

Esprimiamo subito la nostra solidarietà alle tre testate e ai colleghi inquisiti. Questotrentino, nella sua ormai non breve storia, ha collezionato rapporti di collaborazione come di scontro con l’autorità giudiziaria, come è forse giusto che sia. Siamo stati anche inquisiti più volte; e una volta pure condannati, riteniamo ingiustamente e in ogni caso dietro sollecitazione scritta dell’allora vicesegretario del Psi Claudio Martelli, per aver pubblicato atti giudiziari (non coperti da segreto) sul defunto e non compianto on. Bettino Craxi.

Non ci stupisce quindi l’iniziativa di Storari. Anzi, individuare eventuali "talpe" dei suoi uffici è probabilmente un’azione meritoria. E discutere della proporzione mezzi-fini - un profondo ed esteso sequestro di ore a tre giornali per smascherare un dipendente disinvolto - è giusto, ma non dirimente: si entra nel campo delle valutazioni opinabili.

Quello che invece riteniamo inaccettabile è l’errore di valutazione iniziale: il materiale pubblicato in realtà non era secretato (e quindi i giornali passibili, tuttalpiù, di una modesta ammenda). Riteniamo che un magistrato non possa muoversi in un ambito delicato come quello della libertà di stampa senza una preventiva, accurata valutazione della realtà e consistenza dei fatti.

Paolo Storari è un magistrato tosto e preparato. Ma in questo caso, particolarmente delicato, si è comportato con non sufficiente ponderazione. Al punto da farci sorgere il sospetto di non comprenderne la delicatezza.

Il che sarebbe grave.