Servizi segreti: riformarli o abolirli?
La storia si ripete, i servizi segreti "degenerano". Ma dopo decenni di episodi loschi, inquietanti quando non sanguinosi, si tratta di degenerazione o di normalità?
Osama Mustafa Hasan, conosciuto da tutti come Abu Omar, ex imam di una moschea di Milano, il 17 febbraio 2003 fu rapito da un "commando" composto da alcuni agenti della CIA con la collaborazione di alcuni membri dei SISMI. Sospettato di essere un reclutatore di terroristi islamici, fu consegnato alla polizia egiziana. Tutto ciò è stato scoperto dalla Procura di Milano ed ora, in base a provvedimenti del Giudice per le indagini preliminari, si procede in contumacia contro gli agenti della CIA ed alcuni esponenti del SISMI sono in custodia cautelare. Indagato è anche un collaboratore del Giornale, Renato Farina, alias fonte Betulla, perché si sarebbe prestato a diffondere notizie non verificate sul rischio di attenti terroristici in Italia.
Come è ben noto CIA e SISMI sono sigle niente affatto misteriose. Designano quelli che comunemente vengono chiamati i Servizi Segreti, che operano nei vari stati. La CIA è degli Stati Uniti, il SISMI è della nostra amata Repubblica. Ma li ritroviamo in tutti gli stati. Dovrebbero svolgere compiti informativi, di sicurezza e di controspionaggio. Sono avvolti in un alone di mistero e sulle loro imprese sono fiorite una rigogliosa letteratura ed una dilagante produzione cinematografica. L’eroe di queste storie, bello, coraggioso ed intelligente, è l’agente 007, che con tecnologia raffinata e metodi sbrigativi riesce sempre a colpire il cattivo, a smascherare l’organizzazione eversiva, a preservare l’ordine costituito. Ma questa che leggiamo nei libri o vediamo nei film di spionaggio non è che una proiezione idealizzata di una realtà ben diversa. L’esperienza vera dei Servizi Segreti è al contrario disseminata di episodi loschi ed inquietanti. Il compito ad essi più congeniale è quello di fare il lavoro sporco della politica. Lo giustificano adducendo il fatto che aiutano a contrastare il terrorismo. Ma sono smentiti dai fatti. Non hanno impedito l’attacco alle Torri gemelle di New York l’11 settembre 2001, né gli attentati di Madrid e di Londra. L’unica operazione riuscita che si conosca, la liberazione di Luciana Sgrena ad opera di Nicola Calipari, è stata frustrata dal fuoco amico.
La storia dei nostri Servizi Segreti è poi macchiata dal sangue delle stragi. Non sorprende che oggi si siano serviti di un giornalista accomodante per seminare ingiustificate paure di attacchi terroristici in Italia. E’ questo un metodo abituale per i Servizi Segreti di influire sulla pubblica opinione al fine di orientare le scelte politiche. Clamorosa e cruenta fu la stagione delle stragi degli anni ’70 organizzate dalla destra sotto la direzione dei servizi segreti.
Quante volte abbiamo sentito annunciare la necessità di riformare l’ordinamento dei nostri Servizi Segreti! E numerose riforme sono state compiute dal tempo del Sifar e del mancato attentato del generale De Lorenzo. La verità è che l’unica efficace riforma che si dovrebbe adottare è quella di abolirli.
E’ inconcepibile che esista ancora, nel potere pubblico, una zona franca,legibus soluta, chiamata a fornire alla collettività servizi che possiamo definire segreti solo perché, quanto a benefici effetti, sono del tutto ignoti. Se ne conoscono solo le cosiddette degenerazioni che, a questo punto, dobbiamo ritenere che ne costituiscano la condizione ordinaria. Una condizione ordinaria di estrema pericolosità.