Dopo “Flags of our fathers”, Clint Eastwood racconta la battaglia di Iwo Jima dal punto di vista dei giapponesi. E pur all'interno di un buon film, ineccepibile, il regista non riesce a volare così alto e scavare nel profondo come aveva fatto con il punto di vista americano.
Militarista, grondante di retorica patriottarda e fascistoide, il film-fumetto su Leonida alle Termopili può essere letto come una chiara allegoria politica: pro interventismo americano. Se si passa sopra a tutto questo, e al compiacimento verso una violenza continuamente esibita, si può trovare una narrazione tesa ed incalzante, in un prodotto ben confezionato.