Fretta di fine legislatrura
Cementificatori al lavoro in modo da presentare, a una probabile nuova maggioranza, una situazione senza ritorno.
In questi grigi giorni invernali, la sindaca ha fretta. Le cerimonie di apertura si susseguono a ritmi sfrenati. In marzo o aprile, non si sa ancora, voteremo per il Consiglio e secondo i sondaggi, avremo un nuovo governo della città: le preferenze per la lista della sindaca Zach sono in caduta libera.
Il 2 dicembre, Hilde Zach ha inaugurato i lavori di costruzione della nuova funicolare alla Hungerburg (vedi La funicolare della discordia, QT n. 15 del 17 settembre), prima fase del rinnovamento del raccordo funiviario dal centro alla cima "Hafelekar", al nord della città. Il che vuol dire anche la fine della vecchia funicolare centenaria cara a tanti cittadini. Per amor di verità, bisognerebbe aggiungere che certo non tutti i 20.000 che hanno firmato per la vecchia funicolare l’hanno usata in passato. Inoltre, la concessione data alla società Strabag, dal punto di visto economico, è vantaggiosa per il Comune: in cambio di un sussidio per la costruzione, la città ottiene questo servizio pubblico per 30 anni, mentre i rischi – sia quelli dei costi della costruzione, sia quelli delle operazioni per lo stesso arco di tempo – sono a carico del partner privato; una public private partnership da manuale. E l’architetto del nuovo progetto è la grande Zaha Hadid.
Ma i cittadini continuano ad essere contrari sin dal dicembre del 2004, quando il Consiglio diede, a grande maggioranza, il via libera al progetto, dopo una misera settimana di tempo per studiare centinaia di pagine di contratto di concessione ed allegati iper-tecnici.
I socialdemocratici, un anno prima favorevoli al bando di concorso per la concessione, divennero sostenitori della vecchia funicolare, e un comitato civico avviò la raccolta di firme per un referendum cittadino. Referendum negato dalla sindaca, perché costituzionalmente impossibile (è vietato il referendum abrogativo per contratti già firmati da cui derivano diritti per privati). Bisogna però aggiungere che una mozione rosso-verde per tenere il referendum prima della firma era stata respinta dalla maggioranza popolare nella stessa seduta del consiglio che votò il progetto.
Poi, buio totale fino ad ottobre, quando, pressata da interrogazioni parlamentari e richieste di sedute straordinarie, specialmente dei verdi, il Consiglio fu informato sugli sviluppi del progetto.
La decisione del dicembre 2004 era basata esclusivamente sull’offerta economicamente più favorevole, ed i privati non erano tenuti a dare tutte le informazioni sul progetto dettagliato. Dopo 5 ore di discussioni sulle "comunicazioni della sindaca", ora si sa quanti alberi vanno abbattuti (e, per dire la verità, ri-piantati) lungo il fiume Inn, ma non si sa ancora quanto costerà il biglietto, né quanto dovrà sborsare il comune per "comprare" le operazioni anche nelle ore "non-turistiche", essenziali per chi abita nel quartiere Hungerburg.
In ottobre, la sindaca ha anche respinto, con sottigliezze formali, mozioni per un quesito referendario diverso, costituzionalmente ammissibile, e per negoziati sui costi di uno scioglimento del contratto sottoscritto per il nuovo progetto. Non si è neanche dovuto votare: la Zach, come da regolamento, ha semplicemente dichiarata inammissibile le mozioni: niente voti di urgenza su una materia già deliberata dal Consiglio, si delibera, con procedura normale, in gennaio.
Solo che negli ultimi giorni di novembre, conclusasi la pratica amministrativa per la licenza di costruzione, il ministero competente ha dato il via libera e 4 giorni dopo c’è stata l’inaugurazione dei lavori, e la notizia che la vecchia funicolare chiude fin da dicembre. Gli impiegati della funivia non lo sapevano e avevano continuato a vendere i biglietti stagionali agli sciatori. E’ vero che la funivia dalla Hungerburg alla cima continua a funzionare, ma per tanti clienti la chiusura della funicolare vuol dire essere costretti o ad andarci in macchina, o ad usare l’autobus.
E’ la strategia del fatto compiuto. Non si discute, né in Consiglio né con i cittadini. La maggioranza ha deciso: non disturbare il manovratore.
Pochi giorni dopo, c’è stata l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo raccordo autostradale "centro", cioè il casello che dirigerà il traffico direttamente nel centro città. E pazienza se, allo stesso tempo, spendiamo milioni (ben spesi, se è per questo) per potenziare il sistema tramviario e indurre i pendolari ad usare il mezzo pubblico. Intanto si comincia a cementificare, benché penda ancora un ricorso alla Corte costituzionale in tema di valutazione di impatto ambientale, e benché sia ancora aperta un’altra pratica, per un ricorso avanzato dal Landesumweltanwalt (il "difensore" dell’ambiente dell’amministrazione provinciale). L’assessora provinciale competente ha fatto sapere che ha "pregato" i funzionari di decidere in fretta sul ricorso. Intanto, avanti con le ruspe.
Forse, in primavera avremo un’altra maggioranza, portata al potere dalla rabbia popolare contro certi grandi progetti della sindaca. Una nuova maggioranza alla quale ora si vuole impedire la possibilità di riconsiderare questi progetti, iniziati in fretta e furia per passare il punto di non-ritorno.