Dall’inceneritore alla questione morale
L'insistere di Dellai su progetti impopolari inizia a creare un'opposizione sociale; che fa il centro-destra (inciucista)? Intanto i Ds riscoprono la questione morale...
Inceneritore, riforma Itea (La casa è ancora un diritto?): problemi che i nostri lettori conoscono, in quanto ampiamente trattati, e sui quali ci sono interessanti novità: nel senso della crescita di una opposizione ragionata. Sull’inceneritore il fenomeno è vistoso: agli sparuti attivisti di Nimby (Inceneritore: non ci rassegniamo), peraltro cresciuti di numero e credibilità, si sono via via aggiunti Coldiretti, le associazioni ambientaliste che ormai avevano dato la partita per persa, e infine le cantine vinicole e i Comuni a nord di Trento; con la potente Federazione Cooperative che non prende posizione, ma pure colloquia con Nimby e il nuovo consiglio comunale di Trento che registra una maggioranza trasversale di oppositori.
Contemporaneamente la riforma/privatizzazione dell’Itea: per quanto emendata dalle pressioni dei sindacati, terrorizza ancora (riteniamo a ragione) gli inquilini, che pensano si riduca a far pagare a loro le nuove case. Il che porta a irrigidimenti dei sindacati, e stimola il centro-destra, in particolare Lega e l’ala "oppositrice" di Forza Italia (il segretario Zampiccoli) a farsi carico di rappresentare politicamente questo disagio.
Abbiamo già descritto l’appannamento del carisma del presidente Dellai. Il suo insistere su provvedimenti poco comprensibili, quando non apertamente impopolari, sta creando un’inaspettata opposizione sociale. Trovarsi contro, oltre ai soliti ambientalisti, anche i contadini, gli inquilini Itea, i cittadini di Lavis e Rotaliana non è un bel risultato. Che da una parte implica una crisi di credibilità (alle assicurazioni del Presidente che l’inceneritore sarà innocuo, o che la riforma Itea sarà indolore non crede nessuno). Dall’altra fornisce al centro-destra il terreno su cui sviluppare un’opposizione sociale minimamente credibile, in alternativa alla linea inciucista, ossia di supporto sottobanco a Dellai, praticata in consiglio provinciale. E Dio solo sa quanto bisogno ci sia nella politica trentina di un’opposizione credibile, che funga da stimolo e non da comodo spauracchio, anche per la maggioranza.
E’ all’interno di questo quadro che registriamo anche dai Ds un robusto altolà alla Margherita: non uno sgarbo, un palo fra le ruote (com’è spesso accaduto, a evidenziare il disagio della sinistra, diffuso quanto impotente), ma una presa di posizione dura su un tema importante, la questione morale, da parte del segretario Remo Andreolli. Che ha posto un no nettissimo alla nomina a presidente del Bim del Chiese di Virgilio Nicolini, già assessore democristiano condannato per corruzione.
"Non è un discorso solo locale - ci dice Andreolli - C’è una complessiva aria di restaurazione, che tenta di cancellare una delle pagine più buie della nostra storia. Una situazione che, se non contrastata, può portare al ricrearsi di una corruzione diffusa."
In questa analisi è evidente il riferimento al verminaio degli appalti pubblici, che la magistratura sta scoprendo. "Quando si abbassa la guardia, quando non si creano gli anticorpi etici e politici, si crea l’humus per il degrado. E questo non vuol essere un monito a singole forze né una contrapposizione tra partiti, ma la riproposizione di un tema fondamentale, di cui peraltro non vogliamo avere l’esclusiva".
Se anche i Ds rompono le loro subalternità e riscoprono la questione morale, che avevano in pratica messo in soffitta, forse il clima sta cambiando;
In conclusione, ci pare che Dellai non sia più in grado di dominare il quadro politico. E che quindi la politica inizi ad essere più aderente alla realtà.