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Santità, si dimetta!

don Giorgio, don Paolo Farinella

Dei lettori ci hanno segnalato, tramite posta elettronica, i due interventi che riportiamo qui di seguito, e che, scritti da sacerdoti, si inseriscono nel dibattito su salute e dimissioni del papa, su cui QT è ripetutamente intervenuto.

Caro fratello Giovanni Paolo, da tempo avrei voluto scriverti. La tua malattia, la ricaduta ma soprattutto l’enfasi esagerata con cui i mass media, ben coadiuvati da zelanti cortigiani, si "preoccupano" di tranquillizzarci e rasserenarci sulla tua permanenza alla guida della Chiesa, mi spingono a esprimerti quello che, forse, una parte silenziosa vorrebbe dirti.

Domenica 20 febbraio hai ricordato le parole di Gesù: "Pasci le mie pecorelle..." ma non "...quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".

Molti si chiedono se qualcuno ti stia portando dove tu non vuoi! Personaggi che con parole adulatorie ti circondano di incenso perché tu non possa vedere la realtà di una Chiesa che sta andando alla deriva. Registi occulti che hanno trasformato la vita della Chiesa in un Reality show (vedi la stessa malattia e l’uscita dal policlinico) e che nulla hanno da invidiare a quelli del Grande Fratello. Nel tepore delle loro belle stanze vaticane non sentono certo il bisogno di un cambiamento.

Il culto della tua persona, che più o meno subdolamente ma scandalosamente si è alimentato in tutti questi anni, fa sì che una gran parte della Chiesa, al solo pensiero che tu possa venire a mancare, cada nel panico, dimenticandosi che il timoniere della navicella non è il papa ma lo Spirito di Dio! Non mi sembra bello che un papa, nascondendosi dietro le parole di Gesù, faccia intuire di essere indispensabile.

Sono parroco in un paesino della Sila, terra di pastorizia: quando un pastore non ha più le forze per seguire le sue pecore sotto il sole, la pioggia, il vento e la neve, passa il bastone ad un altro proprio perché ama le sue pecore e le vuole al sicuro.

Non è mia intenzione farti la predica né tanto meno ce l’ho con te che tanto hai fatto per la Chiesa: è lo sfogo di un povero prete stanco di sentire sempre gli stessi tromboni, giornalisti e non, vaticanisti e non, che ad ogni occasione ti osannano e che non vogliono usare un po’ di senso critico (ma ne sono capaci?). Personaggi a cui dubito interessi un’unghia il bene della Chiesa. Chiesa che al suo interno, dopo il Concilio Vaticano II, mai ha conosciuto così poca possibilità di dialogo e di confronto come sotto il tuo pontificato. Penso alle migliaia di preti costretti a vivere fuori dalla Chiesa!

"Alla fine della giornata devi dire: servo inutile sono": a chi, se non per primo al papa, vengono rivolte queste parole di Gesù, considerato che si è sempre fregiato del titolo di servus servorum Dei?

II linguaggio "clericale", tu lo sai, dietro parole come missione, sacrificio, abbandono, fiducia in Dio, volontà di Dio, può nascondere ben altro! Se la democrazia è un valore umano, allora e di più è un valore cristiano e la Chiesa deve ancora entrare in questa terra promessa.

Fratello Karol carissimo, mostra il tuo coraggio e la tua forza, lascia spazio allo Spirito di Dio e, per amore della Chiesa di Dio, dimettiti.

Affettuosi auguri per una pronta guarigione e un forte abbraccio

don Giorgio

* * *

Di fronte all’ignominia di figli degeneri che, come fece Cam con Noè, mostrano le nudità del padre per rallegrare le folla morbosamente curiosa, prego il Signore che abbia pietà di papa Wojtyla e se lo prenda con sé nella sua casa di pace e riposo, risparmiandogli il ludibrio dell esposizione pubblica come fosse un animale esotico di rara specie o un pappagallo che ha imparato a pronunciare alcune parole. E’ solo un papa, un vecchio papa malato e sofferente che ha diritto alla sua privacy e al suo decoro, attorniato da figli amorevoli come Set e Jafet che si prendono cura della sua dignità di padre (Gen 9,22-25).

E’ una sofferenza vedere la tortura a cui è sottoposto proprio da coloro che lo dovrebbero custodire e proteggere.

Prego il Signore del tempo e della storia che susciti lo Spirito Santo a suggerire pensieri di docilità e anche di rassegnazione, perché chi guida la Chiesa non è il papa, ma lo Spirito Santo, se è ancora attuale e vera la teologia che mi hanno insegnato ancora prima del Concilio Vaticano II, per cui accanirsi su Giovanni Paolo II a tutti i costi è la riprova che spesso i preti sanno essere senza cuore e senza dignità.

Parlano di persona, ma umiliano l’individuo, parlano di Dio, ma non riconoscono il fratello, parlano di Padre, ma perdono il figlio e poi vanno anche a dormire tranquilli e soddisfatti.

Ho promesso obbedienza e riverenza al papa e al suo ministero, non al suo segretario o a coloro che hanno fatto siepe attorno a lui per decidere al suo posto, volendo farci credere che sia sempre il papa a governare.

Forse materialmente mette firme, forse prende decisioni, forse dà ordini, ma quanto a governare la Chiesa, siamo in piena ed evidente sede vacante preventiva. Supplico Dio onnipotente e misericordioso, Dio della vita e della morte, che possa mettere fine all’agonia di questo grande vecchio che lentamente si va scomponendo pezzo per pezzo secondo la logica delle sue malattie.

Prego Iddio che termini l’accanimento terapeutico funzionale solo alla sceneggiatura mass-mediatica per prolungare il potere della corte pontificia.


don Paolo Farinella

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