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Un po’ di demagogia non guasta…

Ancora politici in viaggio e beghe interne ai partiti. A noi viene da ridere: è da qualunquisti?

Sentiamo il dovere di premetterlo: tornare ripetutamente su determinati temi - come certi viaggi di dubbia utilità dei politici - può apparire un’operazione qualunquistica, ne siamo consapevoli. Ma le sollecitazioni che ci arrivano dalla lettura dei giornali sono irresistibili, e d’altronde ci limiteremo a citare, senza commenti malevoli.

Dunque, l’Adige del 22 gennaio ci informa che il presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Bezzi, già aspramente criticato per i suoi frequenti spostamenti fuori provincia, ha appena iniziato "una intensa tournée" negli Stati Uniti. Per cominciare, ci sarà una "visita di cortesia" al capo dei pompieri della città, "che condurrà il presidente Bezzi e i giornalisti al seguito sulle ceneri di Ground Zero". Poi la carovana si sposterà a Washington, dove avverrà un incontro col senatore della Pennsylvania Rick Santorum, "che ha lontani cugini a Varone e a Ponte Arche", il che spiega tutto. Infine, tutti nella West Coast, dove la delegazione trentina è attesa al pranzo da padre Efrem Trettel ("festeggiato e premiato l’agosto scorso in Valle di Sole"). Ciò precisato, il lettore valuti il commento che il Bezzi medesimo ha fatto allo scopo di cautelarsi da nuove critiche: "Questa volta - avrebbe detto - sono stato sobrio: è solo una presenza politico-istituzionale".

Carlo Andreotti.

Un altro che ha molto viaggiato e continua a farlo è Carlo Andreotti, in teoria leader del centro-destra, nonché garante delle minoranze, che è risultato il consigliere provinciale più assenteista del 2004, essendo mancato ben 34 volte su 76 (e in 16 occasioni non s’è preso nemmeno il disturbo di avvisare). Interpellato, Andreotti ammette "un certo disimpegno", motivato però da "un grosso impegno a livello europeo, visto che sono presidente della commissione istituzionale della Camera delle Regioni al Consiglio d’Europa di Strasburgo". In tale veste, "in questi mesi sono stato 4 volte a Parigi, 5 a Strasburgo, 2 volte in Romania, 2 a Praga, una a Mosca, una ad Edimburgo, una a Berlino, una a Salisburgo e una in Germania".

D’altronde che ci va a fare in Consiglio? "Come potrei, anche volendo, essere leader di un centro-destra che non c’è?"

E in questo ha ragione. Prendiamo il caso dell’UDC, una delle componenti della Casa delle Libertà. Si chiama, appunto, Unione di Centro, ma l’Unione è divisa in ben quattro correnti; che però, in occasione del congresso provinciale, previsto per il 23 gennaio in preparazione dell’assise nazionale di metà febbraio, pareva avessero trovato un faticoso compromesso sul nome del nuovo segretario, indicato in Flavio Maestranzi. Ma l’11 gennaio, improvvisamente e inopinatamente, Marcello Carli, consigliere provinciale, nonché leader dell’AIC (una delle 4 correnti del partito), decide di candidarsi lui a nuovo segretario. Un colpo di testa, insomma, ma legittimo.

La cosa però non va giù al segretario uscente, Giorgio Cattani, che evita una soluzione a lui sgradita nel modo più semplice: ribaltando il tavolo, e cioè annullando il previsto congresso e rinviandolo a marzo, ossia dopo che si sarà tenuto il congresso nazionale. Una bizzarria, e non proprio democratica, che egli ritiene di poter giustificare dicendo che, candidandosi, Carli "ha scompaginato tutto". Ciò detto, ha il coraggio di presentarsi come custode della legalità e invoca "una commissione di garanzia affinché le regole siano rispettate da tutti i concorrenti": Cattani escluso, evidentemente.

A questo punto, Carli, non può più sperare nel rispetto dei tempi congressuali: il termine ultimo indicato dal partito per i congressi provinciali è il 30 gennaio, e ancora non sono state inviate le lettere di convocazione. Allora contrattacca chiedendo il commissariamento dell’UDC trentina, cioè l’immediato licenziamento dell’amico Cattani. Vedremo il seguito.

La contrapposizione fra i due - spiega il Trentino - "non farà altro che rinviare la scelta del candidato sindaco"; e questa - dei candidati di centro-destra da opporre a Pacher - sarebbe un’altra storia da raccontare. Ma francamente ci mancano lo spazio, le forze e la voglia per occuparcene.

P. S. I lettori non imputino a nostra negligenza il fatto di non aver spiegato cosa mai è l’AIC, ossia la componente dell’Udc di cui Marcello Carlo è leader. Se mai lo abbiamo saputo, ce ne siamo dimenticati. Abbiamo però investigato per colmare la lacuna, ed abbiamo ritrovato numerosissime AIC: dall’Associazione Italiana Calciatori all’Assoc. It. lotta contro le Cefalee, all’Assoc. It. Celiachia (quelli allergici al glutine), fino all’Assoc. It. Ciclidofili (appassionati di un simpatico pesce tropicale), ad altre ancora. Ma della creatura di Marcello Carli, nessuna traccia.