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Forza Italia. Da marziani a democristiani

Il nuovo corso della Forza Italia di Malossini-Zampiccoli: in ombra Berlusconi e l'anti-comunismo, snobbati gli alleati, basta con l'opposizione urlata. Il pericolo della subalternità a Dellai e la ricerca di contenuti.

Avete presente il Silvio nazionale che addebita tutte le colpe dell’Italia ai "comunisti ed ex-comunisti" e ai magistrati "che costituzionalmente sono dei disturbati mentali"? E la sua "discesa in campo" che sarebbe "un evento spirituale"? E la folla invasata che applaude, urla, vuole toccarlo? E le prime file della platea, composte da scafati navigatori della politica, che a tali enormità non ci credono, e si vede, ma continuano ad annuire con la testa, come i boss di fronte al padrino?

FI a congresso: l'europarlamentare Giacomo Santini, il coordinatore regionale Mario Malossini, il sottosegretario Paolo Scarpa.

Bene, niente di tutto questo all’ultimo congresso trentino di Forza Italia. Il nome Berlusconi citato solo una volta, e di striscio, nella relazione del coordinatore regionale Mario Malossini. E solo un breve accenno (anche se vagamente messianico) nell’intervento del nuovo coordinatore provinciale Ettore Zampiccoli. E la sinistra guardata con attenzione e rispetto. E l’interesse tutto focalizzato sul Trentino, mentre il governo nazionale rimane del tutto fuori campo (quasi fosse una vergogna), tranne per la riforma Moratti, un paio di volte evocata ma solo per essere blandamente difesa.

E, sia pur con qualche secondaria eccezione, lo stesso vale per gli interventi dei peones: sembra che i comunisti i bambini non li mangino più. Insomma, per (ri)acquistare credibilità, bisogna battere su altri tasti; invece di prendersela con "la campagna menzognera della sinistra, sempre più vergognosa" (dall’intervento di un giovane, peraltro prontamente applaudito dai sottosegretari Scarpa e Innocenzi), forse è meglio fare proposte che stiano in piedi. Se se ne è capaci.

Una svolta eclatante negli atteggiamenti, come abbiamo visto. Ma altrettanto netta nella sostanza: l’area di riferimento è "quell’area moderata e di centro, che è sempre stata una costante ed una garanzia dell’equilibrio democratico del Trentino". Insomma, la base Dc. E per riconquistarla (Malossini e Zampiccoli, come noto, sono democristiani di lungo corso) il populismo, si è visto, non serve.

Questo l‘approdo attuale di Forza Italia trentina, che esce da una serie impressionante di sconfitte: elezioni politiche, comunali, provinciali, tutte perse per ko. Magari in stridente controtendenza rispetto ai dati nazionali, come alle politiche del 2001; oppure regalando percentuali bulgare (70%) al primo sindaco "comunista" (!) dell’altrimenti bianca Trento.

Sconfitte brucianti, umilianti (Un trionfo fuori misura. E ora?): e soprattutto meritate.

"Un centro-destra impresentabile" - abbiamo spesso scritto, rammaricandocene (Una destra così, è presentabile?). Con Forza Italia estremista non solo e non tanto nel difendere (su giustizia e televisione) gli interessi del padrone; ma anche nel rincorrere le pulsioni più viscerali degli sgangherati alleati, dai deliri anti-immigrati della Lega alle velleità di censura dei libri di testo di An; fino a far diventare uomo simbolo della coalizione Obelix Enzo Boso. Ma in una situazione storica che non è più quella del ’94, l’elettore chiede sicurezze e visione del futuro, e i provocatori come Boso non li elegge più neanche nel suo paese.

Di qui la virata di Forza Italia, che si è affidata a Mario Malossini, al suo fiuto, alla sua esperienza di navigato democristiano, al suo dinamismo, alla sua proverbiale capacità di tessere rapporti; passando sopra al suo gravissimo handycap, corruzione e ricettazione passate in giudicato: bazzecole per i pelosi stomaci forzisti.

La cura Malossini ha sganciato Forza Italia dall’opposizione urlata eppur inconsistente della scorsa legislatura. Ha anche, timidamente, cercato di mettere al riparo il partito trentino dai paurosi ondeggiamenti del nazionale. Lo ha però piazzato in una posizione strana, difficile rispetto alla Margherita al potere: un’opposizione "responsabile", collaborativa in diversi passaggi nell’aula del Consiglio Provinciale; che rischia di non avere identità, prestando il fianco alle accuse di inciuci e accordi sottobanco.

Il consigliere provinciale Mauro Delladio.

Si ripropone cioè, pur in altri termini, il problema che aveva Forza Italia nella scorsa legislatura, quando attaccava frontalmente il presidente della giunta Dellai, bloccando i lavori con un costante ostruzionismo; ma in buona sostanza quello che gli imputava era di non riuscire a governare perché "prigioniero delle sinistre" (che invece notoriamente contavano poco). In sostanza, alla fine degli strepiti, il messaggio era: Dellai, alléati con noi.

Ma ora si rischia una simmetrica subalternità. Alla fine degli inciuci il messaggio risulta lo stesso: Dellai, lascia perdere i comunisti e vieni con noi.

Con il che Lorenzo Dellai gongola e l’opposizione frana.

Il congresso di Forza Italia sembra indicare un riposizionamento. Malossini ha coinvolto nel partito il suo amico e sodale (dai tempi della sua presidenza della Provincia) Ettore Zampiccoli, peraltro tra i fondatori di Forza Italia trentina e poi staccatosene. E Zampiccoli ha iniziato a delineare un profilo più differenziato, e tendenzialmente antagonista, di Forza Italia rispetto alla Margherita. Nell’ottica di intercettare l’elettorato ex-democristiano, miraggio di tanti, attraverso opzioni più squisitamente liberiste.

Di qui l’abbandono della patetica invocazione a Dellai di abbandonare l’alleato di sinistra (che in realtà, nella sua perdurante confusione, è un innocuo satellite); e la riproposizione di una propria alterità rispetto alla Margherita. Con la quale si confermano consonanze su tutta una serie di valori, ma al contempo si rivendicano differenze costitutive ("Manca in FI la componente corporativo-opportunistica") e soprattutto si denuncia "la gestione del potere esercitata in questi anni: aumento dell’apparato pubblico e minore efficienza, società formalmente private ma a prevalente capitale pubblico" di cui "è urgente discutere ruolo, funzione, economicità"; e poi si sottolineano gli arretramenti rispetto a Bolzano e alle regioni limitrofe, i ritardi su infrastruttre, innovazione, competitività sui mercati internazionali; per finire con "le emergenze di carattere sociale ed economico". Certo, poi la parte propositiva è debole, non si va oltre l’enfasi su una nuova centralità del privato (e peraltro si prendono saggiamente le distanze da alcune privatizzazioni).

Ma il tentativo di dare contenuti a questa svolta è evidente. Ne parliamo proprio con Ettore Zampiccoli.

Nel suo intervento colpisce da una parte l’analisi attenta, e anche generosa, dei partiti della sinistra; e dall’altra le dieci sbrigative righe dedicate alla Casa delle Libertà. Non è eludere il problema della crisi del centro-destra?

Ettore Zampiccoli, nuovo coordinatore provinciale di Forza Italia.

"Il punto è la reazione del centro-destra alla bruciante sconfitta del 26 ottobre: negli altri partiti non si sono messi da parte i personalismi, si sono anzi accentuati. Così si va poco lontano. Per cui Forza Italia, con i suoi cinque consiglieri provinciali e la conseguente funzione di leadership, indica una strada. Con i segretari degli altri partiti ci confronteremo, ma senza farci frenare dalle loro divergenze interne."

Oltre alle beghe interne, c’è un problema di contenuti: nella scorsa legislatura siete andati a rimorchio della Lega e delle sue intolleranze anti-immigrati. E’ questo compatibile con il vostro profilo attuale?

"Penso che la Lega in Trentino abbia perso qualche buona occasione per calibrare meglio toni e programmi. Tra noi e loro ci sono da una parte cose in comune sul modello economico; e dall’altra dei grossi distinguo sull’immigrazione. Io credo, come tanti secoli fa Marco Aurelio, che gli immigrati siano una risorsa. Poi, è vero, portano anche problemi; ma i problemi si affrontano se non si hanno pregiudizi".

E sulla richiesta di avere una moschea?

"Che una comunità chieda di avere un punto di riferimento, mi sembra una cosa assolutamente normale. Non vedo il problema. E non accetto nemmeno il discorso che noi dovremmo negargliela perché nei paesi islamici non c’è la libertà di erigere chiese".

Insomma, la libertà è un valore in sé, non può essere merce di scambio?

"Proprio così".

Veniamo al governo Berlusconi. Abbiamo notato nella sua relazione, come in quella di Malossini, solo fugacissimi accenni al livello nazionale.

"E’ un po’ un gioco di squadra, ci sono gli interventi degli esponenti nazionali (invece del ministro Frattini interverrà poi il sottosegretario alle riforme Aldo Brancher, quello che bastona le Autonomie speciali: una noia mortale, tra articolati e codicilli, nell’immane tentativo di spiegare come, contrariamente a quanto pensano tutti gli addetti ai lavori, il nuovo testo costituzionale non penalizzi l’Autonomia trentina, n.d.r.). Sono convinto che se dieci anni fa Berlusconi non avesse fondato FI, saremmo finiti, pur in un contesto democratico, con un’egemonia della sinistra. E, pur senza sottolineature polemiche, il centro-destra è portatore di altri programmi e valori, a iniziare dalla centralità dell’iniziativa privata.

Poi, delle attuali polemiche verso il governo alcune, soprattutto sul versante economico, sono fondate. Il che però non inficia la bontà del disegno complessivo".

Veniamo allora ai programmi. Non ci sembra siano indicate chiare priorità.

"Beh, abbiamo posto al primo posto la riforma istituzionale, con i diritti della minoranza, oggi ridotti dagli effetti di una legge elettorale che premia in modo sproporzionato i vincitori. Poi le linee di intervento sull’economia: l’eccesso di centralismo della Provincia, la proliferazione degli enti parapubblici che toglie spazi alle imprese private, la crisi del Trentino che nelle statistiche economiche perde posizioni".

Queste sono linee molto generali...

"Potrei entrare più nello specifico, ad esempio sul turismo, parlando della sciagurata riforma delle APT. Poi, è vero, su tanti settori, dobbiamo lavorare per essere più incisivi nelle proposte. Sarà il nostro compito attuale".