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QT n. 22, 20 dicembre 2003 Servizi

E’ questo il capitalismo evoluto?

Aperta a Rovereto la sede di “Etica Value”, che si propone di aiutare il mondo del no-profit guadagnandoci e senza pesare sulle tasche dei consumatori.

Sei persone che si definiscono di "discreto" successo, attive da anni all’interno del mondo finanziario ed economico tanto da conoscerne le direttive e le potenzialità, che decidono di coniugare ispirazione etica e guadagno in vista di una nuova frontiera di "capitalismo evoluto". E’ questo il sommario identikit dei soci fondatori di EticaValue, la prima holding italiana al servizio del mondo no-profit, che in dicembre a Rovereto ha aperto la sua unica sede. L’idea di fondo è di costituire una rete di servizi che faciliti il finanziamento delle Organizzazioni no-profit (Onp) attraverso le normali spese dei consumatori, dal servizio telefonico fino alla spesa presso il supermercato sotto casa. EticaValue propone due servizi, denominati EticaTel e EticaCard, i quali permettono di garantire un costante flusso di donazioni verso le Onp che aderiscono all’iniziativa.

Con EticaTel gli abbonati a Telecom Italia possono destinare il 15% delle loro spese telefoniche alla Onp da loro prescelta, ricevendo ogni bimestre la bolletta indicante, oltre alla cifra da pagare per le spese telefoniche, la somma destinata alla Onp di riferimento. Le tariffe di EticaTel sono le stesse di quelle applicate da Telecom Italia (eventuali ribassi compresi), cosicché l’abbonato può offrire la propria donazione senza alcun costo aggiuntivo. La validità dell’iniziativa, ad avviso dei promotori, sta proprio nel meccanismo che consente di finanziare una Onp di cui si condividono gli obiettivi e le iniziative senza per questo incidere sul quotidiano bilancio familiare.

Anche il secondo servizio ricalca questo modello. Con EticaCard (che verrà rilasciata a partire da gennaio gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta) ogni acquisto fatto presso negozi convenzionati consentirà di destinare alla propria Onp una cifra oscillante tra il 2% e il 30% della spesa complessiva, alla quale si aggiungerà una pari donazione da parte dell’esercente presso cui si sono effettuati gli acquisti. Un sistema che fa dei figli del consumismo nostrano i co-finanziatori dei progetti di alcune Onp e che per questo ci crea alcune curiosità che abbiamo rivolto al direttore marketing di EticaValue, Duilio Borettini.

Quali sono le ragioni che vi hanno spinto ad intraprendere una simile iniziativa e quale guadagno ne traete in qualità di soci? Quali sono inoltre gli eventuali rischi per chi decide di aderire alla vostra iniziativa? Insomma, dove sta il trucco?

I soci fondatori di Etica Value.

"Nessun trucco. Noi soci fondatori siamo persone di ‘discreto’ successo, che viviamo bene in questo mondo ma che pensiamo ci si possa rivolgere verso una forma di ‘capitalismo evoluto’ indice di un concreto sviluppo sostenibile. Siamo una società profit, che quindi punta ad un suo rendiconto personale, al servizio di organizzazioni no-profit. Crediamo in sostanza che guadagno e etica siano conciliabili e grazie ai nostri servizi le persone potranno contribuire ai progetti delle Onp preferite con donazioni derivanti semplicemente dalle loro spese quotidiane. Ogni anno noi invieremo ai partecipanti un estratto conto con il rendiconto delle donazioni effettuate e un documento valido per la detrazione fiscale delle donazioni all’atto della dichiarazione dei redditi. Non abbiamo nessun interesse ad essere opachi, anzi facciamo della trasparenza un nostro punto fermo. Sul nostro sito Internet (www.eticavalue.it) pubblicheremo tutti i contatti avuti con le Onp, insomma mostreremo a chi e verso quali progetti andranno a finire concretamente i soldi. Sicuramente abbiamo il nostro guadagno in quanto il 30% della donazione attraverso EticaTel e il 50% di quello con EticaCard viene a noi. Ma non ci si sorprenda di questo: nelle classiche donazioni che si vedono nelle nostre piazze la percentuale che arriva alle varie associazioni è anche inferiore a quella garantita dalla nostra iniziativa" (vedi anche nostra inchiesta I professionisti della solidarietà ndr).

Avete dichiarato di puntare ad impiegare nella vostra società tra i 50 e i 100 nuovi addetti. Non le sembra una prospettiva troppo ambiziosa?

"Noi crediamo che riusciremo a costituire un ‘servizio cortesia’ che necessiterà di molte persone, che avranno il compito di seguire gli esercenti che si interesseranno al nostro servizio e di curare i rapporti con le Onp. Un simile lavoro verrà svolto nella forma di call center e attraverso iniziative di promozione sul territorio. I nostri dipendenti inoltre saranno i soggetti di una formazione permanente che li vedrà protagonisti a fianco delle Onp e delle loro iniziative. Ad esempio, un nostro obiettivo è di avere in mano il maggior numero di possessori di EticaCard per poi rapportarci con un congruo pacchetto di potenziali clienti agli operatori economici e a nuove Onp, che con le loro adesioni dovrebbero (entro sei mesi, secondo le nostre aspettative) creare un circuito funzionante e vantaggioso per tutti".

Si parla molto in questi anni di finanziamento etico. Esistono delle similarità tra voi e le banche etiche?

"Non siamo una finanziaria, siamo una cosa molto diversa da una banca etica. Non abbiamo in tasca i soldi da investire, eventualmente possiamo essere clienti di una banca etica, ma non i promotori. La nostra è una azienda che fornisce servizi".

Stimolati dall’idea di un "capitalismo evoluto", abbiamo chiesto un parere a Francesco Terreri, esperto di microcredito e di commercio equo e solidale, presidente di Microfinanza s.r.l.

Francesco Terreri, presidente di Microfininza srl.

"Anzitutto devo precisare - ci ripsonde Terreri - che ho sentito parlare dell’iniziativa solo attraverso i giornali, quindi non ne conosco i dettagli. Senza dubbio ogni proposta che riesca a favorire il lavoro delle Onp attraverso le donazioni è positivo e ben accetto. Tuttavia queste iniziative non mi sembrano forme innovative di responsabilità etica, perché non intervengono a modificare o a correggere i rapporti economici. E’ un modo particolare di fare beneficenza, ma non presenta una formula innovativa come quella del commercio equo e solidale, che al contrario si propone di modificare i rapporti economici in vista di un profitto trasparente ed equo per tutti i partecipanti, fornitori del sud del mondo compresi.

Per quanto riguarda il confronto con le banche etiche, concordo con il direttore marketing, poiché la proposta di EticaValue non è assimilabile a quelle delle banche etiche, che invece sono nate per realizzare un’azione d’impresa con criteri diversi dai soliti, nel tentativo di modificare i comportamenti e le forme d’intervento in campo economico".

I primi, possibili aderenti

Tra le organizzazioni no-profit in contatto con Etica Value in vista di una partecipazione al progetto troviamo:

AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)
Amnesty International
ANA (Associazione Nazionale Alpini)
Azione Aiuto ­ Action Aid International
CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia)
CESVI (Cooperazione e Sviluppo)
Fondo per la Terra
LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli)
Lega del Filo d’Oro
Save the Children Italia