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Sceicchi e case chiuse

Il principe del Dubai in val di Fiemme: Mille e una notte durate troppo poco. E le donne di Forza Italia e la riapertura dei casini.

Tra fatti e fatterelli di questa estate capricciosa, il più clamoroso e meno serio (per l’evento in sé e per come ci è stato raccontato) ci è parso la visita-lampo in Trentino del principe ereditario del Dubai, il signor Mohammed bin Rashid Al Maktoum, "uno dei dieci uomini più ricchi al mondo", giunto in val di Fiemme con i due figli (jet privato fino a Verona, poi tre elicotteri) per partecipare alla Dolomiti Long Race, gara di resistenza (o endurance che dir si voglia) a cavallo.

I due quotidiani locali hanno suonato la grancassa come più non si poteva: "Tutti pazzi per lo sceicco", "Predazzo: arrivano gli sceicchi", "Il principe atterra e fa sua la val di Fiemme", "Sceicco, mille e una notte a Cavalese", "Tutti in fibrillazione per il principe" – qualche titolo.

E in effetti, Sua Altezza e i due pargoli hanno fatto di tutto per corrispondere alle aspettative della stampa e dell’opinione pubblica; aspettative indotte in parte da antichissimi stereotipi, in parte dalla speranza che l’illustre ospite possa fungere da testimonial per un turismo d’élite. "Per la valle sarà una grande promozione" - dicono all’APT; e il sindaco di Cavalese precisa: "La sua presenza potrebbe innescare un processo di attrazione anche per altre persone, che permetterebbero di elevare la clientela".

La comitiva - una settantina di persone, ma niente mogli, come qualcuno sperava per completare la favola - è ospitata in due alberghi, a Cavalese e a Stava: venti stanze più 3 suites principesche di 60 mq., tutte con Jacuzzi, doccia con idromassaggio, arredi tirolesi e Tv satellitari. Dispongono di 7 Mercedes per gli spostamenti e hanno 25 cavalli (23 per l’Adige, che ne precisa il valore: oltre un miliardo - di lire, speriamo - l’uno, n.d.r.). Gli animali sono sistemati a Predazzo, all’interno di "un accampamento da Mille una Notte di 300 mq. (200 per l’Adige, n.d.r.) di tendopoli, stalle, bagni, salottini privati". Qualche giorno dopo apprendiamo che, a casa sua, di cavalli il principe "ne ha 4.500. E valgono centinaia di milioni (di lire, si spera, n.d.r.) l’uno. Nove (non erano 25 o 23?, n.d.r.) ne ha portati in Trentino col suo Jumbo con piscina". Per dissetarli, vengono ordinate 1.200 bottiglie di acqua minerale, ed anche "non meno di 50 quintali" di ghiaccio, che "serviranno per rinfrescare principi e purosangue durante la competizione".

Gli esempi di sprechi e le manifestazioni di grandeur non si contano, raccontati dai giornali con divertita meraviglia: "La massaggiatrice chiamata da Bolzano per lo sceicco ha ricevuto una mancia da 500 euro e la stessa cifra è andata anche ai camerieri del ristorante dove la comitiva ha cenato". Quando gli fanno trovare in camera delle mele golden, uno dei due pargoli subito ordina: "Buone, mandatemene venti casse a Dubai". Quanto al principe, ha uno strano vezzo: quando beve acqua minerale, "butta via la bottiglia dopo il primo sorso". Qualcuno si è perfino accorto, informandone i giornali, che dopo aver fatto il bagno, lo sceicco "ha utilizzato nove asciugamani per avvolgere il suo regale corpo".

Insomma, i ricconi del Dubai hanno fatto di tutto per venire incontro alle attese e al contempo stupirci; ma guai a loro appena vengono meno al cliché: "Qualcuno - leggiamo sul Trentino - è deluso di fronte a quello che sembra più un muratore pugliese in ferie che un principe: niente tunica candida, ma tenuta casual e berrettino da baseball". E l’indomani, sullo stesso giornale e con pari finezza: "Non gli daresti una lira a Sua Altezza. E’ piccolo, magro, secco, pare un immigrato turco in Germania. Invece è molto più ricco di Berlusconi".

E finalmente arriva la gara, che lo sceicco però non riesce a portare a termine. "Il principe getta la spugna: cavalcata troppo dura" - titola il Trentino, che spiega come dopo 50 dei 99 chilometri previsti "il suo purosangue aveva dei battiti cardiaci superiori alla norma consentita di 64 al minuto". Comunque la comitiva appare soddisfatta: è stato un buon allenamento per i prossimi campionati del mondo. Dopo di che tutta la carovana riparte immediatamente per casa.

Molto meno compassato e di tutt’altro avviso l’Adige, che evidentemente si aspettava che lo sceicco vincesse e che tutto il gruppo restasse in Trentino per l’intera estate. Già il richiamo in prima pagina fa capire come l’idillio sia finito: "Gli sceicchi sono fuggiti. Delusione sceicchi a Predazzo: ritirati dalla gara ippica, sono già spariti".

E l’articolo spiega:"Gli sceicchi del Dubai non sono come Lawrence d’Arabia... Preferiscono battere in ritirata quando la gara si fa dura". Non volevano stancare i cavalli? Scuse: "In realtà i cavalieri non erano all’altezza. Non basta avere i cavalli migliori del mondo se poi non sai montare come si deve e dunque il babbo sceicco e i figli sceicchi hanno alzato le tende e se ne sono tornati nei loro palazzi kitsch dell’Emirato. Una vera e propria brutta figura".

Molto più serio il secondo argomento che vogliamo trattare, la riapertura delle case chiuse, così come prevista da un disegno di legge del forzista Giancarlo Pittelli. A metà luglio se ne dibatte per un paio di giorni sui quotidiani locali, con dichiarazioni tutto sommato prevedibili. Assolutamente in disaccordo con la proposta gli esponenti del centro-sinistra, mentre sul versante opposto le posizioni appaiono diversificate. Il senatore Ivo Tarolli (UDC), prudentemente favorevole, dice: "Proviamo se si riesce a irreggimentare, a controllare il fenomeno. Insomma, una sperimentazione che serve a vedere se si riuscirà a evitare le degenerazioni".

Coerentemente contrario, invece, il cattolicissimo Renzo Gubert, che rifiuta con sdegno che si ammetta: "come cosa normale, da regolarizzare e anche da guadagnarci su con le imposte, lo sfruttamento del corpo della donna e dell’uomo", e conclude minaccioso: "Se il centro-destra si qualifica per queste cose, entra in crisi il mio rapporto con la coalizione".

Tutto normale, insomma. A uscire decisamente dal coro dello scontato è Mara Sperlari, coordinatrice trentina di "Azzurro Donna", la dépendance femminile di Forza Italia. Della signora Sperlari e della sua fantasiosa maniera di far politica già ci occupammo nel febbraio scorso (vedi Se Atene piange…), quando "Azzurro Donna" entrò in crisi perché la sua troppo efficiente coordinatrice aveva diffuso in mattinata un comunicato che doveva essere esaminato dal direttivo nel pomeriggio successivo, suscitando le ire e le dimissioni di alcune compagne di partito. Stavolta nessuna infrazione delle regole, ma la concezione della democrazia che emerge dalle parole della Sperlari fa ugualmente drizzare i capelli.

"Non sono favorevole né contraria alla riapertura delle case chiuse" – è il non brillante avvio dell’argomentazione, che così prosegue: "Il fatto è che questo provvedimento si lega a un disegno molto più importante del nostro Presidente: la valorizzazione della famiglia. L’obiettivo di tutto il piano è limitare il numero di persone che vanno a prostitute. Si vuol valorizzare l’amore per la famiglia... Il disegno di legge sulle case chiuse non è altro che un tassello del più ampio progetto di valorizzazione e tutela della famiglia e dell’amore. Meno persone chiedono sesso a pagamento e meno problemi per la famiglia ci saranno".

Di grazia, viene da chiedersi, in che senso la riapertura delle case chiuse valorizza e tutela la famiglia e l’amore? Perché riaprendo i casini meno uomini frequenteranno le prostitute?

La signora Sperlari ovviamente lo ignora, e a questo punto ecco l’argomento formidabile, decisivo: "Io mi fido del nostro Presidente. Lui saprà individuare le misure idonee ad arrivare a questo obiettivo. Preservare la famiglia è il grande traguardo di tutta l’operazione, di cui la riapertura delle case chiuse non è altro che un tassello".

Parlare di peronismo, a questo punto, non è più sufficiente.

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