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Animali torturati, una lunga lista

Lega Anti Vivisezione

Le immagini di esperimenti condotti da scienziati della rete di Al Qaeda su cani sottoposti alle esalazioni di gas Sarin, diffuse dalla Cnn e subito riprese dalle maggiori testate giornalistiche italiane, sono agghiaccianti, ma la sperimentazione animale a scopo bellico non è stata certo inventata da Bin Laden: tutti i giorni in molte nazioni, in laboratori doppiamente segreti sia per le tecniche utilizzate sia per il segreto militare imposto, migliaia di animali come cani, scimmie, maiali, galline, agnelli, capre, conigli, delfini, leoni marini, pappagalli, topi, ecc., sono costretti a sacrificare la loro vita alla "guerra" che si conduce nei laboratori.

Ecco qualche cifra, che non compare mai in nessun elenco ufficiale delle vittime di guerra, e qualche esempio. Negli Stati Uniti, nel solo 1990 (unico dato ufficiale diffuso da The Antivivisection Magazine), 250.000 animali sono stati usati per testare effetti di esplosioni, infezioni, schock elettrici. Sempre nel 1990 erano "in servizio" 141 delfini, in passato già utilizzati nella guerra del Vietnam, addestrati per annullare le incursioni via mare e per trasportare gli esplosivi. In particolare i luoghi-simbolo di questa utilizzazione sono la School of Aerospace Medicine di Brooks, l’Armstrong Aerospace Medical Research Laboratory di Dayton, la Naval Aeromedical Research a Pensacola, Florida, l’ Army Aeromedical Research Center ad Ozark, in Alabama.

I furetti sarebbero tra gli animali più utilizzati per i test ordinati dal Dipartimento della Difesa americano. Nel 1983 balzò agli onori delle cronache il dottor Donald Barnes, impiegato nella base aerea di San Antonio in Texas, specializzato in radiazioni nucleari con le quali uccise 4.000 primati non umani dal 1957 a quella data. Un bel giorno se ne andò rivelando tutto ad un’associazione antivivisezionista statunitense.

In Europa, in particolare nella base inglese di Port Down, sono stati e sono condotti test di gas nervini su scimmie, cianuro-idrogeno su cani; gli effetti dei proiettili di gomma utilizzati in Irlanda del Nord o nella striscia di Gaza vengono provati prima su pecore.

In Gran Bretagna, in soli due anni, dal 1981 al 1983, sono stati condotti 40.100 esperimenti su animali a scopo bellico (fonte: Home Office, Londra), fra i quali quelli per mettere a punto attacchi (e sistemi di difesa) con il gas Sarin, quello utilizzato anni dopo per gli attentati nella metropolitana di Tokyo. Scimmie Rhesus sono state ‘sparate’ alla testa per investigare gli effetti di Sarin e Tabun: gli animali sono sopravvissuti da 2 a 169 minuti. Ed ancora, scimmie Rhesus, esposte a gas nervino Soman per trovare un antidoto, dopo uno-undici minuti, dopo violente convulsioni hanno perso conoscenza (Fonte: Injury, volume 14/82).

In Italia non risultano attualmente centri autorizzati, diretti o per conto terzi, di armi o sostanze con principale e possibile impiego bellico. Ma fino al 1989 ha sicuramente utilizzato animali il Centro "Centechifis" di Civitavecchia, del Ministero della Difesa, nel quale, secondo un’interrogazione parlamentare di quegli anni, si effettuavano test "per l’accertamento di requisiti tecnici peculiari di prodotti ed equipaggiamenti, come tute e maschere per uso militare in corso di sviluppo in ambito nazionale, e test di antidoti e profilattici inerenti alla difesa nucleare, biologica e chimica". Sicuramente conigli e porcellini d’India sono stati utilizzati per anni in test di tossicità acuta a pochi metri dall’autostrada Roma-Civitavecchia. Recentemente il Centro veterinario militare di Grosseto ha annunciato il piano di addestramento di ben duemila cani, soprattutto pastori tedeschi, come anti-mine, una task-force da utilizzare in Bosnia e Kossovo, al seguito del contingente italiano, per rilevare ordigni inesplosi.

In Svezia si sono consumati, fino a pochi anni fa, esperimenti su maiali presso il centro di Karlsborg, dove la scuola veterinaria dell’Esercito anestetizzava gli animali poi utilizzati per prove di tiro.

Nell’isola di Vozrozdenie nel mare d’Aral, ex Unione Sovietica, un luogo ora dimenticato da tutto e da tutti dove per decenni l’industria bellica di Stato ha lavorato alle nuove tecniche di offesa chimica e batteriologica in particolare, è stata condotta (come riporta il Corriere della Sera in un articolo del 1999) la sperimentazione di un ceppo batteriologico della peste resistente agli antibiotici, provandolo su conigli, cavie, topi, cavalli, pecore, asini e babbuini. Ma ad essere testati sugli animali sono stati anche vaiolo, tifo, botulino, il morbo Ebola e l’encefalite equina che ora, assieme all’ormai noto antrace, ricoprono parte del villaggio militare, abbandonato dopo la fine del potere sovietico, ed una porzione indefinita di terreno dell’Isola.

Il quotidiano La Stampa, invece, ha descritto con minuzia un test su scimmie: "Un centinaio erano legate a paletti che in file parallele si allungavano fino all’orizzonte - scrive Ken Alibek, vicedirettore del progetto "Biopraprat" fuggito negli Usa nel 1992 - A 25 metri da terra una nuvola color mostarda si dispiega lentamente, poi si dissolve ricadendo sulle scimmie che si mettono ad urlare tirando le catene. Agonizzano. Saranno recuperate da uomini in tuta di protezione antibatterica, ed esaminate in laboratorio. Morte".

In Israele, secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, l’esercito ha condotto test su maiali per verificare gli effetti dei missili Scud, tristemente famosi nella guerra del Golfo del 1991. Cani bomba-kamikaze vennero utilizzati, invece, nel 1989.

Nella Seconda Guerra Mondiale 200.000 cani-bomba vennero addestrati nell’esercito di Hitler, decine di migliaia da parte dei sovietici e 10.000, di 32 razze diverse, da parte degli Stati Uniti con il reparto cinofilo K9.

Le armi uccidono tutti, non fanno distinzioni di specie, ma gli animali non hanno mai fabbricato bombe, non hanno mai dichiarato guerra e non chiedono di partire volontari, eppure da lunghi decenni, non solo grazie a Bin Laden, hanno le loro guerre da combattere.