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QT n. 11, 1 giugno 2002 Servizi

Capriana, finalmente un sindaco: ma durerà?

Il risultato elettorale a Capriana, paese con 5 elezioni in 7 anni.

Capriana finalmente ha eletto il suo sindaco, Francesco Casal. Resisterà, e quanto? La domanda non è banale, visto che nel paese, in soli sette anni, si sono tenute cinque tornate elettorali. Durante questo periodo due sindaci si sono dimessi ufficialmente per motivi personali e guarda caso sempre in presenza di Alberto Casal vicesindaco; per un triennio è subentrato questo personaggio forte e si è poi passati attraverso un lungo anno di commissariamento, in quanto a novembre il paese, per pochi voti, non aveva dato la fiducia all’unica lista che si era presentata, la lista "Insieme" guidata da Christian Zanol. Finalmente domenica scorsa, in una competizione all’acqua di rose che ha visto contrapposti ancora lo Zanol ad un nuovo personaggio, si è arrivati all’elezione del sindaco. Ha così vinto la novità, Francesco Casal, di "Impegno Civico per Capriana".

Nel frattempo gli abitanti del paesino hanno perso le occasioni più ghiotte, ora irrecuperabili, per poter disegnare uno sviluppo equilibrato e credibile del loro paese. Usciti dall’epopea delle grandi ed inutili opere legate alla promessa della discarica ed ai bisogni della cava, quindi circonvallazione, arredi di piazze, acquedotti sistemati alla bell’e meglio ed ancora oggi inadeguati, si sono persi i treni fondamentali: l’aggancio con i comuni di Fiemme per le associazioni di servizi che rispondano ai reali bisogni di questa piccola comunità, il patto territoriale di Cembra, la proposta del parco fluviale dell’Avisio, l’aggancio ai fondi e ai progetti derivanti dalla presenza di un comune inserito fra le aree svantaggiate di montagna.

Una competizione al ribasso abbiamo detto, all’insegna di un incerto vogliamoci tutti bene e voltiamo pagina, superando le asprezze del passato.

Una campagna al ribasso anche nella diffusione della cultura politica e partecipativa: la lista di Casal ha clamorosamente rifiutato il confronto pubblico offerto dall’Adige ai due sindaci: "Non ce n’è bisogno, la popolazione è già correttamente informata"- ha spiegato il nuovo candidato.

In realtà, la lista di Casal ha avuto paura di confrontarsi con la lista concorrente, formata da gente più preparata, dotata di esperienza e specialmente di contenuti. Ma anche la lista "Insieme" ci ha messo del suo: la lista che ha il grande merito di aver portato il tema della trasparenza amministrativa ad essere protagonista delle tornate elettorali, questa volta ha scelto di incontrare gli elettori solo nell’ultima settimana e di non portare in paese, come nel passato, personalità politiche di rilievo e argomenti approfonditi. In pratica non ha costruito interesse attorno alla sua presenza.

Una scelta che ha prodotto il risultato più debole e scoraggiante conseguito in tutte le tornate elettorali: si è infatti dato spazio ai concorrenti per gridare ai quattro venti come il gruppo avesse perso ogni riferimento con la politica provinciale. Alcuni elettori dell’area possono anche aver pensato che la lista avesse perso in tenacia, in passione, in convinzione e abbiano quindi scelto l’altra parte, abbagliati da quel messaggio minimale: "Riprendiamo il percorso, siamo tutti amici, cancelliamo la storia"-.

L’altra lista, "Impegno Civico", ha lasciato la parola solo al candidato sindaco e ha voluto tagliare ogni polemica con il passato: si è posta come ponte di un periodo di alta conflittualità per andare incontro alla riappacificazione sociale del paese. Un’azione tipica della cultura ereditata da Ponzio Pilato. Nella lista troviamo presenti elettori dell’area Zanol, ma anche, ed in forze che non rimarranno silenziose, personaggi strettamente legati ad Alberto Casal: alcuni erano stati anche assessori nelle amministrazioni che lo avevano visto protagonista. Tanta ambiguità, quindi, e specialmente un programma lanciato per slogan, copiato e sintetizzato dai precedenti della lista "Insieme" con una sola non casuale assenza: la trasparenza amministrativa.

Su altri argomenti basilari per Capriana, gli unici sui quali poter investire in questo incrocio di periferia e marginalità, periferia del Trentino, periferia di Fiemme e di Cembra, (patto di Cembra, parco Fluviale, temi sociali e sanitari) il candidato risultato eletto ha più volte dichiarato: "Sono argomenti della lista "Insieme", non li conosco".

Per il futuro non c’è da aspettarsi molto, anche perché, dopo pochi giorni dal voto, su questo volto di serenità amministrativa si stanno delineando crepe non trascurabili.

Alcuni degli eletti con più consensi sembra vogliano dimettersi, altri non vogliono incarichi amministrativi. Insomma, pare che questa lista sia nata con un solo scopo, quello di impedire a Zanol, Tavernar ed amici, di prendere in mano il paese e riportarlo ad una dignità di presenza istituzionale.

A conferma di questo obiettivo sta la scomposta presa di posizione dell’ex sindaco Alberto Casal, che si è rivolto al cugino chiarendogli come la vittoria non sia sua e che la lettura del voto vada ancora una volta sintetizzata in un solo dato: la sconfitta della lista "Insieme" e soprattutto della Tavernar.

La Tavernar però è anche forse l’unica vincitrice nella lista, ha ottenuto un numero incredibile di preferenze, la metà dei voti di lista, è stata quindi riconosciuta come la leader vera, la protagonista ideale del gruppo e del cambiamento. Quindi, si potrebbe anche leggere tra le righe: "Caro amico, qualcuno ti ha permesso di vincere e ti ha aiutato. Potresti essere solo un passaggio: un ponte, appunto".

In questo quadro allora non dimentichiamo le incomprensibili dimissioni di due precedenti sindaci dopo solo pochi mesi di amministrazione, non dimentichiamo gli appostamenti di novembre nel controllo e nella conseguente schedatura di chi andava a votare. Una parte consistente del paese, indirizzata dai protagonisti in negativo del recente passato, non ha voluto assolutamente cambiare e non sogna minimamente la riappacificazione. La loro assenza diretta è solo un passaggio opportunistico.

Va reso onore alla resistenza della lista "Insieme", al coraggio di uno zoccolo duro di votanti che non si è fatto illudere da una proposta di insostenibile e non credibile pacificazione.

In scenari più ampi e complessi, pensiamo al Sudafrica, la pacificazione è nata da una ammissione degli errori e delle violenze del passato ed è stata sigillata dal perdono e quindi da un’alleanza delle opposte fazioni tesa alla rinascita. A Capriana, come si è visto, mancano i due presupposti fondamentali: la volontà della pacificazione, la denuncia degli errori e la costruzione di un progetto comune di sviluppo.

Capriana è ancora un paese sotto amministrazione controllata.