La caccia al “comunista” è aperta
Smanie di pulizia etnica: sotto tiro la Rai e la Chiesa.
Giancarlo Innocenzi, già manager di Berlusconi ed oggi coordinatore regionale di Forza Italia, nonché sottosegretario alle comunicazioni, non vuol esser da meno del suo capo Gasparri e sull’Alto Adige del 27 gennaio attacca la Rai. Prima, col consueto senso dello Stato che caratterizza tanta parte del centro-destra affermando: "Non vedo motivi che giustifichino il pagamento del canone"; poi accusando il Tg regionale di essere "sbilanciato a sinistra", cosa di cui mai nessuno si era accorto. Del resto, lui stesso non è in grado di dimostrarlo. Al giornalista che lo incalza dice di essere in possesso di "dati", che però non esibisce, ed il massimo esempio che sa portare a supporto della sua bizzarra tesi è miserello: "Quando venne a Trento il ministro La Loggia, il Tg regionale gli diede solo il quarto servizio". Del resto, soggiunge, a lui consta che la maggior parte dei giornalisti della Rai di Trento tende a sinistra. Ma il caporedattore Tazzer non è vicino a Forza Italia? Mah, Tazzer non l’ha mai detto, e poi gli sembra che sia socialista… (vedi Il Biscione in via Perini)
Innocenzi, che da sempre bazzica il mondo delle televisioni, fa il finto tonto, come del resto il suo leader: in realtà sa benissimo che quel che più conta per condizionare il telespettatore è l’impianto complessivo di un palinsesto, più ancora che il pur importante settore dell’informazione strettamente intesa. L’influenza che possono avere un Santoro o un Biagi è sopraffatta dall’alluvione dei Michele Cucuzza, Massimo Giletti, Alda D’Eusanio, Fabio Frizzi, Giorgio Panariello, Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Carlo Conti, Amadeus…. Sono questi ed altri consimili personaggi che con i loro programmi (tutti della Rai, che in questo non differisce in nulla dalle reti Mediaset) veicolano atteggiamenti, linguaggi, valori e visioni del mondo non a caso inaugurati dalle reti televisive berlusconiane fin dagli inizi, 25 anni fa, e che portano inevitabilmente acqua al mulino del Cavaliere.
Il giornalista dell’Alto Adige arriva a sfiorare questa tematica, facendo osservare a Innocenzi che Berlusconi fa tanto il moralista (vedi la questione delle prostitute in strada), ma poi, sulle sue reti… Innocenzi però intuisce la pericolosità dell’argomento e svicola con una pessima, insensata battuta: "Di solito si vedono cosce in tivù quando se ne vedono anche sulle strade. Spesso se ne vedono da tutte e due le parti. Ma in questo periodo, certo, si vedono più donne discinte in tivù, anche perché fa freddo".
Sulla stessa linea ritroviamo anche il leghista Boso, che in tema di canone televisivo ha elaborato un grazioso calembour: "Certo che io non pago l’abbonamento della Rai. Non l’ho mai pagato e non lo pagherò di sicuro quest’anno. Quando a casa mi arrivano le carte da Torino, le butto nel cesso. Del resto l’ente si chiamava Uri (Unione Radiofonica Italiana, n.d.r.), come urinatoio. E non c’è altra destinazione per il canone".
Ma oltre alla Rai, i comunisti infestano anche la Chiesa trentina, e da questa consapevolezza erompe il grido di dolore del forzista Maurizio Perego, deluso da una Curia che "emargina (?, n.d.r.) l’unico prete che si schiera con il centro-destra", quel don Rinaldo Bombardelli (vedi Se questo è un prete..)che "ha avuto il solo torto di dire quello che tanti cattolici pensano dell’Islam". Analoga amarezza lo coglie leggendo organi di stampa cattolici quali Famiglia Cristiana e Vita Trentina, "per il vergognoso attacco alla Fallaci", condotto da persone che evidentemente ignorano "cosa pensa la stragrande maggioranza dei cattolici sul rapporto fra Cristianesimo e Islam".
Gli fa eco un compagno di partito, Giorgio Manuali: "E’ una Curia di sinistra. Ci sono esempi di una gravità inaudita… La Chiesa dev’essere equidistante".
Strani cattolici, questi due signori. Per loro la Chiesa dovrebbe prendere posizione dopo aver consultato i sondaggi e/o mantenersi equidistante ad ogni costo, a dispetto di quanto dicono testi sacri e principi professati.
Ma se anche così fosse, abbiamo seri dubbi che la maggioranza dei cattolici trentini sia favorevole alla guerra santa contro l’Islam propugnata dalla Fallaci e da don Bombardelli; e invece siamo certi che in tema di divorzio e controllo delle nascite - se non di aborto - una parte maggioritaria dei cattolici, trentini e non, sia su posizioni diverse da quelle della gerarchia. Perché Perego e Manuali non sollecitano la Curia ad adeguarsi alla volontà popolare anche su questi temi?
Concludiamo con un saggio interrogativo del cattolicissimo Renzo Gubert: "La casa delle Libertà deve chiedersi come mai… tanti preti come don Cristelli hanno difficoltà a riconoscersi nel centro-destra".