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A tutela dei disabili

Con certi commercianti un po’ troppo disinvolti, è bene alzare la voce...

Come associazione a difesa dei consumatori intendiamo sviluppare, ampliare e approfondire un nuovo campo d’azione, tutelando una categoria particolarmente debole: i disabili. L’occasione ci è stata fornita da alcuni cittadini roveretani, i quali si sono rivolti a noi per situazioni che rasentano la truffa. I casi hanno riguardato B. F.,un invalido civile al cento per cento, e M. G., una giovane studentessa universitaria non vedente.

Il sig. B. F. ha acquistato da una ditta di Milano una poltrona, due reti ortopediche e un sedile mobile da usare nella vasca da bagno per una cifra complessiva di dieci milioni, concordando il pagamento in più rate (la spinta all’acquisto era dovuta anche ad una rassicurante lettera di presentazione della ditta da parte dell’associazione invalidi di Trento).

Le sorprese hanno avuto inizio nel momento in cui si sono presentati a casa del sig. B. F. gli incaricati della ditta milanese; costoro hanno montato a rovescio il sedile nella vasca, i piedini delle reti ortopediche sono risultati di diverse dimensioni, e infine hanno preteso il pagamento in contanti e in una sola soluzione. La moglie del sig. B. F. ha fatto presente a costoro di non poter esaudire la richiesta, non disponendo in casa di una simile somma di denaro. L’incaricato della ditta a quel punto si è detto disposto a passare nel giro di qualche giorno, così avrebbe anche sistemato il sedile della vasca e avrebbe portato i piedini della misura utile per le reti ortopediche.

Di fronte a siffatta disponibilità, gli anziani coniugi hanno atteso il ritorno dell’incaricato della ditta milanese, il quale puntualmente, dopo pochi giorni, si è presentato per riscuotere la somma dovuta, ma si è guardato bene dall’assolvere la promessa fatta, limitandosi a dire che sarebbe ripassato a breve per sistemare e rendere efficienti i diversi oggetti forniti dalla ditta.

E invece non è successo niente, mentre le risposte alle telefonate di sollecito effettuate dai signori F. alla ditta milanese erano sgarbate ed insultanti. L’esasperazione e l’umiliazione hanno indotto ad un certo punto la signora F. a rivolgersi a noi per chiedere tutela di fronte alle irrisioni, alle beffe e all’arroganza di chi era all’altro capo del telefono (ciò che ha maggiormente turbato ed esasperato la signora non è stato tanto l’aver perso il danaro, quanto piuttosto l’atteggiamento irriguardoso nei suoi confronti).

Abbiamo immediatamente segnalato all’associazione invalidi di Trento il caso ed il presidente ci ha subito risposto comunicandoci che la ditta in questione sarebbe stata depennata da quelle da loro segnalate agli associati. In secondo luogo abbiamo deciso di adire l’autorità giudiziaria competente per denunciare il comportamento scorretto della ditta nei confronti dell’invalido.

Il secondo caso riguarda la studentessa universitaria non vedente M. G., la quale ha acquistato presso una ditta di Padova un personal computer (denominato David) del costo di 28 milioni più IVA, acquisto resosi necessario per seguire le lezioni universitarie e preparare i conseguenti esami (al pagamento dell’ingente somma hanno comunque contribuito, per alleviare la giovane meritevole, anche il Comprensorio della Vallagarina e le Casse Rurali Riunite del Trentino).

Quasi subito però il computer ha presentato problemi di funzionamento e per diverse volte M. G. è dovuta ricorrere alla ditta fornitrice con notevole dispendio di tempo ed energie; inoltre portando il suo costoso PC al controllo di un esperto di fiducia, è venuta a sapere che il suo valore commerciale è assai basso, in quanto il materiale è scadente ed alquanto datato come tecnologia. Profonda a questo punto è risultata la delusione e lo scoramento della giovane, che assieme alla madre ha deciso di recarsi a Padova presso la ditta fornitrice per vedere di risolvere in via definitiva i problemi inerenti al discontinuo funzionamento del PC. Dopo lunga e animata discussione le viene consegnata in via provvisoria una barra Braille di 40 caratteri denominata Amica, avente la funzione di schermo sul quale poter leggere e quindi studiare, allo stesso tempo. La signorina M. G. lascia alla ditta il PC David, come contropartita del nuovo strumento, acquistando a Rovereto per una modica cifra un PC che possa far funzionare la barra Amica.

A M. G. non sembra vero di aver risolto i suoi problemi e poter così riprendere tranquillamente la sua attività universitaria. Dopo qualche mese però le giunge una lettera del legale della ditta patavina (mentre la ditta ha sede in Padova, lo studio legale si trova a Saluzzo in Piemonte), che pretende altri 5 milioni per la barra fornita. A questo punto M. G., alquanto preoccupata (è angustiata oltre tutto dall’esasperazione e dalla rabbia per l’atteggiamento beffardo della ditta patavina), si rivolge a noi.

Il Codacons invia immediatamente allo studio legale della ditta una lettera nella quale si evidenziano i danni subiti dalla signorina M.G. dal momento in cui ha acquistato il PC David, chiedendo altresì oltre alla compensazione (la barra in cambio del PC David), anche un risarcimento del danno subito. Dopo qualche mese lo studio legale di Saluzzo si fa vivo, offrendo a M. G. la somma di lire due milioni e seicento mila , che noi consideriamo quale risarcimento del danno patito dalla giovane non vedente.

I due casi, verificatisi nel giro di poco tempo l’uno dall’altro a Rovereto, dovrebbero far riflettere e stanno a significare, a nostro parere, che esistono purtroppo ditte, società, individui di pochi scrupoli, i quali vogliono lucrare su persone già profondamente provate dalla vita; costoro, con il loro comportamento, complicano crudelmente la vita di chi invece meriterebbe aiuto e comprensione. La denuncia e la messa al bando di tali profittatori deve essere intransigente, poiché essi evidentemente confidano nel fatto che ben difficilmente i disabili denunceranno pubblicamente le angherie subite.

Ecco perché, come associazione a difesa dei cittadini, ci sentiamo impegnati e disposti ad aiutare concretamente quanti si rivolgono a noi, fornendo assistenza e tutela, anche dal punto di vista legale e giuridico, affinché siano assicurati alla giustizia tutti coloro che vogliono approfittarsi dei disabili.

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