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QT n. 8, 21 aprile 2001 Monitor

Guccini, canzoni e cabaret

Appena mette piede sul palco quasi cinquemila persone lo accolgono con un boato, e lui, che orso un po’ lo è davvero e un po’ ci fa, si schermisce dietro un "Beh! Rimbomba…", riferendosi all’acustica scadente del Palazzetto di Via Ghiaie. Dai palazzetti nessuno si aspetta la purezza del suono, ma la cosa ridicola è che gli organizzatori dei concerti al "Palaghiaie" ,ad ogni conferenza stampa, rassicurano sull’ottima qualità sonora della struttura. Purtroppo non è così.

Al di là di questo, è stato un bel concerto, per merito di un pubblico entusiasta, che come nei giochi di società andava dagli zero agli ottant’anni. Tantissimi giovani, chi per motivi anagrafici e chi per spirito. Guccini, poi era più in forma che mai. Le prime frecciate, assai eleganti, sono per il "leader dell’opposizione", che "…si è definito artigiano, operaio, perfino donnino di casa, ma per fortuna cantautore mai... Beh, questo mi spinge a continuare il mio lavoro!".

Apre il concerto, ed è così da sempre, "Canzone per un’amica", eseguita in versione rock-blues. Poi ampio spazio all’ultimo CD del cantautore, "Stagioni". Chi lo segue da sempre sa che gli ultimi album non sono i capolavori del "vecchio Guccini", e d’altronde lui stesso confessa che"le canzoni si scrivono nei momenti difficili, quando si sente il bisogno di scrivere…". Lui, a quanto sembra, non sta attualmente attraversando una crisi esistenziale, anzi tra rifessioni e canzoni serie, c’è sempre la voglia di scherzare su qualcuno o qualcosa. Guccini nasconde la sua anima da cabarettista dietro quel suo vocione "grave"e vagamente serioso. E così si lascia andare a esilaranti monologhi che non contraddicono ma completano il suo lato, diciamo così, più impegnato. L’ironia - e questo Guccini lo sa bene a differenza di tanti altri cantautori - è un’arma talmente sottile da essere assai pericolosa. Le recenti polemiche televisive lo confermano ancora una volta.

Due ore abbondanti di musica e parole, senza cali di ritmo, dove le canzoni nuove ("Cirano", "Ho ancora la forza", "Stagioni") si amalgano bene con quelle storiche ("Eskimo", "Dio è morto", "Auschwitz", "Il vecchio e il bambino", ecc...).

Qualcuno all’uscita del concerto si lamentava proprio di questa scelta, che comunque ha privilegiato la produzione recente, ma questo è il destino di quasi tutti i cantautori.

Assieme a Guccini c’è un gruppo di musicisti straordinari, semplicemente il meglio che si possa trovare in Italia. "Flaco" Biondini, il suo fedele chitarrista argentino, Ellade Bandini alla batteria, Ares Tavolazzi al basso, Antonio Marangolo ai fiati e Vince Tempera alle tastiere.