Zelig, scandalo al sole
Esiti opposti (nell'affluenza di pubblico) a Serata Zelig e Comedians Cabaret, troppo o troppo poco. L'organizzazione può - e dovrebbe - rimediare.
Intendiamoci, gli appuntamenti sono stati tutti appetitosi. Hanno proposto pietanze a base di satira o parodia, di nonsense o caricatura, ma la ricetta ha sempre funzionato. Pali e Dispari, Migone, Parassole, Ale e Franz, Oreglio, Sgrilli, Manera, Dalfiume… come non amarli? Con una carrellata di personaggi così, è impossibile non divertirsi.
E allora dov’è il problema? Cominciamo dalla patata bollente. "Ore 10: calma piatta" recita un thriller di Phillip Noyce; beh, come la bella Nicole Kidman, anche gli addetti del Sociale hanno passato dei brutti quarti d’ora lo scorso 24 marzo. Erano ancora i giorni della "Fiera Universitaria" e, per l’occasione, la "Serata Zelig" era gratuita per favorire gli studenti delle scuole medie superiori.
Ligi al ruolo di goliardi buontemponi, gli universitari hanno pensato bene d’assaltare il teatro, con tanto di minacce, per accaparrarsi i pochi biglietti e fare, magari, anche bagarinaggio (fino a 20.000 lire l’uno!) a danno degli studenti. Risultato: la polizia ha disperso la ressa e i liceali si sono trovati con un palmo di naso o il portafoglio alleggerito. Colpa degli universitari? Colpa della disorganizzazione? Entrambe le cose, probabilmente, dato che i biglietti andavano distribuiti in due momenti, dalle 10 a mezzogiorno per chi frequenta le superiori, e dalle 3 in poi per gli altri. Invece, alle 10.45 erano già finiti… Così, ancora una volta, i giovanissimi non hanno potuto ammirare alcuni dei comici più in gamba in circolazione.
Così al Sociale. Altra musica, grave, allo Sperimentale: le serate di "Comedians Cabaret" non registrano mai il tutto esaurito, vuoi per l’orario (le 22 sono davvero tardi per i mattinieri trentini), vuoi per alcuni nomi poco noti. Se poi ci mette lo zampino anche la stampa, è finita. Non ricordiamo una gran pubblicità alla rassegna, importante, vitale in una città dove manca tuttora un caffè concerto, a differenza di Bolzano che ne conta almeno due. Peccato, perché la libertà si gusta più qui che in televisione, dove le battute vengono annacquate o censurate, per non farci pensare troppo e troppo a lungo sui problemi del (Bel?) Paese.
Ve lo figurate Dalfiume che prende in giro il Ministero? Parassole che accusa le multinazionali su una rete che ha firmato un contratto con una di loro? Certo, Grillo è un caso limite, ma i media sanno fare piccoli ostracismi tutti i giorni ed è su un palco che saltano fuori alcune verità.
A noi che c’eravamo a vedere i nostri beniamini, resta la loro simpatia, il sapore agrodolce delle risate. Chissà, se i quotidiani locali sostenessero a dovere certe iniziative e il pubblico trentino fosse meno pigro, forse la gente non starebbe chiusa in casa a girare i pollici… della TV.