Benzina, proviamo col boicottaggio?
Una proposta - utopistica? - grazie alla quale i cittadini costringerebbero le compagnie petrolifere a ripristinare la concorrenza.
Imeccanismi della libera concorrenza, che qualcuno ci dipinge come infallibilmente benefici, hanno fatto cilecca un’altra volta: con la benzina, i cui prezzi in continuo aumento hanno contribuito in maniera determinante a riportare l’inflazione in Italia ai livelli del 1997. Un esito non fatale, poiché questa situazione dipende solo in parte dalla politica dei paesi produttori, che tengono bassa la produzione per sostenere i prezzi; una buona fetta di responsabilità spetta ai petrolieri che, castrando la concorrenza, hanno creato un "cartello", si sono cioè messi d’accordo sui prezzi da praticare, a tutto danno del consumatore.
Quello che noi cittadini avevamo ben presto subodorato è stato in seguito accertato dall’apposita Authority, che in conseguenza di ciò ha comminato alle compagnie un multa di 640 miliardi, contro la quale i petrolieri hanno subito presentato appello al Tar del Lazio.
A proposito di questa vicenda, ci siamo imbattuti, su Internet, in una proposta che si ripromette, attraverso la partecipazione attiva dei consumatori, di costringere lorsignori ad abbassare i prezzi. E’ un’idea semplice quanto efficace che giriamo ai lettori, pur consapevoli della sua quasi impossibile realizzazione pratica, in quanto richiederebbe due condizioni che difficilmente si realizzeranno: una massiccia campagna di pubblicizzazione e soprattutto un senso civico e una capacità auto-organizzativa dei consumatori che in Italia ancora non abbiamo. Ma vediamo di che si tratta.
Cominciamo col suddividere i distributori di benzina italiani in due gruppi: da una parte Agip e Ip (società controllate dell’Eni, dove è azionista di maggioranza il Ministero del Tesoro, anch’esse colpevoli dell’accordo di cartello e condannate dall’Antitrust), dall’altra tutti gli altri. Prima fase del piano: continuare a rifornirsi boicottando tutti i distributori del primo gruppo, quindi utilizzando tranquillamente l’auto avendo solo l’accortezza di evitare rigidamente Agip e Ip, facendo sapere a queste compagnie che saranno boicottate finché il prezzo del carburante non scenderà ad un prezzo al massimo del 5% superiore a quello dell’anno scorso.
Se noi consumatori saremo capaci di portare a termine coerentemente questa protesta, non ci sarà dubbio che queste due compagnie dovranno ascoltare le nostre ragioni agendo suoi prezzi.
Comincerà allora la fase successiva: quando Agip e Ip avranno abbassato i prezzi, cci riforniremo di benzina solo nelle loro stazioni di servizio trasferendo il boicottaggio su tutte le altre compagnie. Questa fase sarà verosimilmente molto rapida, perché immediatamente le altre compagnie si adegueranno ai ribassi per non perdere mercato. E il gioco sarà fatto.
Utopia? Forse sì, ma perché non tentare?
Sul piano delle azioni più concrete, le associazioni Codacons e Adusbef, ritenendo che la multa comminata dall’Antitrust ai petrolieri sia troppo esigua rispetto ai profitti scorrettamente accumulati in questi mesi, intendono proporre un’azione di risarcimento danni pari a 7.000 miliardi, e inoltre interverranno, a fianco dell’Authority, per opporsi al ricorso dei petrolieri contro la multa di 640 miliardi.