Forza Italia, la difficile arte dell’opposizione
Berlusconi vince, i berlusconiani trentini perdono. Forse pesa un’opposizione da sfasciacarrozze nella forma (il leader sembra Erminio Boso), e poverissima nella sostanza (non si disturbano i rapporti di Dellai con i poteri forti).
Forza Italia, come evidenziano i grafici, è passata dalla sconfitta alle provinciali d’autunno alla disfatta alle comunali di un mese fa; e poi alla vittoria alle europee. I dirigenti locali hanno sùbito cantato vittoria, non rendendosi conto che questa sequenza di risultati li dovrebbe mettere sul banco degli imputati: quando concorrono loro collezionano fiaschi clamorosi, quando scende in campo il Grande Capo, invece, si vince. Ci saranno pure di mezzo le televisioni, ma questa sequenza di risultati dovrebbe pur dire qualcosa; forse al fondo ci sono dei nodi politici...
Ne parliamo con il parlamentare europeo uscente Giacomo Santini, non riconfermato nonostante una notevolissima messe di preferenze, e superato in particolare da Vittorio Sgarbi.
"C’è il problema di come Sgarbi, parlamentare a Roma, conduttore di una trasmissione televisiva, ecc, possa garantire a Strasburgo una presenza dignitosa: il Parlamento europeo non ha bisogno di una presenza virtuale, ma di un impegno concreto. Ora, conoscendo Sgarbi, è da escludere che possa rinunciare a questo doppio incarico. Per questo sia il cooordinamento regionale di Forza Italia, sia gli industriali trentini, faranno un appello a Berlusconi perchè induca Sgarbi ad accontentarsi del seggio romano. Il problema è se Berlusconi vuole e se può convincerlo..."
Parliamoci chiaro: Berlusconi, se vuole, può...
"Certo; e questo farà capire se si vuole costruire un partito, una formazione politica vera, fondata sulla gente che lavora, oppure fondata sull’apparenza, sullo show.
Noi eravamo venti parlamentari di Forza Italia, in quindici abbiamo ricandidato, solo tre sono stati rieletti; eravamo tutti professionisti, ci siamo impegnati nella produzione legislativa vera, che è quello che serve ai cittadini, per trasferire a Bruxelles, nelle commissioni parlamentari, le spinte del territorio. Probabilmente questo non paga, paga di più l’apparenza, la passerella; sono stati premiati i personaggi televisivi, i 14 segretari di partito, più 7-8 che hanno il doppio incarico, tutta gente che nelle commissioni non ci andrà mai; il Parlamento europeo è tornato ad essere un optional".
E’ curioso questo rammarico sull’influenza della Tv da parte di un forzista: il suo partito aveva tutti i mezzi per far conoscere il vostro lavoro.
"Mediaset ha la sua linea editoriale, e non considera il nostro lavoro nei suoi palinsesti."
Beh, Berlusconi ha inondato le sue reti di spot... Mi sembra evidente che è stata una decisione del suo partito quella di puntare sulla passerella.
"Berlusconi e il gruppo europeo di Forza Italia non vanno confusi. In Tv c’è andato solo lui, e l’impatto televisivo è stato buono per il partito e per il presidente del partito, non per i singoli candidati."
Questa è una scelta di partito, una maniera di vedere la politica, come spettacolo invece che come lavoro.
"No, è una scelta di tutti i mass media: nessuno ha dedicato attenzione all’impegno dei deputati; se invece arriva Bossi e spara sui corridoi una battuta a Bertinotti, ha il titolone. La stampa è schiava dei gusti dei lettori: la sostanza non fa notizia, la sensazione sì. Invece devo riconoscere la positività della stampa di settore: per esempio i giornali delle categorie agricole hanno apprezzato e fatto conoscere il mio lavoro sulla determinazione dei prezzi agricoli."
Veniamo quindi al Trentino, e ragioniamo con Santini su quest’incredibile divaricazione tra i risultati alle elezioni locali (provinciali e comunali) e quelle europee.
Berlusconi ha avuto successo, quando si è mostrato capace di un’opposizione costruttiva: con l’elezione di Ciampi, con l’appoggio all’intervento in Kossovo senza chiedere contropartite in altri campi ecc. E proprio lei, in un’intervista che ci rilasciò dopo l’esito delle provinciali, parlava di opposizione costruttiva, di appoggio alle riforme istituzionali; ma poi, in aula, sembrate a rimorchio degli sfasciacarrozze, dei Boso; il vostro compito sembra essere quello di far dispetti a Dellai.
"Beh, l’idea di avere una opposizione frammentata sarebbe troppo comoda per la maggioranza."
Sta di fatto che voi sposate la linea di chi le riforme dichiaratamente non le vuole, Lega e An.
"Finora non sono state presentate riforme. Difatti noi abbiamo appena deciso di svolgere un’opposizione costruttiva se la maggioranza accetterà alcune nostre pregiudiziali: su tre temi fondamentali come i patti territoriali, la riforma dell’Apt e quella dei comprensori, non si dovrà procedere con leggi delega della giunta, ma si deve aprire un dibattito e avviare un iter normale che coinvolga le commissioni, senza fretta."
Ma se siete d’accordo sulla riforma elettorale, perchè fate dipendere il vostro appoggio da altre condizioni?
"Un programma di legislatura non può essere ‘alla carta’, deve essre coerente..."
Non vi si chiede di entrare in maggioranza, ma di essere a favore dei provvedimenti che avete sempre detto di sostenere.
"Noi intendiamo essere così collaborativi che chiediamo a Dellai, attraverso forme nuove come conferenze di capigruppo e meeting tematici, di inventare formule di confronto prima di trovarci impastoiati nelle usuali contrapposizioni in aula. E’ un metodo di lavoro molto usato, e con profitto, nel Parlamento europeo. Nei gruppi di lavoro di partito spesso partecipano rappresentanti di altri partiti, il che permette di sgrezzare le questioni, ridurre all’essenziale, ai contenuti, i motivi di attrito. Così si attenuano le contrapposizioni per partito preso, e l’istituzione diventa molto più operativa."
L’altro problema dell’opposizione del centro-destra è la sua esilità sul punto più criticabile di Dellai: i suoi rapporti con i poteri forti. Già al Comune di Trento la destra non aveva certo brillato nel denunciare i favori alla speculazione, o la tendenza dell’allora sindaco a far affari con Tosolini. E anche adesso in Provincia: Dellai ha le smanie cementificatorie, l’aeroporto, l’ospedale, investire in muri, in impianti sciistici. E il centro -destra fa la politica del "più uno": l’ospedale bisognava farlo prima, l’aeroporto più grande... Nel sotteso - e probabilmente vano - tentativo di strappare a Dellai la rappresentanza dei poteri forti.
Tutto questo finisce con il delegare alla maggioranza stessa il ruolo dell’opposizione: sono i Ds e i Verdi che si oppongono all’aeroporto, sarà da loro, eventualmente, che verrà ridiscusso l’ospedale. Come ai tempi della Dc trionfante: la dialettica era tutta al suo interno, le opposizioni erano un ornamento.
"Noi abbiamo un programma elettorale che pone risposte a tutti questi temi, e che intendiamo rispettare, magari pagando anche elettoralmente, come è stato per l’appoggio alla Valdastico. Così il nostro programma parlava di aeroporto e ospedale, e queste realizzazioni noi le sosteniamo (semmai è Dellai che l’aeroporto lo scopre adesso, da sindaco era freddino). Noi non abbiamo rapporti con il partito degli affari, che di certo non cerca noi, ma coloro che sono sempre stati al governo. Noi invece potremo fungere da garanti di due cose: l’utilizzo corretto del territorio..."
Ad esempio?
"Con la contrarietà alla terza corsia dell’A22: in Trentino non c’è più territorio disponibile da sacrificare all’autostrada; semmai alla ferrovia. Altro esempio, la Sloi, al cui interno ho vissuto per un anno e mezzo, da bambino; il disinquinamento è un altro punto cardine del nostro programma."
Qui torniamo al discorso dei poteri forti. Chi paga il disinquinamento: l’ente pubblico, cioè Pantalone? E i Tosolini invece ci guadagnano sulle aree graziosamente disinquinate?
"Questo è un problema sanitario generale prima che imprenditoriale, e quindi sono per l’intervento del pubblico."
Ma questi ci devono guadagnare sempre? Anche quando sbagliano comperando aree inquinate? Questo è assistenzialismo alla speculazione!
"E’ chiaro che l’ente pubblico dovrà vincolare le destinazioni, sia da un punto di vista sanitario, sia dal punto di vista del recupero di spazi abitativi a favore della comunità, in cambio del disinquinamento."
La seconda cosa di cui vi farete garanti?
"L’utilizzo di manodopera locale. Il quadruplicamento veloce della linea del Brennero deve creare occupazione. Questo lavoro durerà vent’anni, dobbiamo stare attenti che ciò avvenga sul territorio. Le Province devono intervenire per far pesare il loro ruolo, il loro peso per avere contropartite sul piano della scelta delle imprese che effettueranno i lavori."
Non so quanto sia possibile vincolare gli appalti. E in ogni caso, è la manodopera dei cantieri che risolve i (pochi) problemi occupazionali? Così non si crea solo immigrazione? Non sarebbe invece più opportuno insistere su fermate (perchè Trento non sia bypassata) e modalità di costruzione (rispettose del territorio)?
"La fattibilità della nuova linea ferroviaria non può essere messa in dubbio, è un progetto strategico dell’Europa. Dove dobbiamo intervenire sono le modalità del passaggio in Trentino. E’ vero, l’aspetto imprenditoriale e occupazionale è secondario rispetto a questo."
Ritornando a Dellai, esiste o non esiste il problema dei suoi rapporti con i poteri forti?
"Non saprei; posso immaginare che i poteri forti cerchino un rapporto con lui. Certo, noi opposizioni vigileremo. Per il resto faremo un’opposizione costruttiva, valutando il merito delle proposte. Non faremo l’opposizione tradizionale che tende solo a far fare brutta figura alla maggioranza..."
Beh, all’inizio avete fatto così...
"Era solo un’azione per chiedere dalla maggioranza rispetto nei nostri riguardi: per questo chiedevamo la presidenza del Consiglio provinciale. Ma come vede, torniamo a parlare di opposizione costruttiva; non dimenticando mai quali ripercussioni ha il funzionamento delle istituzioni sulla vita della gente."