La farsa del nuovo ospedale
Dellai e Tosolini ci riprovano
L’accoppiata Dellai-Tosolini gode di ottima stampa: lo speculatore bolzanino è comproprietario dell’Alto Adige, il supersindaco è quotidianamente santificato da L’Adige (vedi La riforma, il supersindaco e gli altri). Le relazioni tra i due quindi tendono a passare inosservate (QT a suo tempo fu solo a denunciare i tentativi del sindaco di elargire miliardi allo speculatore attraverso l’immotivato acquisto degli ex-Sordomuti). Non stupisce quindi che osino sempre di più. E il nuovo "affare" si chiama nuovo ospedale.
Già a suo tempo Dellai aveva sorpreso tutti dichiarando che il Santa Chiara alla Bolghera era inadeguato, che occorreva un nuovo ospedale ecc, arrivando ad ostacolare la ristrutturazione dell’attuale nosocomio (già finanziata) pur di portare avanti i suoi progetti. Quali progetti? "Occhio alle aree - scrivevamo allora - sarà interessante vedere chi sono i proprietari delle aree su cui il sindaco vuol costruire". Ora la risposta è venuta, chiara, anzi sfacciata: il proprietario è Tosolini.
La cosa è tanto grossa che Dellai non ha messo fuori subito la propria faccia. Ha mandato avanti il suo uomo di paglia, Sergio Niccolini, classico yes-man piazzato nel posto chiave di assessore all’urbanistica. "Il nuovo ospedale a Trento-Nord" - comunica una prima volta l’assessore suscitando la sorpresa e la contrarietà di urbanisti e tecnici. "Si può fare alla ex-Sloi" - ribadisce in un’intervista del 6 aprile a L’Adige; e di fronte alle tante obiezioni dell’intervistatore, dà risposte assolutamente improbabili (al rilievo che "un ospedale vicino alla ferrovia e ai tralicci dell’Enel fa rabbrividire", replica di aver già preso contatti con l’Enel per far spostare i tralicci, e con le FS per far - addirittura! - interrare la ferrovia: per Tosolini si fa questo ed altro).
L’Adige non ha il coraggio di scrivere che il terreno in questione è di Tosolini, lo scandalo sarebbe ufficiale. E così tutti fingono di non conoscere il nome del proprietario beneficiato da queste attenzioni. Ma ugualmente la cosa è troppo grossa: la localizzazione dell’ospedale a Trento Nord è di per sé una bestialità talmente grande, che le reazioni ci sono subito. Non certo da parte dell’opposizione (il centro-destra, rappresentato in Comune dall’ ex-sindaco Goio e dal leghista arch. Filippin, è sempre con il sindaco quando c’è di mezzo la speculazione). Bensì dall’interno della stessa maggioranza, a iniziare dal Pds.
"Non si può pensare di spostare l’ospedale perchè congestiona la Bolghera, e poi piazzarlo a Trento Nord, aggiungendo un nuovo polo d’attrazione in un’area già adesso congestionata - esordisce Murizio Siligardi, Pds, presidente della commissione urbanistica - E abbandonare un’area di quattro ettari perchè non si presta a future espansioni, e andare in un’area grande altrettanto. E poi c’è tutto il discorso del disinquinamento dell’area, di chi lo paga, della convenzione fatta a suo tempo con i privati, di quanto costerebbe questo terreno..."
Insomma, l’elenco delle assurdità della localizzazione a Trento Nord è lunghissima, e qui neanche le elenchiamo tutte. E le alternative non mancano: "A sud la localizzazione sarebbe logica ed economica: ad esempio le aree a Ravina, presso il Crosina Sartori, sono 10 ettari, una superficie sufficiente per venire incontro alle nuove edificazioni ospedaliere che non sono più a monoblocco ma ad isole dedicate alle varie specializzazioni; ed è un’area pubblica, non costa niente..."
Ma la contrarietà del Pds è anche sul metodo: "In vista del nuovo Piano regolatore, abbiamo dato vita a un gruppo di lavoro formato da consiglieri di maggioranza e da tecnici, per fissare le linee generali del piano. E ora ci meraviglia che, nonostante questo, l’assessore - che di questo gruppo di lavoro fa parte - se ne venga fuori con proposte che sono sue proprie, che il gruppo non ha mai discusso. E la cosa non sembra una sparata, ma parla di contatti già avviati con Enel e Ferrovie. Questo non va bene."
"Il Prg non si può fare dicendo ‘qui mettiamo questa cosa, lì mettiamo quest’altra’ - aggiunge Melchiore Redolfi, capogruppo pidiessino - Proprio per evitare queste improvvisazioni è stato creato il gruppo di lavoro, che deve fornire la cornice generale. Le uscite estemporanee dell’assessore non sono compatibili con questo metodo."
Di fronte al robusto alt venuto dall’interno della sua maggioranza (oltre che Pds, anche dai Verdi, e da alcuni degli stessi Popolari), Dellai sconfessa il suo yes-man: della serie ‘vai avanti tu che mi viene da ridere’. "Attualmente - dice - non esiste alcuna ipotesi di collocazione dell’ospedale".
E’ facile prevedere che non finirà qui. Noi comunque avanziamo una previsione: la soluzione di costruire su aree già pubbliche sarà l’ultima che il sindaco e l’assessore prenderanno in esame.