Incredibile Patt
Un partito pieno di qualità: senso dello stato (Binelli), credibilità (Tretter), coraggio civile (Casagranda), coerenza (Franzinelli)...
E così l'assessore Binelli, che in primo grado era stato condannato a 14 mesi, in appello ha avuto uno sconto di 4 mesi, con la conferma dell'interdizione ai pubblici uffici, che però scatterà solo in caso di condanna definitiva. Ce n'è abbastanza per far dimettere un politico che, all'atto della candidatura, si era impegnato insieme ai suoi compagni di partito (il Patt) a dimettersi qualora avesse ricevuto non una condanna, ma un avviso di garanzia? Pacato e speranzoso, il pidiessino Alessandrini dice che ora "spetta al suo partito, alla giunta provinciale e alla sensibilità di Binelli decidere di trarre le conseguenze ". Speranze mal riposte: II Patt - scrive l’Alto Adige - "non fa una piega", ed esprime piena solidarietà a Binelli, "colpito dal formalismo ".
"La retroattività nel Patt non esiste - è il formidabile argomento di Andreotti, che invoca il fatto che il reato venne commesso da Binelli in qualità di sindaco e non di consigliere. Quanto all'interessato, si assolve generosamente: "Io come ingegnere bado alla sostanza delle cose. Considero la vicenda per cui sono stato condannato un peccato veniale". E quindi, prosegue, "non penso che questa sentenza possa essere oggetto di strumentalizzazioni. (...) E' vero che prima delle elezioni del '93, come candidati del PATT, avevamo firmato un impegno a toglierci di mezzo in caso di rinvio a giudizio. Ma allora si era in piena Tangentopoli e l'impegno valeva per i casi di corruzione: non è il mio caso ". Dunque, "per ora di dimissioni non si parla ".
Bubbole a parte, ecco la semplice morale della storia nelle parole di Mauro Bondi: "Sull'onda giustizialista del '93 gli autonomisti avevano messo per iscritto che si sarebbero dimessi in caso di rinvio a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione: non possono fare i giustizialisti quando conviene e i garantisti quando serve a loro. E poi si tratta della parola d'onore."
E così, dopo essersi impegnati a non fare i consiglieri per più di tre legislature, quelli del Patt, all'improvviso, si sono accorti che la conta parte da adesso. Anche in questo caso, insomma, "la retroattività nel Patt non esiste". Di conseguenza, VAlto Adige del 28 febbraio titola: "Tretter può tornare in Usta " e ricorda, nel sommario, che verranno in tal modo "ripescati" anche Casagranda e Binelli.
' "Fino a poco tempo fa - riassume il giornale - tutti... erano convinti che la norma avesse un solo significato: tre mandati sono tre, come dice il numero, non cinque o sei. Invece il parlamentino ha deciso che la decorrenza dei termini parte dal momento in cui la norma viene scritta, come se il congresso che ha stabilito quella norma nel '94 volesse sbarrare la strada a qualcuno nel 2008, non prima "
Tretter, ovviamente, "ha giurato un 'altra volta che non farà parte della partita ", e stavolta - hai visto mai? - sarà anche vero: sta di fatto, però, che a credergli sono in pochi: "troppe volte ha vanamente giurato di uscire dalla politica "
E così, dopo reciproci sputtanamenti, vicende giudiziarie ancora pendenti e minacce di espulsione, oltre a Binelli e Tretter sembra che potrà ricandidare (per la quarta volta) anche un altro personaggio che a differenza di Tretter non nasconde di voler continuare a bazzicare piazza Dante, Sergio Casagranda, del quale ricordiamo la recente vicenda delle accuse rivolte al suo stesso partito tramite confidenze fatte a Carlo Palermo, precipitosamente smentite quando l'ex giudice le divulgò. In segno di ringraziamento per la possibilità che gli si offre, "adesso pare proprio che Casagranda ritirerà le sue denunce al partito. Nei mesi scorsi il commendatore non aveva ripetuto altro che questo: 'Se mi fate ricandidare, allora possiamo trovare un 'intesa ' ".
E così, a quanto scrivono i giornali, accanto ai veci, stavolta candiderà nel Patt anche un esordiente di lusso, l'ex compagno Gino Franzinelli ("C'è la mia disponibilità " - ha dichiarato).
L'improvviso ingresso nel partito autonomista dell'ex segretario della Cgil ci aveva moderatamente stupito, ma non indignato: non siamo di quelli che pensano che essere coerenti significhi restare tutta la vita con le medesime idee. Ricordo anzi che salutammo questa sua scelta con l'augurio di riuscire nel compito di ripulire il Patt da certe incrostazioni becere che a volte rendono questo partito impresentabile; un compito che senz'altro si proponeva - ritenevamo ingenuamente, dato il suo passata.
Ebbene, sull'Adige del 1° marzo, quando il segretario del Pds Albergoni addebita al Patt di aver "portato l'autonomia ai livelli più miseri della storia", ecco cosa risponde Franzinelli: "Non accetto questo discorso. Dicendo così offendi i trentini; un'offesa ancora più grave perché arriva da un non trentino ".
E fortuna che Albergoni viene da Milano e non è un terrone...