Quando “si annida il sospetto”
Caro Renato Ballardini, apprezzo, e quasi sempre condivido, i tuoi commenti politici, perché analizzano fatti, decisioni, dichiarazioni che sono sotto gli occhi di tutti, controllabili anche da me.
Questa volta no. Lo sai qual è stata la mia prima impulsiva reazione al tuo ultimo pezzo? Se avesse ragione Renato, la prossima volta non vado nemmeno a votare.
Vorrei poter giudicare le parole politiche per quello che dicono. Prendiamo Violante, persona che stimo, anche se non sempre mi trovo d'accordo con ciò che dice. Questa volta anch'io ritengo "a dir poco incaute" le sue dichiarazioni sull'amnistia ai corrotti. Ma tu ritieni "che siano state pronunciate solo ed esclusivamente per proporzionare la benevolenza della destra " in vista delle elezioni a Presidente della Repubblica.
Non sono d'accordo. Voglio continuare a giudicarle "incaute" nel merito, non per il sovra-scopo che nasconderebbero: voglio cioè poter mantenere il rispetto per l'uomo politico, pur nel dissenso sulla specifica questione. Ne va della possibilità dell'educazione politica ai giovani, che presuppone di prendere sul serio un politico che parla amico o avversario che sia.
Anche quando Violante ci richiama a riflettere sul perché molti ragazzi e ragazze hanno scelto le brigate nere della Repubblica sociale invece che la Resistenza, sta pensando al Quirinale? Molti lo pensano e lo scrivono. Io l'ho preso in parola: ho letto De Felice e Mazzantini. e ho capito meglio, mi pare, le ragioni della Resistenza. Ne so parlare ai ragazzi in modo più problematico e serio. Sarebbe gravissimo se fossi stato strumentalizzato brutalmente, se lì non avessimo saputo eleggere che un ipocrita opportunista.
Ancora. Non pensava Violante ai voti della destra quando istituiva una commissione di studio sulla corruzione, i cui risultati sono per altro caduti nel vuoto? E non ci pensava quando espresse il suo favore a sperimentare la legalizzazione delle droghe?
Intendiamoci, legami e connessioni esistono, non voglio fare l'ingenuo, e svelarli è compito del bravo commentatore. Ma non perché "si annida il sospetto".
Più in grande. Io continuo a insegnare che Marx e i comunisti volevano veramente, come dicevano, la giustizia e l'eguaglianza sociale. Se il risultato è stato invece la disfatta e la tragedia dell'Urss, il mio compito di studioso e insegnante si fa più difficile: mi parrebbe sbagliato, e comodo, spiegare il tutto con l' "ipocrisia".