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L’indignazione degli alpini

C’è grande indignazione tra gli alpini di Lona-Lases in questi giorni. No, non perché il Comune è in difficoltà economiche. Nemmeno perché è stato amministrato in questi anni da persone recentemente condannate in primo grado per associazione mafiosa. L’indignazione è dovuta al fatto che qualcuno ha rovinato un pregevole monumento pubblico come la fontana sita all’inizio di via Maseri.

Lo sfregio è costituito da due manifesti attaccati con del nastro adesivo alla torretta centrale, nastro adesivo fissato con un giro attorno al rubinetto dal quale non sgorga nemmeno una goccia d’acqua. I due manifesti, affissi nella tarda serata di giovedì (ma evidentemente notati solo ieri), annunciavano l’iniziativa svoltasi sabato 14 ottobre ed organizzata dal M5stelle in collaborazione con il Coordinamento Lavoro Porfido.

Si tratta della visita alle cave di Lona-Lases, avvenuta sabato pomeriggio, da parte dell’ex procuratore nazionale antimafia dott. Federico Cafiero de Raho (attualmente deputato del M5stelle) e della parlamentare europea Sabrina Pignedoli. Incontro partecipato ma dal quale, ancora una volta, è stata tenuta lontano proprio la cittadinanza di Lona-Lases (qualcuno fotografava da lontano le persone partecipanti, altri tenevano sott’occhio lo svolgimento in località Pianacci).

In seguito al grave sfregio a tale monumento stanno girando sul gruppo whatsapp degli Alpini di Lona-Lases una serie di indignati messaggi e viene pure fatta girare la foto di un cartello affisso sulla adiacente bacheca con la seguente scritta: “I fogli attacavei sul culo no sulle fontane del paese – CLP merdacce – CLP rovina del paese”

Ebbene, confesso pubblicamente di essere io l’autore del grave deturpamento e di averlo fatto non in quanto portavoce del CLP, ma per decisione personale. Decisione dovuta al fatto che la locandina relativa all’iniziativa con don Luigi Ciotti svoltasi a Trento qualche settimana fa, affissa sulla adiacente bacheca, è stata strappata poche ore dopo la sua affissione. Sulla fontana sarebbe stato meno facile strappare i manifesti senza farsi notare. D’altra parte, il gruppo Alpini non ha manifestato alcuna riprovazione per l’affissione, oltre un anno fa, di una lettera dell’avvocato Fedrizzi su una staccionata presso il lago di Lases. Nemmeno per la lettera anonima e denigratoria nei confronti dello stesso CLP affissa, impropriamente, qualche settimana fa presso la spiaggia del lago. Ma ciò che testimonia il vero amore per il decoro pubblico è proprio il linguaggio usato!

Mi assumo quindi la responsabilità personale per il grave gesto, rassicurando però che, a parte qualche danno alla ruggine del rubinetto (dal quale, ormai da anni, non sgorga più una goccia d’acqua), non vi è stato alcun danno irreversibile al monumento in calcestruzzo risalente al secondo dopoguerra. A meno che l’interrogativo per le coscienze che quel manifesto poneva, parlando di mafia, non abbia seminato nelle stesse qualche interrogativo.

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