Arte d’estate
Anche quest'anno il panorama delle mostre estive in Trentino risulta particolarmente notevole, tra eventi freschi d'inaugurazione ed altri già rodati nel corso della scorsa primavera. È questo il caso di Klimt e l'arte italiana al Mart (fino al 27 agosto), tra tutti forse l'appuntamento più imprescindibile: non tanto per i capolavori klimtiani in mostra - come l'iconica Le tre età della donna (1905) -, quanto per i riflessi che l'opera del maestro della secessione viennese ebbe su diversi artisti italiani dell'epoca, come Adolfo Wildt, Galileo Chini, Felice Casorati e Vittorio Zecchin.
Ancora a Rovereto, Casa Depero è stata riallestita con il focus Depero per il Trentino (fino al 24 settembre): da una parte la produzione pubblicitaria del futurista roveretano per diverse località turistiche trentine, dall'altra le escursioni intraprese dallo stesso Depero sul territorio; un invito al viaggio facilitato anche da apposite guide progettate dagli studenti del Liceo delle Arti. A pochi passi, presso il Museo della città, è in corso fino al 15 ottobre la mostra Livio Fausto Sossass. Un artista per la città, dedicata alla riscoperta dell'opera scultorea, grafica e pittorica di un artista che, con alcune sue opere, ha profondamente segnato lo spazio e l'immaginario cittadino.
A Trento, presso la Galleria Civica, si è da poco inaugurata Domus contemporanea (fino al 26 novembre), mostra allestita in occasione dell'apertura della Villa Romana di Orfeo a Trento: un percorso in cui 31 autori, da Vanessa Beecroft a Luigi Ontani, si confrontano col tema della classicità.
Al Castello del Buonconsiglio, oltre alla bella mostra sul fotografo Sergio Perdomi di cui ci siamo già occupati (fino al 1° ottobre), è stata da poco inaugurata I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles, dedicata ai 18 dipinti dei due artisti che ornavano il soffitto della biblioteca vescovile. Per la prima volta visibili da vicino in occasione del loro restauro, le tavole sono affiancate da un centinaio di altre opere (tra gli autori anche Albrecht Dürer e Josè de Ribera) tra sculture, stampe, volumi e dipinti provenienti da musei e collezioni private.
Se il Castello di Stenico ripropone la fortunata mostra sul Giappone (fino all'8 ottobre) già ospitata al Buonconsiglio, con al centro le fotografie all'albumina di Felice Beato e le raccolte di "giapponeserie" di Giuseppe Grazioli, che comprendono stampe e libri xilografici, armi e armature, oggetti d'uso e capolavori d'arte applicata, Castel Caldes ospita una retrospettiva su Bartolomeo Bezzi (fino al 5 novembre), organizzata in occasione del centenario della morte dell'artista. In mostra paesaggi, un'ampia serie di ritratti e diversi bozzetti per il perduto pannello decorativo, realizzato nel 1909, per il salone dell’Hotel Mendelhof al Passo Mendola.
Due mostre in contesti diversi ripropongono a Trento la forza della fotografia in bianco e nero. Nel primo caso si tratta di “Coppia stereoscopica. Trento. Cent’anni o quasi nello sguardo di Sergio Perdomi e Luca Chistè” (Spazio del Sass, fino al 29 ottobre), dove quest’ultimo sceglie 14 spazi del centro storico fotografati tra gli anni Venti e Trenta da Perdomi e li mette a confronto col loro aspetto di oggi. Operazione, è vero, già tentata da altri, ma che possiede in questo caso uno speciale rigore metodologico, ricostruendo “scientificamente” il punto di vista originario e offrendosi come ulteriore contributo alla lettura del “palinsesto” urbano. Il luogo di esposizione non è casuale, perché il Sass è uno dei siti del centro storico stravolti dagli interventi del fascismo. Per il resto, ad eccezione di piazza Venezia, queste immagini parlano non di luoghi radicalmente sconvolti nell’aspetto, ma riadattati, nel bene e nel male, ad una società profondamente mutata.
L’altra mostra è “Deserto Italia” , visitabile fino al 20 agosto nel prato del Muse, un lavoro ancora in corso di Stefano Torrione che documenta gli effetti del cambiamento climatico sul territorio italiano: ghiacciai che si ritirano, letti dei fiumi e fondali dei laghi che vengono per la prima volta allo scoperto, impianti sciistici dismessi, tizzoni di vegetazione bruciata. Il 2022 è stato l’anno più caldo registrato dal 1800: queste immagini parlano dell’Italia e non includono la figura umana, ma in effetti parlano del mondo e di poderosi cambiamenti
sociali che sono già in atto.
Alla Galleria Civica di Trento è in corso, fino al 26 novembre, la mostra “Domus contemporanea” (a cura di Margherita de Pilati e Andrea Viliani), che si collega ad un evento atteso da decenni, ovvero la riapertura della villa romana di via Rosmini, ribattezzata “Villa di Orfeo” dalle immagini del meraviglioso pavimento musivo scoperto nel 1958. La mostra della Civica riunisce opere di 29 grandi autori moderni e contemporanei che hanno avvertito la suggestione dell’antico, tra i quali de Chirico, Savinio, Melotti, Jodice, Paolini, Sottsass, ed è il frutto della collaborazione tra alcune gallerie private il Mart.
Infine al Castello di Pergine prosegue fino al 31 ottobre la trentesima edizione della mostra di scultura, con le opere in legno di Andreas Kuhnlein “Tracce di umanità”, una ricerca che attinge anche al mito, sulla fragilità e precarietà della nostra specie, alla quale abbiamo dedicato una recensione su Qt del maggio scorso.