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QT n. 5, maggio 2023 Trentagiorni

NOT: il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi

Rivediamo l’ultima notizia della vicenda Nuovo Ospedale alla luce della (vergognosa) sequenza di eventi precedenti.

- Malgrado nel progetto Guerrato vi siano gravi carenze, vistosi e pericolosi errori e addirittura punti di non rispondenza a quanto specificamente richiesto dal capitolato di gara, lo stesso supera l’esame della commissione giudicatrice (formata da 5 commissari esperti!) e viene scelto come vincitore.

- Il RUP (Responsabile Unico del Provvedimento) ing. De Col lo fa proprio, l’Ufficio Appalti della PAT nulla eccepisce. Il RUP dichiara l’impresa Guerrato promotore.

- Quando l’Azienda Sanitaria, con grave ritardo, prende finalmente visione del progetto, lo rigetta in toto.

- A questo punto il RUP fa marcia indietro e annulla il provvedimento di nomina, dichiarando il progetto inadeguabile.

- Dovendo in qualche modo tentare di giustificare il pasticcio (o forse dovendo nascondere comportamenti di cui vergognarsi?) si punta tutto sul fatto che nel frattempo sono sorte nuove esigenze: il Covid, la facoltà di medicina, la localizzazione non adatta. E così si finisce con il fare passare per normale l’assurdità che lo stesso progetto possa prima essere magnifico e poi diventare un mezzo disastro.

- La Provincia cerca di incassare la cauzione di 3 milioni di euro versata dalla Guerrato sulla base del fatto che il progetto è appunto “inadeguabile” e chiede conferma ad ANAC (Autorità Nazionale Anti-corruzione) della correttezza del proprio comportamento.

- ANAC - malamente informato dalla PAT che nella richiesta evidenzia che il progetto non risponde alle nuove esigenze, ma si guarda bene dal dire che lo stesso non rispondeva neppure a quelle iniziali previste per la gara - bacchetta la PAT spiegando che non è colpa di Guerrato se le condizioni sono mutate.

- L’impresa Guerrato alza il tiro, ricorre al TAR e pretende che i lavori per il NOT le siano nuovamente affidati.

Conclusione: questa serie incredibile di gravi comportamenti della Provincia ha generato una situazione ingestibile, che tale rimarrà per lungo tempo. Con la conseguenza che l’ospedale nuovo sarà sempre più di là da venire, quello vecchio, da rabberciare. Per favore però, non diamone la colpa alle leggi, ai giudici, alle imprese, al destino cinico e baro: la responsabilità è solo di chi, a Piazza Dante, ha operato un’autentica malagestio di un succulento appalto.