La Valdastico e gli show di Fugatti
Da quando si è insediato alla presidenza della Provincia, Fugatti non ha mai smesso di insistere nella realizzazione di una delle più illogiche opere che il Trentino dovrebbe subire, la A31 Valdastico-Nord con una sua idea personale: l’uscita a Rovereto sud. Per onor di cronaca il suo interessamento viene da più lontano, quando ad esempio da deputato nel governo Monti, nel 2012, insieme ad altri colleghi presentava una interrogazione sulla Valdastico.
In questi 4 anni di presidenza, abbiamo assistito con cadenza più o meno semestrale a un susseguirsi di iniziative e di sue uscite pubbliche sconcertanti per la drammatica mancanza di chiarezza tecnico-economica-ambientale.
Non vorremmo tediare ulteriormente il cittadino elencando i passaggi che fino ad oggi caratterizzano l’opera per la sua assoluta assenza di solidità, basterebbe ricordarne due: la sentenza del Consiglio di Stato che ne azzera l’iter e lo studio di fattibilità, l’unico al momento sulla carta, che individua ben 4 differenti tracciati.
Tuttavia in questi quattro anni abbiamo assistito a continui show mediatici del presidente, improntati nel portare avanti l’unica soluzione al momento non contemplata da tutto l’iter dei dispositivi, incluso il recente aggiornamento del PUP: la soluzione (la settima) con uscita a Rovereto sud.
Abbiamo utilizzato il termine show per dare l’idea che i trentini stanno assistendo da anni alla messa in scena dell’idea di un uomo solo e non di una comunità. Anzi, con questa sua caparbietà bizzosa Fugatti si è inimicato anche i comuni veneti, da sempre a maggioranza sostenitori dell’opera.
Ulteriore testimonianza di fragilità delle idee di Fugatti è lo “studio” delle presunte ricadute economiche che l’uscita a Rovereto sud avrebbe sul territorio trentino. Fra le tante corbellerie presenti nel documento, due si connotano come vere e proprie sparate. Si tratta della stima sulle ricadute occupazionali che lo studio valuta in 80.000 unità. Peccato che il totale degli occupati su tutti i comparti trentini sia di 236.000. Ops! Leggendo bene, in realtà sono 5.000 l'anno, anche se nei suoi show il presidente sbandiera la cifra esorbitante di 80.000. Così come i fantomatici 5 miliardi di aumento del PIL, su un ammontare PIL annuo trentino di 20 miliardi. Anche in questo caso in realtà si tratta di poco meno di 320 milioni l'anno. Dati economici tutti da verificare, tra l’altro in controtendenza con altri studi sulle ricadute economico-occupazionali legate all’apertura di caselli autostradali.
È orami chiaro che lo show deve finire e che Fugatti è rimasto l’unico a sostenere quest’opera nella sua uscita a Rovereto sud. Inoltre insistere su questa variante vorrebbe dire ripartire daccapo sia con lo studio di fattibilità sia con la VAS. Ulteriori soldi ed ulteriore perdita di tempo e denaro pubblico. Comunque, al di là di Rovereto sud o di altre uscite, l’opera è così densa di problemi e così vecchia nella sua concezione, che porterebbe il Trentino un passo indietro. Invitiamo quindi il presidente, la giunta e la sua maggioranza a interrompere questo show, abbandonando la malsana idea di prolungamento della A31 in qualsiasi versione, e a dedicarsi alle più stringenti emergenze del momento e ad una pianificazione territoriale che riporti il Trentino ai primi posti per l’attenzione al paesaggio, all’ambiente ed agli ecosistemi.