Riva: la razza padrona si prende i Giardini
Per il matrimonio dell’ad di A22 (il doppio dello stipendio di Mattarella) la sindaca leghista e indicata nel consiglio dell’Autostrada, transenna un tratto di lungolago.
Per aperitivo, nell’area interna del Re della Busa, nel più stellato hotel del Trentino, nella regina Riva del Garda, c’era anche Tartare di tonno marinata al lime e zenzero. Mentre per il lunch, menu a base di pesce, si notava il Polpo di Santo Spirito su crema di patate e levistico (o sedano di montagna) con olive taggiasche, burrata e datterini confit. Naturalmente era altro il menu per gli invitati vegetariani e il piatto più sfizioso (ad un occhio proletario) poteva essere quel Fiore di zucchina in tempura farcito con patate, porri, tofu e funghi su pesto di crescione e rapanelli in agrodolce. E qui puoi finalmente respirare, lettore. Santissimamente wow… il levistico, le zucchine in tempura e il tofu su pesto di crescione. Beverage (perché così si dice) dal Ferrari Perlé al Gewürztraminer Trentino doc “Tramonti” 2021 – Marco Donati al Teroldego Rotaliano doc “Sangue di Drago” 2019 – pure Marco Donati.
La razza padrona si è data il permesso. E si è presa un pezzo di Lago di Garda, pregiato, i Giardini (fioriti) all’italiana e un parcheggio centralissimo di Riva per un intero giorno. Per pochi fiorini. Per godere un’intera giornata senza essere importunati, il 2 luglio scorso, in epoca di grande turismo. Ma a pensarci su, per goderne non appartati ma bene in vista, in una campana di vetro accanto a cui la gente transitava e poteva bearsi alla vista delle miss e delle mise, pensare in un momento di identificarsi con quella bella gente, ricca sicuramente.
Si sposava, nel più stellato hotel del Trentino, l’ad dell’Autostrada A22 Diego Cattoni con la signorina Iris Devigili. A cui la sindaca di Riva, la leghista Cristina Santi (appoggiata pure dagli eredi politici di Molinari), da poco indicata dal leghista presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti quale componente dello stesso consiglio di amministrazione, ha concesso l’uso di quell’area. Un uso privato di pregiatissimo spazio pubblico, a tutto sfoggio, che ha spiazzato turisti e nativi.
Solo un piccolissimo e insignificante problema. Che un giovane di bell’aspetto, tale Alessio Zanoni, consigliere comunale del Partito Democratico, ha voluto vederci chiaro. Lui del resto, che non è un consumatore di tofu, non era stato invitato. E, forse, l’invidia… E alla fine, oltre a piantare un casino immane ha pure presentato un esposto alla Procura affinché sia chiarito se tutto è stato davvero regolare. E, pure loro invidiosi, i metalmeccanici della Cgil e quindi i lavoratori di Cgil, Uil e Cisl, hanno chiesto a loro volta alla sindaca leghista di affittare i Giardini all’italiana (possibilmente fioriti) . Per far almeno annusare ai grossolani lavoratori non tanto il profumo dei fiori ma il sentore del potere, prevaricantino e pacchiosetto. Quello dell’io posso! Ma andiamo pianino.
Il manager Cattoni prende 500.000 euro l’anno di stipendio. Bezzo su, bezzo giù. Ricordiamo che all’inizio della legislatura il Consiglio regionale ha dovuto approvare una norma ad hoc per derogare alla legge nazionale Madia che fissa un tetto allo stipendio dei manager pubblici parificandolo all’indennità del presidente della Repubblica (240.000 euro per Mattarella). Perché è più importante, delicata, onerosa la funzione di amministratore di un’autostrada rispetto alla conduzione di un Paese riottoso, ribelle, personalistico, politicamente in confusione, specie in un periodo storico come questo. Due volte tanto, quindi! Razza padrona, si sarebbe detto un tempo.
E c’erano tutti quelli che contavano al matrimonio, dai presidenti altoatesino Arno Kompatscher col fratellino trentino Maurizio Fugatti a Paolo Nicoletti, dirigente generale della Provincia.
Ma (ohi ohi che dolór) in quelle schiere si trovavano anche, scorrendo la lista, il sindaco di Trento, ex segretario generale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro Franco Ianeselli, e il consigliere provinciale Luca Zeni, ex rampollo dellaiano ed ora consigliere provinciale del PD. Il primo era lì in quanto il Comune di Trento possiede quote della A22 (ma uno può sempre fingere di essersi beccato la giusta razione di Covid in casi come questi, o no?), il secondo, forse, perché sostenitore di quel Carlo Costa, riferimento PD, che è direttore tecnico di A22 per Bolzano, altro superpagato.
Cronaca mondana
Si erano detti “sì” nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Trento, Diego Cattoni ed Iris De Vigili. Mentre i festeggiamenti, gestiti secondo il Wedding Plan, si è tenuto sulla “Promenade di Riva del Garda, Hotel Lido Palace”. Per capirci l’unico 5 Stelle superiore che esiste in Trentino. Senza, peraltro, l’allegria di bambini: “In considerazione del carattere di particolare istituzionalità di questo evento si ritiene l’occasione adatta ai soli ospiti adulti” (neretto e sottolineato nel testo). Si sa, scassano i maroni i bambini!
In compenso, alla festa erano “concessi ed anzi ben accolti, abiti eleganti”. Niente gente del popolo coi suoi stracci quindi. Gli sposi però, citava l’invito, “sono particolarmente legati all’Associazione Trentina per l’autismo” e “se desideraste partecipare con un dono al matrimonio, sarete lieti di sapere che una parte del vostro contributo sarà devoluta alla Fondazione”. “Un’altra parte sarà invece impiegata per il viaggio di nozze: destinazione principale la Polinesia”. No, tranquilli, non c’entra nulla Papeete, qui si è trattato di Bora Bora. Un breve video seguiva l’invito telematico che, sullo stile dei cartoni animati, proponeva tutte le tappe del viaggio di nozze. Perché già che ci siamo, con una musichetta dolce di sottofondo e un piccolo e buffo aereo vi comunichiamo che sbarcheremo prima a Dubai, quindi a Singapore, poi in Australia e già che siamo lì in Nuova Zelanda. Mentre il ritorno, razza viaggiona, sarà via Los Angeles (capatina a Hollywood per un saluto a Johnny Depp?). Sogna, popolo lavoratore, immagina. E produci. E paga. Un viaggio così nemmeno se ti vendi la Vespa 125 e ci metti sopra anche la pipa tirolese del nonno!
Naturalmente le belle donne alla festa nel più lussuoso hotel del Trentino: una schiera di modelle che hanno sfilato varie volte nella giornata e con diversi abiti spesso dai grandi cappelli svolazzanti. Alla sera, per esempio, sempre sulla Promenade vietata a turisti e nativi, mostrando una luna splendente sopra il capo. In quella notte letteralmente di fiaba. Non sempre bellissimi, anche certi maschi (ma alcuni sì) la cui presenza è stata ritenuta indispensabile. I bodyguard, grossi e nerboruti ,che erano lì a ricordare ad eventuali intrusi (sognatori proletari?) che non era il caso di rompere le scatole. Lo hanno fatto, naturalmente, dall’interno delle transenne che già impedivano l’ingresso in quel tratto di lago che pare essere il più fotografato dai turisti a Riva. I bodyguard hanno dovuto spiegare a chi non lo avesse capito da solo, magari per la lingua, che di lì, in quel giorno non si poteva transitare. Un sabato di luglio in piena stagione turistica, in quel pezzo di paradiso che è di tutti i cittadini di Riva, e forse del mondo, coi suoi giardini unici e bellissimi: c’era un cartello, forse un po’ ambiguo e incompleto, che chiariva agli attoniti turisti (una comitiva di polacchi tra i primi) che lì era verboten il passaggio. Detto così, alla tirolese, perché noi siamo autonomi. Qualcuno del resto aveva dovuto accorgersene già al momento della ricerca del parcheggio: il Filzi Nord, non troppo distante dal lungolago, era stato parimenti affittato per 24 ore e riservato agli ospiti della festa. Costo dell’operazione: circa 1.800 euro per affittare uno dei più bei giardini all’italiana in Italia e circa 2.000 per il parcheggio. Se guardate gli stipendi di cui sopra, non moltissimo. Vero?
Gli ospiti erano 160-170 per aperitivo e Wedding Lunch, più una trentina sopraggiunti in serata. Ah, la torta… alta, larga, profonda e delicata che andava giù lieve… un dolce da farci bis. Il tris no. E' maleducazione!
Anche se è stata lunga la festa, e quando è entrata la notte, dal lago sono partiti dei fuochi d'artificio in direzione luna. Ma la sindaca ha smentito che siano stati sparati da quelle parti: “Risulta che non abbiano nulla a che fare con la festa di matrimonio ma siano stati opera di un gruppo di giovani”.
Il personale dell’Hotel Lido, una sessantina di persone, durante la giornata è stato a disposizione del grande evento ma in più sono stati avvicinati altri 16 lavoratori. Numerose le signore che hanno sfilato e anche i bodyguard che si sono dati il cambio su quel tratto di lago. Ma non sono state solo queste le spese per la cerimonia: si pensi che l’organizzazione ha dovuto pensare anche all’affitto di due camion completi di celle frigorifere. Costo di tutta l’operazione? Sinceramente non siamo in grado di definirlo: 50.000-55.000 euro per consumazioni e servizio, parrebbe. Quasi 4.000 per l’affitto di area pubblica sul lago e parcheggio. Comprensivo, il tutto, anche di sfilate di bellezze e sfoggio di bodyguard, e camion frigoriferi e chissà quanto altro?
Non è questo lo scandalo. A concedere per 24 ore, cosa mai accaduta fino a quel momento, giardini e parcheggio all’ad della A22 è stata la sindaca leghista di Riva del Garda, Cristina Santi. Già di per sé un fatto, diciamo così, discutibilissimo per la città turistica più “in” del Trentino e in piena estate quando i turisti ci arrivano anche per ammirare quei Giardini. Mancava solo il lancio di petali dall’elicottero.
Non è chi non veda che una storia come questa è una di quelle che le televisioni berlusconiane e ora anche Rai2 propongono spesso al loro pubblico: feste, luci, cotillon e sfarzo all’americana. Una trasformazione della borghesia italiana rispetto al passato, quando i ricchi erano ricchi ma si nascondevano. Per non dare nell’occhio (al fisco e ai banditi). Non come accade in Sudamerica, dove gli straricchi vogliono a tutti i costi dimostrare il loro potere. Perché la ricchezza è potere naturalmente e ciò è anche confermato dalla festa sul Lago di Garda. Già, proprio da ricchi sudamericani… che però da due o tre decenni hanno più prudenza a mostrare i loro sfarzi arabi. Perché la gente prima o poi si incazza, specie se, come accade anche in Italia, con la scarsità di lavoro ed i salari al palo da 20-30 anni a cui si aggiungono ora l’inflazione e il supercosto di benzina e gas per il riscaldamento, una sempre maggiore percentuale di famiglie non ce la fa più a far quadrare il bilancio minimissimo. Pur rinunciando al Polpo di Santo Spirito su pesto di crescione.
Razza padrona. E in questo senso salta in testa una domanda minore. Non per svelare uno scandalo ma sì per manifestare una leggerezza: si sarà sentito imbarazzato in quel contesto il sindaco di Trento, origine Cgil, Franco Ianeselli? E l’altro pidino e consigliere provinciale Luca Zeni non avrebbe potuto dirsi in ferie sulla Promenade di Jesolo?
Lo deve aver pensato anche Michele Guarda segretario generale Fiom-Cgil che l’8 luglio ha depositato domanda di affitto dei Giardini all’italiana per lo stesso prezzo (in seguito chiedendo anche lo sconto) per tenervi un sit-in con assemblea delle maestranze metalmeccaniche numerose nel settore industriale del Comprensorio dell’Alto Garda “per discutere anche di dignità del lavoro e disuguaglianze sociali”? E poche ore dopo lo avrebbero fatto anche i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil del settore turismo “per discutere delle attuali problematiche del settore, retribuzioni, orali”? Lo sconto, pare, non è stato concesso.
Il bastian contrario
Ma prima di tutti a volere chiarezza e a scandalizzarsi è stato un piccolo uomo disarmato. Un ex assessore ed ora consigliere comunale di Riva, Alessio Zanoni. Lui al mattino è andato a fotografare transenne, bodyguard, turisti scettici. Lui l’ha denunciato per primo questo uso privato poco pudico degli spazi pubblici. E ha fatto pure un esposto alla Procura. Perché “si inizia sempre così e poi tutto alla fine sembrerà ineludibile, scontato e naturale… Tutto questo vi pare normale? Una città per tutti o la città di pochi? Fra Pinocchi e Mangiafuoco – ha scritto Zanoni - ormai a Riva del Garda chi governa ha dimostrato i limiti che sin dall’inizio si erano potuti intravvedere”. E il 13 luglio 22, dopo aver cercato invano prove che l’iter burocratico del Comune di Riva del Garda che aveva portato a quella “privatizzazione” fosse stato seguito a norma di legge, Zanoni ha fatto un esposto al Procuratore della Repubblica
La risposta della sindaca che, peraltro, si è rivolta dapprima solo alla stampa e non al consigliere che l’aveva trovata con il dito nella marmellata (di fichi secchi d’Arabia e Taiwan naturalmente): “L’ordinanza di chiusura dei Giardini è stata regolarmente emessa e soprattutto prevedeva esplicitamente un passaggio pedonale alternativo nelle vicinanze e adeguatamente segnalato” (lo abbiamo percorso e naturalmente doveva girare lontano dal lago e dai Giardini).
Sindaca Cristina Santi che poi, riferendosi probabilmente a qualche attacco o minaccia apparsa sui social, ha perorato: “Forse è il caso che ci fermiamo tutti e ci diamo una regolata”. Nessuna considerazione etica, nulla che dimostri un qualsivoglia ravvedimento. Quei Giardini all’Italiana mai concessi a nessuno così come, del resto, il passaggio su quel lago che è il vanto del turismo trentino. In piena stagione turistica. Razza padrona.
Ripensandoci, ha ragione Alessio Zanoni: Pinocchio e Mangiafuoco più ancora di razza padrona.
Poi lo psicodramma: la moglie di quel matrimonio scrive al giornale: “Mi avete rovinato la festa”. Sì, forse era meglio fare qualcosa di meno appariscente. Un poco più appartato. Come i veri signori non i parvenu che vogliono mostrare più che vivere.
“La giornata per il lavoro” è stata definita quella del 6 agosto sulla Promenade di Riva. Il sindacato che ha preso la testa di una sinistra moderatissima e ha invitato tutti sul lungolago con volantini e cartelloni per parlare di giustizia sociale, precarietà, dignità del lavoro, salari, uguaglianza. “Perché i potenti li manteniamo noi”, come scrivevano la Cgil di Michele Guarda e Paolo Burli.
“Niente aragoste, ma ognuno porti da mangiare per sé e qualcosa da offrire agli altri”. C’erano musica, associazioni, colloquio coi turisti incuriositi.
Poi, alle 18.30, quando era in programma una riflessione aperta a tutti, un temporale di due ore.
Ancora la divinità non ha scelto, prima delle elezioni, con chi schierarsi...