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Musica in ripresa

Riprendiamoci la musica

Dopo la faticosa primavera del 2020, con l’arrivo della bella stagione era sembrato che tutto potesse riaprirsi e tornare alla normalità. Anche il mondo della cultura. Complice il clima favorevole, erano (ri)fioriti spettacoli e concerti all’aperto e settembre aveva visto per molte realtà l’avvio delle nuove stagioni concertistiche, o quantomeno il recupero degli appuntamenti musicali saltati. Poi, però, è arrivata la seconda ondata, e la normalità non è tornata. A quasi un anno dalla prima chiacchierata abbiamo riparlato con i responsabili delle tre istituzioni musicali più solide in provincia: Klaus Manfrini, direttore artistico della Filarmonica di Rovereto, Lorenzo Arnoldi, Presidente della Filarmonica di Trento e Valeria Told, della Direzione Generale della Fondazione Haydn di Trento e Bolzano.

L’estate roveretana ad agosto aveva visto il tutto esaurito del “Festival Settenovecento”, con più di 1.800 presenze in quattro giorni: segno, ci dice Manfrini, “di un pubblico molto ansioso di tornare ai concerti, con gli spettatori ben disposti anche a sopportare i sacrifici loro imposti, come le entrate scaglionate, i distanziamenti, l’obbligo della mascherina, la prenotazione dei posti”.

Anche l’Orchestra Haydn, per l’estate 2020, aveva proposto svariati concerti all’aperto e il consueto decentramento degli appuntamenti nelle località

l’Orchestra Haydn
estive, con organici contenuti; “Iniziative accolte - ci racconta Told - con grande affetto e attenzione dal fedele pubblico”.

L’autunno aveva poi visto l’avvio dei nuovi cartelloni musicali e il recupero dei concerti saltati, grazie all’applicazione di quei rigorosi protocolli di sicurezza che, quantomeno fino al 26 ottobre 2020 (quando sono stati sospesi tutti gli spettacoli aperti al pubblico) sono risultati estremamente efficaci. Lo dicono i dati di uno studio dell’Agenzia Generale Italiana dello Spettacolo, secondo cui tra giugno e ottobre 2020 risulta un solo caso di contagio da Coronavirus su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti.

In una compagine organizzativa articolata come quella dell’Orchestra Haydn, ad esempio, a fronte di molteplici misure di sicurezza adottate (test massivi al personale, barriere di plexiglass ove possibile, sanificazioni continue, lavoro agile per i dipendenti amministrativi) i casi di contagio tra gli orchestrali sono stati 4, distanziati nel tempo e quindi senza nessun conseguente focolaio. Certo, rileva Arnoldi, “tali restrizioni nel contempo hanno condizionato l’accesso del pubblico, che in parte aveva poco desiderio di fruire delle esecuzioni con le modalità imposte dai protocolli di sicurezza”. Non infondati appaiono quindi i timori del maestro Riccardo Muti che il pubblico possa essersi abituato a fare a meno dei teatri, dei concerti dal vivo; certo, il pubblico solido degli affezionati di lunga data tornerà nelle sale appena possibile, ma il perdurare di questa situazione cela il pericolo di un’assuefazione alla mancanza da cultura e difficilmente incentiverà le nuove generazioni ad avvicinarsi ad un mondo che è stato così lontano e chiuso per tanto tempo.

Di contro è interessante il fatto che la Fondazione Haydn, assieme ad altre istituzioni, abbia rilevato che chi segue l’orchestra attraverso i canali digitali appartenga comunque ad un target diverso da quello del pubblico di sala: ci parrebbe un’ottima idea, allora, quella di mantenere anche in futuro questa duplice presenza dell’offerta di musica classica anche in digitale, per coinvolgere e conoscere una nuova e più ampia fetta di pubblico, magari quello più giovane, più avvezzo alle tecnologie, ma magari più lontano dalla fruizione tradizionale del concerto dal vivo. Che resta comunque la modalità più adeguata e di qualità per godersi un’ora e mezza di musica.

I protocolli di sicurezza messi in atto fino al 26 ottobre potevano ragionevolmente far pensare ad un mantenimento delle esecuzioni in presenza anche dopo, ma l’idea di successive riaperture mirate a macchia di leopardo e per categorie sarebbe stata probabilmente considerata iniqua ed inaccettabile; soprattutto, crediamo, da parte di settori economici che in questi mesi con vigore hanno fatto sentire il loro dissenso per la forzata chiusura, pur non potendo garantire standard di sicurezza tali come quelli applicabili in una sala da concerto (non ci risulta si possa mangiare al ristorante con la mascherina, che invece può essere costantemente indossata durante un’esecuzione musicale). La Spagna, da questo punto di vista, si è dimostrata più coraggiosa dell’Italia, aprendo alla possibilità di riorganizzazione eventi musicali in presenza già a dicembre 2020, mediante un trial clinico (PRIMA-CoV) che ha visto 500 volontari a Barcellona sottoporsi a un test rapido prima di un concerto al chiuso, in modo da potervi partecipare in sicurezza, con l’obbligo di mascherina FFP2 e ingressi dimezzati rispetto alla capienza del locale. Le verifiche nei giorni successivi non hanno evidenziato alcun contagio. E un evento analogo si è ripetuto sempre a Barcellona a marzo 2021, all’aperto, senza distanze e con mascherine.

Verrebbe da dire allora che in una sala da concerto, contesto fortemente più controllato di un’esibizione dei Love of Lesbian, nonostante le evidenti procedure logisticamente complesse (tamponi preventivi, controlli della temperatura, ingressi contingentati), sarebbe stato altrettanto fattibile.

Da fine ottobre ad ora diverse sono state le risposte delle realtà trentine alla prolungata chiusura. La Filarmonica di Rovereto ha preferito non riprogrammare in streaming i concerti del cartellone e ripensarsi in sala alla successiva riapertura, offrendo alcuni video di concerti registrati lo scorso anno dall’Orchestra del “Festival Settenovecento” e dedicando più attenzione al comparto didattico con la proposta, per maggio 2021, di alcune piccole “pillole d’ascolto” in presenza per le scuole.

La Sala Filarmonica di Trento

La Filarmonica di Trento, tra ottobre e novembre, ha invece video-registrato i concerti sospesi del 2020 in modo da renderli fruibili sulla piattaforma “OnTheatre”. “Era l’unica opzione percorribile - osserva Arnoldi - per assicurarne lo svolgimento e tale soluzione ci ha peraltro aperto nuovi orizzonti verso un pubblico nazionale e anche mondiale. Per i concerti a scopo educativo la video-registrazione rappresenta sicuramente una modalità che li rende maggiormente fruibili in tempi e luoghi diversi, per cui intendiamo mantenerla anche in futuro”.

L’Orchestra Haydn Südtirol ha organizzato, in collaborazione con la RAI, registrazioni e dirette radiofoniche dei concerti programmati inizialmente nel cartellone della stagione sinfonica e il Concerto di Natale con il trombettista Marco Pierobon su RTTR, mantenendo attiva anche la proposta didattica, coinvolgendo i professori d’orchestra in progetti digitali facilmente fruibili in classe.

Nonostante le voci di protesta che, soprattutto a livello nazionale, si sono levate nei mesi scorsi a gran forza da più parti contro l’indifferenza e la scarsa lungimiranza del decisore politico nei confronti dei lavoratori, a vario titolo, della cultura, a livello locale le cose sembrano essere andate meglio. “In particolare - dice Arnoldi - per capire come affrontare alcuni aspetti pratici legati ai criteri di finanziamento in presenza di attività che si sono dovute modificare o annullare”.

Vi è soddisfazione nel constatare, da parte di Manfrini, che “soprattutto da parte di Provincia e Comune c’è stata molta attenzione, in particolare per quanto riguarda la futura riprogrammazione delle attività. Abbiamo sentito che le nostre iniziative sono apprezzate e condivise”.

Intanto, in concomitanza con la riapertura in zona gialla dei luoghi della cultura, si attendono in questi giorni le indicazioni del CTS riguardo alle misure di sicurezza da mettere in atto. Quali quindi le proposte sul territorio regionale?

A Rovereto, dal 17 al 21 giugno si terrà la quinta edizione del festival “Settenovecento”; in autunno si prevede poi un ricco calendario di iniziative per il centenario della Filarmonica di Rovereto, con un’attenzione particolare a giovani gruppi emergenti.

Giovane sarà anche il calendario della nuova stagione dal vivo della Filarmonica di Trento, da sempre attenta alla scoperta e alla valorizzazione dei nuovi talenti della musica classica italiani e internazionali. Per l’estate la Fondazione Haydn prevede “una lunga serie di appuntamenti – stagione d’opera, programmi sinfonici e un nuovo festival attorno all’orchestra e la musica contemporanea presso le Gallerie di Piedicastello”; e poi un cartellone della nuova stagione firmato dal nuovo direttore artistico, Giorgio Battistelli.

Dietro le parole dei nostri interlocutori percepiamo un’evidente voglia di riportare la cultura dal vivo nella vita delle persone. Non ci si nasconde che la ripartenza sarà impegnativa, visto il lungo periodo di fatica, sofferenza e incertezza che ha vissuto anche questo settore; ci auguriamo però che questa assenza e lontananza dalla musica, e in generale dalla cultura dal vivo porti a un rinnovato e rinvigorito amore da parte del pubblico e ad una reale attenzione e cura nei confronti di questo mondo da parte delle istituzioni.

Attenzione e cura che non si risolvano sbrigativamente nella soluzione estemporanea e di facciata dell’immediata ripresa, ma in un impegno maggiore e migliore rispetto al passato, stabile e duraturo, che sostenga e favorisca anche i giovani e le piccole realtà e iniziative; che, insomma, finalmente consideri anche il mondo dell’arte e della cultura almeno al pari del turismo, della ristorazione e del commercio: come bisogni vitali dell’essere umano che l’istituzione deve impegnarsi a garantire.

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