Propaganda velenosa
La propaganda di Salvini giocata sulla pelle delle persone in fuga
Da mesi stiamo assistendo al ripetersi della velenosa propaganda del Ministro dell’Interno che ancora una volta, prendendo in ostaggio 177 persone, cerca di consolidare il suo consenso politico e nello stesso tempo di mettere all’angolo chi vorrebbe un’ Europa solidale. Puramente strumentale è infatti il braccio di ferro con l’Unione Europea in quanto sono proprio gli alleati della Lega, dal premier ungherese Orban che guida il gruppo di Visegrad a quello austriaco Kurz, ad opporsi decisamente alla redistribuzione su scala europea dei profughi. Si tratta di una manovra a tenaglia che sottopone l’Unione ad una forte pressione, favorendo in ogni Paese un ripiegamento politico che spalanca le porte alla destra più reazionaria.
Sul piano interno Salvini si permette pure di attaccare frontalmente il Presidente della Camera, senza destare grande sgomento nelle base dell’alleato di Governo e senza che nessuno dei dirigenti pentastellati osi aprire bocca.
Si tratta di uno spettacolo senz’altro indecente e preoccupante, in quanto il Ministro dell’Interno dimostra ancora una volta di avere ben poco rispetto per le leggi e le regole del nostro Paese, così come di quelle internazionali. Salvini dà l’impressione di considerarsi al di sopra di tutto e di tutti e da mesi, anziché dedicare la propria attenzione alla grande criminalità organizzata che inquina e condiziona pesantemente settori economici e territori di questa Italia, continua la sua campagna elettorale sulla pelle di persone in fuga da un continente martoriato.
Non dimentichiamo che i profughi a bordo della “Diciotti” provengono dal Corno d’Africa, una regione che nel recente passato ha subìto le atrocità dell’occupazione coloniale italiana. Va infatti ricordato che la situazione in cui versano oggi Somalia, Eritrea ed Etiopia è anche il prodotto delle nefaste conseguenze del colonialismo nostrano, così come la situazione insostenibile dell’intero continente africano discende dal suo rapporto con l’Europa, caratterizzato da secoli di dominazione coloniale e da mezzo secolo di neocolonialismo.
Anche per questo debito nei confronti dell’Africa dovremmo avere un atteggiamento più umile nei confronti degli africani oggi costretti a lasciare con sofferenza la loro terra natia.
Sono convinto che il rispetto nei confronti di queste persone e delle loro storie sia la migliore testimonianza del nostro rispetto per noi stessi..