Che fare delle ciminiere dell’Italcementi?
La chiusura dell’Italcementi data ormai da molti anni. Da allora si sono succeduti numerosi progetti per il riutilizzo dell’area, proposte, concorsi, ma a tutt’oggi è ancora poco chiaro e deciso cosa inserirci. In tutto questo giro di ipotesi e di trasformazioni l’unico elemento rimasto fisso fu la necessità di salvaguardare le due ciminiere gemelle della fabbrica. Chi ci ha amministrato e pianificato ha compreso infatti, assieme a molti cittadini, che esse, con alcuni elementi superstiti della SLOI, rappresentano l’ultima testimonianza del passato industriale di Trento; inoltre ha ammirato la grande forza e bellezza delle strutture, in armoniosa competizione con l’alto fronte roccioso retrostante. Oltre tutto esse sono in una zona non utilizzabile, per il pericolo di caduta massi.
Recentemente invece in seno al Consiglio Comunale di Trento ed alla società provinciale proprietaria dell’area, spinti dalla necessità di accelerare la bonifica dell’area col massimo risparmio delle risorse finanziarie, si è giunti ad ipotizzare la demolizione delle ciminiere, anche per dimostrare politicamente di essere capaci di decidere qualcosa dopo anni di indecente dubbiosità ed inerzia. Si è arrivati alla valutazione dei costi per la demolizione e per il consolidamento, determinati rispettivamente in circa 400.000 euro ed in circa 1.200.000 euro. Una cfra molto pesante quella del mantenimento, ma è evidente che la salvaguardia di un bene monumentale di così alto valore storico, sociale e paesaggistico simbolo dell’intera zona di Piedicastello, prescinde dal costo di conservazione: il bene deve essere semplicemente tutelato.
A questo punto, è parere del sottoscritto che i costi di consolidamento possano essere molto più contenuti e che quindi prima di assumere qualsiasi decisione, si debbano valutare tutte le alternative possibili, mediante un concorso di progettazione dei lavori di rinforzo o un appalto concorso. Si dovrà mettere a disposizione dei tecnici e delle imprese interessate la planimetria, il rilievo delle strutture e degli ammaloramenti, le sezioni trasversali e quella longitudinale est-ovest, la fondazione, la situazione geologica del livello di base, eventuali indagini e prove sui materiali in opera.
Evidente è la capacità di resistenza delle strutture a torre, constatata ad esempio nei campanili, e indubbia la possibilità di un reciproco ausilio tra le due ciminiere, di inserimento all’interno di strutture di rinforzo e di realizzazione all’esterno, alla base, di agili ed armoniose strutture in acciaio, capaci di consolidare ed assieme di potenziare lo slancio verso l’alto delle due torri. L’ipotesi di abbattimento delle ciminiere va quindi, per le ragioni sovraesposte, attentamente ripensata.