Per un’alimentazione sana, nelle mense scolastiche e non solo
Il 2 marzo scorso oltre 100 persone hanno affollato l’incontro “Tutti intorno alla Piccolatavola”, momento finale dell’iniziativa “La salute nel piatto – formato famiglia”, ciclo di conferenze e laboratori dedicati alle buone pratiche per una sana alimentazione, con un occhio di riguardo a quella delle mense scolastiche.
Nel corso della serata organizzata dal collettivo multidisciplinare “Piccolatavola”, che per la prima volta ha presentato pubblicamente il proprio lavoro, sono stati forniti numerosi spunti di riflessione sull’argomento, accostando dati scientifici ad opinioni di professionisti ed esperti in campo medico, alimentare ed educativo (tra cui un pediatra, un medico di base, una dietista), i cui contributi sono stari raccolti in un video e discussi insieme ai presenti. Senza scivolare sul terreno spinoso del vegetarianesimo o del veganesimo, gli intervenuti hanno concordato su quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Codice europeo contro il cancro raccomandano ormai da anni, ovvero sul fatto che un’alimentazione sana debba essere varia e debba ridurre la quantità di proteine animali, in primis la carne, a favore dell’introduzione di alimenti altrettanto nutrienti e decisamente più sostenibili, come ad esempio i legumi (a cui l’ONU ha consacrato l’Anno Internazionale del 2016).
Ma allora perché, nonostante le evidenze scientifiche e le indicazioni internazionali, le mense scolastiche continuano a rinunciare - o per lo meno a non incentivare - la varietà degli alimenti (si pensi all’imperversare del frumento rispetto agli altri cereali proposti) e a non limitare ulteriormente l’utilizzo della carne, dei latticini e dei loro derivati?
La diretta responsabile della stesura dei menù scolastici proposti nelle scuole della Vallagarina, la dott.ssa Ziviani, da una parte ha segnalato alcuni (timidissimi, a nostro giudizio) approcci per un cambio di rotta, dall’altra ha evidenziato la mancanza di fondi per progetti di sensibilizzazione di adulti e bambini, sottolineando al contempo il ruolo ambiguo delle famiglie: in sintesi, sostiene, chi si interessa di una corretta alimentazione è una ristrettissima minoranza, mentre la maggioranza silenziosa è del tutto disinteressata e non capirebbe la rinuncia a determinati alimenti a favore di altri che i bambini, secondo la sua opinione, difficilmente gradirebbero.
Ma allora - è la nostra perplessità - che ne è del compito formativo ed educativo della scuola? Come disinteressarsi con sufficienza del fermo parere di nutrizionisti, medici (tra cui il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, presente all’incontro anche in qualità di oncologo), e professionisti del campo alimentare che spingono verso altre e più corrette direzioni?
Alcune interessanti e costruttive risposte sono emerse durante l’animata discussione sviluppatasi a conclusione della serata, che ha coinvolto il pubblico e gli intervistati presenti, tutti concordi nel sostenere la necessità di una convergenza d’intenti e l’urgenza di un’applicazione concreta dei principi salutari enunciati a più riprese nel corso degli interventi.
Sul quando e come applicare i buoni propositi emersi nel corso della discussione è ancora tutto da decidere, ma ci auguriamo vivamente che il più volte auspicato coinvolgimento delle famiglie accanto a quello ancora più importante di professionisti ed esperti del settore alimentare venga sostenuto anche da parte dell’amministrazione pubblica, che a parole si è dimostrata particolarmente interessata al progetto portati avanti dal collettivo. È di qualche settimana fa la notizia che il Comune di Trento si è schierato pubblicamente a sostegno della Giornata internazionale senza carne, imponendo per un giorno ai cuochi delle mense cittadine di proporre ai bambini esclusivamente pasti realizzati con ingredienti vegetali, mentre dal vicino Alto-Adige il presidente Arno Kompatscher si è da poco fatto promotore a livello europeo di una proposta volta a favorire l’utilizzo di prodotti a km 0 e biologici nelle mense.
Nell’attesa e nella speranza che anche l’amministrazione comunale di Rovereto e la Comunità di Valle della Vallagarina non indugino nell’intraprendere iniziative più coraggiose rispetto a quelle portate avanti fino ad ora, il collettivo Piccolatavola prosegue la sua azione di informazione e promozione di corretti stili alimentari, sostenuto dai numerosi riscontri positivi ricevuti durante e dopo la serata, nella convinzione che “Molte persone piccole in luoghi piccoli, facendo piccole cose, possono cambiare il mondo” (Eduardo Galeano).
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