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Libertà obbligatoria

È giusto che ci governi il Popolo della Libertà. Quando mai ne abbiamo avuta tanta, di libertà? (sia chiaro, non la libertà-partecipazione cantata da Gaber). Fino ai primi anni ‘70 dominava, in ogni dove, dalla politica alla pubblicità, all’informazione, un’arcigna ufficialità moraleggiante e paternalistica, che impediva le novità fantasiose e la più moderata trasgressione. Ormai ne siamo liberi; ma come la Rivoluzione Francese ha tagliato qualche testa di troppo, così si potrebbe obiettare che la reazione a quella cappa di piombo è andata un po’ oltre. Fra le tristi banche degli anni ‘50 e gli istituti di credito odierni rutilanti di “prodotti finanziari” capaci di ridurti in mutande non c’è proprio alternativa? Fra il tirannico monopolio della Timo (l’antico gestore telefonico), che vietava più di un apparecchio (il suo) per abitazione, e la babele dei moderni contratti telefonici, con l’indotto ubriaco di suonerie, loghi e pubblicità ingannevole, dovrebbe pur esistere una via di mezzo. Fra la tv paludata del bianco e nero, delle mille parole proibite e delle ballerine con le calze pesanti da un lato, e le rubriche di gossip, le televendite dei maghi e le esibizioni di astrologi anche sulle reti pubbliche dall’altro, ci piacerebbe un punto di equilibrio.

Anche in tempi lontani, comunque, si riusciva a trasgredire: un artigiano veniva a installarti - illegalmente - una seconda presa del telefono, dopo di che spostavi l’apparecchio da una stanza all’altra quando ti occorreva. E anche fregature assimilabili agli attuali esperti di lotto non mancavano. Famosa, ad esempio, la pubblicità degli occhiali a raggi X, che prometteva agli adolescenti inedite visioni del misterioso corpo femminile. O quella di un’apparecchiatura molto economica che, una volta installata, avrebbe dato il colore alle immagine televisive (e in effetti, il bianco e nero diventava beige e marrone). Ma ingenui annunci come questi apparivano sulla stampa di serie C, sui peggiori fumetti e sui fotoromanzi.

Oggi siamo molto più liberi, tutto è sdoganato: gli alterchi e le chiacchiere da bar sono stati promossi a possibile cifra del dibattito politico, le disavventure giudiziarie e gli sputtanamenti in genere possono rappresentare la spinta decisiva al successo, e anche nel mondo imprenditoriale fiorisce la fantasia. Così, leggiamo sull’Adige che una trentenne di Aldeno si è specializzata in “arredamenti sonori”: “Grazie all’uso di una particolare lega metallica- spiega il giornale - riesce a far suonare armadi, tavoli e ogni superficie senza bisogno di amplificazione”. Ha anche brevettato “Amore blu”, una suoneria per cellulari che “indurrebbe all’innamoramento nello stesso modo in cui la stimolazione della risonanza cerebrale favorisce rilassamento e meditazione”. “Io ci ho studiato seriamente - garantisce la creatrice - e vi assicuro che la cosa ha solide basi”. Un tale risultato - chiarisce il giornalista - dipende dalla possibilità, ottenuta con le più recenti ricerche, di “poter inserire i cosiddetti toni isocronici in creazioni sonore più complesse”.

Sia chiaro, non vogliamo mettere le trovate della ingegnosa imprenditrice di Aldeno sullo stesso piano degli occhiali ai raggi X. Ma ci si consenta qualche perplessità da ignoranti della materia, perplessità che si applica anche alle grotte di sale per guarire lo stress, “una delle scoperte più recenti per quanto riguarda la medicina alternativa” - ci assicura il Trentino, che c’informa di un’iniziativa del genere avviata in via Solteri a Trento. Lo stesso giornale, il 29 marzo, ritorna sul tema con un censimento di tutte le possibilità di “wellness” attive in città: dalla “doccia emozionale” dell’Albermonaco alla “nebbia fredda” e alla “cascata di ghiaccio” del Maxvillage, ai bagni di miele di Jutaspa, ai “soffioni lombari” del Centro Estetico Greta, ai “massaggi sulla panca in marmo riscaldata, stile Hammam” del Grand Hotel Trento, fino alla grotta di sale, appunto.

Tutto bene, diciamo pure. Obiettiamo soltanto sulla delirante presentazione del servizio: “In tempo di crisi, chiudersi in un centro benessere è diventato un lusso alla portata di tutti”. Anche per il precario non rinnovato, l’operaio licenziato o il commerciante sull’orlo del fallimento? Certo: immersi in una bella vasca idroterapica, recupereranno il perduto ottimismo. È così che si esce dalla crisi.

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