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QT n. 6, giugno 2015 Cover story

Folgaria, fine di una casta

In una notte a Folgaria si è dissolto il PUF, (“Partito Unico Folgaretano”), come l’ha chiamato Paolo Mantovan dalle colonne del Trentino. Durava da più di 40 anni. Il PUF si è pure autocelebrato in una pubblicazione che sa di testamento dedicata agli altipiani cimbri (e consultabile su Internet cercando “volume altipiani cimbri”): una storia ufficiale che narra le meravigliose innovazioni apportate dal PUF, tacendo completamente sulla situazione odierna, sulla catastrofe della Cassa Rurale, le perdite degli impianti e le difficoltà dei rapporti in APT. Solo le meravigliose sorti della genealogia del PUF. I sindaci si succedevano “per adozione”, facevano parte dello stesso inamovibile gruppo di potere.

A Folgaria erano diventati tutti comunisti: nel lontano 1974 Alberto Rella, tesserato PCI, con la lista “Unità democratica” aveva strappato il paese ai democristiani in seguito a scandali legati all’inquinamento dell’acqua potabile. È rimasto in sella fino al 24 maggio scorso, insieme col sodale Remo Cappelletti (sindaco tra il 1983 e il 1994, già presidente dei vari consorzi impiantistici e gestore ombra di ogni iniziativa in campo sciistico). Col tempo si sono succeduti nuovi virgulti, tra i quali spicca il vice presidente della Provincia Alessandro Olivi.

L’ultimo rampollo della casata doveva essere Michael Rech. A 20 anni, nel 2009, si candida come sindaco capeggiando una lista di “ggiovani”, pieni di energia e sulla carta fieramente all’opposizione, destinata a mostrare che Folgaria è ancora democratica e permette il pluralismo interno al PUF, in perfetto stile da socialismo reale.

Rech non vince ma non si dà per vinto e riprova alle elezioni per la Comunità di valle, nell’ottobre 2010. Si presentano 5 liste, quella del PUF è capitanata da Michele Ciech (già sindaco di Folgaria tra il ‘94 e il ‘95), mentre Rech guida i suoi “ggiovani”. Inopinatamente, per vizi formali, 3 liste vengono eliminate lasciando campo libero a Rech, che “per sbaglio” (come ha dichiarato lui) vince sulla lista della Lega Nord e diventa presidente di quell’ente inutile e fallito che sono le Comunità di Valle. Il PUF capisce che bisogna puntare su di lui. Il giovane presidente, che ha come modello Renzi (Rech non mancherà al Big Bang del 2012), si impegna a tutto campo, come dimostra il suo imperdibile Blog, spalleggiato da due big provinciali: Dellai e ovviamente Olivi.

Il lavoro di Rech è così intenso, che nel 2013, per rilanciare il turismo degli altipiani, Remo Cappelletti, ancora presidente dell’indebitata e disastrosa Carosello Ski, fa nominare il rampollo amministratore delegato dell’APT degli Altipiani Cimbri. Probabilmente il nostro giovane aveva capito per tempo che le Comunità di Valle erano finite. Ancora una volta il lavoro di Rech in APT è intenso. Ma stranamente, all’inizio di quest’anno, all’APT arriva come direttrice Daniela Vecchiato (anche lei dalla Carosello Ski), per “superare l’inefficienza del sistema di governance” secondo le parole dello stesso Rech che aveva guidato la governance per due anni. Qualcuno poi dovrebbe spiegare la differenza tra amministratore delegato e direttore.

Rech rimane al suo posto: nei piani del PUF avrebbe dovuto farsi le ossa ancora per qualche anno. Accade però l’imprevedibile. Il sindaco di Folgaria Maurizio Toller, destinato a succedere a se stesso, litiga col PUF e rompe con Olivi e Cappelletti. I motivi della rottura sono misteriosi: i maligni dicono che Toller era stato troppo debole a difendere il Comune (ma soprattutto la Carosello e la Cassa Rurale), dai pretestuosi attacchi di certi giornalacci, leggi QT. Un articolo di giornale, un’inchiesta possono cambiare lo scenario politico? Fatto sta che dopo la nostra inchiesta che ha scoperchiato le pentole, a Folgaria si è acceso il dibattito. Se pensiamo che l’opposizione ufficiale doveva essere rappresentata dalla lista “Giovani energia” di Rech, capiamo come, quasi d’improvviso, i malumori repressi da anni comincino a generare un movimento che da anni non si era visto.

Toller viene scaricato da Olivi, che ora punta direttamente al fedelissimo Rech. Il PUF dunque deve fare i conti non solo col sindaco uscente, ma con varie alternative che porteranno alle candidature di Flavio Demozzi e di Walter Forrer. Quest’ultimo vede unirsi intorno alla sua candidatura a sindaco il PATT, esponenti della società civile e i gruppi ambientalisti.

Rech, presidente della Comunità di Valle, direttore dell’APT, con l’agenda stracarica di impegni, si lancia in questa nuova impresa, con tono battagliero: “Non accetto che per l’ennesima volta Folgaria, per mano di giornalisti irresponsabili, sia ancora una volta attaccata a sproposito”. Così scende in campo. Il PUF riesce a punire Toller: l’ex sindaco non arriva per pochi voti neppure al ballottaggio. Ma Rech raggiunge solo un preoccupante 25,1%. Bisogna correre ai ripari. Il PUF si scatena. Ma ormai una stagione è finita.

Venerdì 22 maggio, in chiusura della campagna, parlano sul palco del cinema in 3: Rech, Olivi e Dellai: il quadretto di un potere che crolla. Olivi dichiara di non essere mai stato il collegamento tra la Provincia e Folgaria. Dellai invece ha il coraggio di affermare che Folgaria, a partire dalla svolta di Rella, è stata un “laboratorio politico”, un “paradigma per il Trentino”. Andiamo bene!

Il terzetto ha invece lanciato la volata finale a Forrer che stravince oltre ogni aspettativa. Rech compie una vendetta postuma: toglie l’amicizia su Facebook a sostenitori, amici e parenti del gruppo avverso. A lui comunque auguriamo una lunga carriera, come quella dei suoi mentori Dellai e Olivi. Attento però Michael che il buon Alessandro ti ha già scaricato: infatti il vicepresidente della Provincia, in un’incredibile intervista all’Adige, ha rivendicato che in questi anni non ha mai interferito con gli amministratori locali. Occorre ritrovare una “rotta” andata persa. Il PUF non è morto. E ora cercherà di avvicinarsi a Forrer. L’architetto di Serrada sarà capace di non cedere alle sirene?