TAV trentina: trasparenza zero
I carotaggi in vista della linea veloce sono iniziati clandestinamente in quel di Marco di Rovereto. Ma i NO TAV vigilano...
All’inizio della settimana del 13 ottobre una trivella si è presentata ai bordi della Riserva Provinciale Naturale dei Lavini di Marco, a nord dell’abitato. È accompagnata da personale dell’Ufficio provinciale Biotopi e inizia una perforazione a fianco della vigna di proprietà di un coltivatore marcolino, senza esporre alcun cartello informativo sul cantiere. Giovedì hanno già finito, ai Lavini lasciano solo la traccia della terra smossa e spostano la trivella nell’abitato di Marco, lungo via Stazione, ad ovest della linea ferroviaria subito dopo il sottopassaggio, sempre senza esporre alcun cartello informativo.
Ma questa volta i NO-TAV di Marco si insospettiscono, chiedendo lumi a chi ci lavorava e al proprietario del terreno, che è la RFI, la Rete Ferroviaria Italiana. La ditta in azione risulta essere la Passardi di Pergine, al lavoro su incarico dell’Italferr, e le prime risposte confuse rafforzano i sospetti dei NO-TAV, che hanno subito pensato all’inizio dei carotaggi per la costruzione della nuova linea veloce. Ad una verifica sul territorio, infatti, sono saltate fuori anche tracce del picchettaggio di un altro sito a fianco dell’uscita verso nord dal CRM di Lizzana, e i tre siti - via Stazione, Lavini e CRM di Lizzana - sono tutti allineati lungo quello che dovrebbe essere il percorso della nuova linea TAV così come la concepiva il progetto (molto, molto preliminare) delle tratte d’accesso alla galleria del Brennero fatto predisporre dalla Provincia.
Quel tratto fra Lizzana (quartiere sud di Rovereto) e la frazione di Marco corrisponderebbe proprio alla localizzazione prevista per il portale sud della galleria di circonvallazione di Rovereto e l’affiancamento all’aperto con la linea storica presso le ultime case dell’abitato di Marco.
La voce corre immediatamente fra gli attivisti del movimento NO-TAV, che a Marco ha un forte nucleo, e fra gli abitanti della frazione, tutti quanti preoccupati di quello che può significare per il paese l’essere costeggiato a poche decine di metri dalle case dalla nuova linea veloce, con un transito annunciato di 300 treni veloci al giorno.
Immediata è l’organizzazione di un presidio di fronte al cantiere di via Stazione, per dar vita ad un osservatorio continuo - giorno e notte - sul procedere dei lavori, ed a quel punto i lavoratori della trivella lasciano il campo ai presidianti (la stessa trivella viene portata via dall’impresa lunedì 20), e iniziano invece le dichiarazioni politiche.
Il presidente della circoscrizione di Marco, Carlo Plotegher, parla di “atto di prevaricazione, in quanto sono iniziati dei lavori senza dare nessun avviso”, mentre l’assessore provinciale competente Mauro Gilmozzi nega che i lavori di Marco siano collegati alla TAV e parla di lavori per le barriere anti-rumore, ma si lascia scappare una informazione interessante: “Gli unici carotaggi per la TAV li abbiamo fatti a Mattarello” (L’Adige, 18 ottobre). Confermando quindi che la Provincia sta facendo fare dei carotaggi per la TAV, e se li ha già fatti senza che nessuno se ne accorgesse a Mattarello, dove la circonvallazione di Rovereto dovrebbe iniziare, perché non dovrebbe proseguirli anche a Lizzana e a Marco, dove la stessa termina uscendo all’aperto?
Il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi prima, a caldo, cade dalle nuvole ipotizzando lavori di manutenzione alla linea ferroviaria, poi invece giovedì 23, partecipando alla affollata assemblea di movimento che si tiene all’auditorium di Marco, mostra una lettera dell’Italferr al Comune di Rovereto che spiega l’effettivo obiettivo dei carotaggi: sondaggi per la TAV. Senonché la lettera è datata 17 ottobre, cioè dopo che il carotaggio ai Lavini era già stato concluso, la trivella spostata in via Stazione e “scoperta”, ed è arrivata al Comune addirittura il 20 ottobre, a trivella già spostata anche da via Stazione.
Il progetto che non c’è
Ma per chi lavora l’Italferr? Lo stesso 23 dell’assemblea serale a Marco, viene emesso il comunicato-stampa n.2689 della Provincia, nel quale l’Assessorato alle Infrastrutture (Gilmozzi) “rende noto che tali lavorazioni sono state inizialmente comunicate agli uffici della Provincia da parte di RFI come lavorazioni riferite a sondaggi geognostici finalizzati alla predisposizione di barriere fonoassorbenti. Agli stessi uffici, per altro, è successivamente giunta, lo scorso 20 ottobre 2014, una nota di Italferr con la quale viene specificato e chiarito che tali sondaggi sono funzionali alla progettazione preliminare della tratta ferroviaria Circonvallazione Trento-Rovereto”. Insomma, anche Gilmozzi, dopo aver svelato i carotaggi a Mattarello, nasconde la mano per quelli di Marco.
Sui progetti per la TAV attraverso le province di Trento e Bolzano si stendono fitte nebbie. L’idea della TAV notoriamente non è provinciale bensì nazionale, ma le Province di Trento e Bolzano hanno tentato di inserirsi nell’affare proponendo dei loro tracciati preferenziali quasi completamente in galleria (nella logica di limitare l’inquinamento acustico, creando comunque preoccupazioni per danni idrogeologici), però l’aumento di costi che deriverebbe dall’accettazione delle proposte trentine non è ancora stato accolto dallo Stato, che ha annunciato l’approvazione al CIPE del progetto per le tratte d’accesso attraverso la val d’Adige entro il 2014. Ufficialmente, quindi, allo stato attuale non c’è alcun progetto approvato (cioè nessun tracciato sicuro), e in questa situazione di messa a punto del progetto dovrebbero inserirsi anche i carotaggi di Marco e di Mattarello.
Comincia così anche in Trentino l’epoca della “trasparenza zero” sui lavori per la TAV.
Certo, con questa sortita il movimento NO-TAV trentino ha battuto il suo primo colpo (manifestazioni a parte), dimostrando una rapida capacità di mobilitazione, e scaricando le contraddizioni nel campo della politica locale.