Pinzolo commissariata
Il 27 ottobre è stata commissariata la Famiglia Cooperativa di Pinzolo, una delle più grosse (25 milioni di fatturato, oltre 100 dipendenti) e, si pensava, solide. L’ultimo presidente, Ornello Binelli, in venti mesi aveva creato, questi gli addebiti, tutta una serie di danni: fatto dimettere prima il direttore Carlo Gualdi, uno dei più validi, poi due consiglieri di amministrazione, aver pasticciato con i capannoni per l’ingrosso accumulando solo perdite. Insomma, autoritarismo tanto, managerialità poca, queste le accuse. Più in generale, a Binelli - ma non solo a lui - va fatta risalire una responsabilità strategica: aver tentato fino all’ultimo, con pressioni politiche e ricorsi in tribunale, di impedire l’apertura del supermercato concorrente di Poli a Spiazzo (vedi “Supermercato oppure poco mercato?” su QT del settembre 2011), una storia che dura da oltre tre anni e risoltasi con la sconfitta verticale della Coop di Pinzolo, che la concorrenza vorrebbe eliminarla con le carte bollate, non con la miglior qualità dell’offerta.
Insomma, è il Trentino dei santi in paradiso, che non si cura dell’efficienza ma dei rapporti politici, che inizia ad arrancare.
Un’ulteriore considerazione riguardo alla Vigilanza Cooperativa. Che evidentemente, in tempi di crisi, assume un ruolo più centrale. Però non capiamo come mai Binelli, per peccati che sembrano non devastanti, e la Famiglia di Pinzolo, realtà comunque solida, vengano commissariati, mentre invece l’ad Marco Zanoni e la Cantina LaVis, che ne hanno combinato e continuano a combinarne di cotte e di crude, con denunce e condanne in Tribunale, e presentano ogni anno bilanci con perdite multimilionarie, possono allegramente continuare a fare danni. Anzi, per loro addirittura si prospetta un premio di una decina di milioni, che bruceranno in pochi mesi.
Il discorso dei santi in paradiso, evidentemente, per alcuni è ancora valido. Sarà bene che non duri molto ancora.