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L’auto-regalo della Casta / 2

Apprendiamo dalla stampa che i consiglieri provinciali uscenti e quelli rieletti si sono trovati un dono, a loro avviso inaspettato, di 280.000 euro ciascuno. Un auto-regalo della casta autonomista che costa circa 13 milioni di euro alla collettività. Il tutto alla faccia della sbandierata riduzione dei compensi fatta nella scorsa legislatura e della destinazione di tagli (per circa 900 mila euro) risparmiati a favore del lavoro per i giovani.

Questo bonus erogato ai consiglieri dimostra come, al di là delle intenzioni dei singoli, il taglio delle indennità dei consiglieri non era che uno specchietto per le allodole atto a nascondere i veri privilegi di questa casta autonomista, pronta a fare barricate quando qualcuno contesta l’autonomia, ma che nell’agire quotidiano usa gli stessi comportamenti in essere nelle altre regioni a statuto ordinario.

Salvo la dichiarazione di un anonimo consigliere, che si è detto vergognoso del regalo inaspettato (anche se non ci risulta abbia però restituito o offerto i proventi di questo dono) la casta fa finta di niente e guarda da un’altra parte, convinta che, salvo qualche protesta, alla fine anche questa scandalosa elargizione cadrà nel dimenticatoio.

In concomitanza aumentano gli affitti ITEA, le tariffe dei servizi pubblici, i costi della sanità e dei prezzi, la disoccupazione giovanile supera il 25% e ogni mese centinaia di disoccupati vanno a ingrossare le liste di mobilità provinciale, mentre il trend delle aziende che licenziano e delocalizzano non si arresta, come aumenta il numero di imprese che chiedono di abbassare lo stipendio dei dipendenti e mentre cresce il numero delle famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, per i nostri consiglieri arriva un regalo (a loro insaputa) di 13 milioni di euro.

Questo atto, anche se previsto dai regolamenti, non è solo una vergogna, ma un’offesa nei confronti di chi lavora e a quanti il lavoro lo cercano ma non lo trovano e ai precari che lavorano con turni disagiati e salari da fame.

Nel denunciare questo ennesimo schiaffo che la casta provinciale ha assestato a noi cittadini, vogliamo ricordare quante cose la politica potrebbe fare con 13 milioni di euro.

Oggi l’Assessore Borgonovo Re fa sapere che la giunta provinciale è intervenuta con 2 milioni di euro per evitare l’aumento dei ticket. Nel dare atto di questo, non possiamo però esimerci dal denunciare che le politiche di riduzione della spesa sulla sanità continuano (60% di taglio al personale sanitario), e si traducono in minori servizi al paziente, mentre il taglio di 2 milioni sull’assistenza farmaceutica convenzionata si tradurrà in aumento dei costi dei medicinali a carico degli utenti, specialmente per i cittadini a basso reddito.

La sanità deve ritornare ad essere un diritto universale e totalmente a carico della fiscalità generale, senza balzelli. Il ticket è una tassazione inversamente progressiva e quindi in contrasto con la Costituzione e per questo chiediamo che questi 13 milioni (detratto il TFR calcolato come per i dipendenti) siano usati per rendere la sanità più efficiente e gratuita, eliminando gli odiosi ticket.

USB (Unione Sindacale di Base)
SBM (Sindacato di Base Multicategoriale) del Trentino

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