Il sindaco e la biblioteca
I nostri lettori conoscono bene la scandalosa vicenda della biblioteca universitaria, che si doveva fare in piazzale Sanseverino su prestigioso progetto dell’archistar Mario Botta e che è stata invece dirottata in una zona decentrata, il lembo sud dell’invenduto quartiere Le Albere, malamente riconvertendo un fantomatico Centro Congressi acquistato pochi mesi fa da Dellai, per venire incontro ai poteri forti trentini impelagati nella speculazione abortita in riva all’Adige. Un’operazione per cui l’università avrà una biblioteca più piccola, meno razionale, situata in un’area illogica, mentre la città perde sia il rapporto organico con l’Ateneo innervato nel centro storico, sia un edificio di pregio come sarebbe stato quello di Botta.
Se ne discute in Consiglio Comunale (responsabile, tra l’altro, di aver per anni cincischiato in Commissione Urbanistica sul progetto di Botta, fino a dare all’Università la sensazione che il Comune la biblioteca non la volesse). E il nostro ineffabile sindaco Andreatta, che con la rettrice e l’allora governatore Pacher aveva concordato lo sciagurato trasferimento, che dice?
Si chiama fuori: “La decisione dell’Università è legittima”. Non sua, che per anni ha menato il can per l’aia, non della Provincia, che di fatto ha messo la rettrice con le spalle al muro (o andate alle Albere o niente), ma “dell’università”, cui però, gentile concessione, concede di aver preso “una decisione legittima”.
“Di concerto con la Provincia - prosegue poi, come se lui non fosse stato presente - il rettorato ha optato per l’edificio in corso di realizzazione nella zona sud dell’ex-Michelin, acquistato da piazza Dante come Centro Congressi”. Dopo di che, un’ulteriore perla: “I lavori di costruzione del Centro verranno fermati a breve per permettere la riprogettazione dell’edificio, rendendolo atto a ospitare la biblioteca”.
Andreatta forse non si rende conto dell’enormità di quanto dice: “I lavori verranno fermati a breve” significa che stanno continuando! Le Albere (leggi Isa, Itas, i soliti poteri finanziari che fanno il bello e il cattivo tempo con i soldi pubblici) continua a costruire il Centro Congressi, per addebitarne i costi e poi addebitare anche rimozioni, abbattimenti, riconversioni! Con il benestare della Provincia e del Comune, che sugli anziani risparmiano, ma sui soldi a Isa no.