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Dopo la truffa la beffa

Luca Rizzoli

Scrivo questa lettera per rendere noto a tutti un disservizio che fa capo a Poste Italiane e di cui sono vittima, come purtroppo tanti cittadini colpevoli solo di essersi affidati a questo servizio impegnando i loro soldi, certi che una grande azienda come Poste Italiane fosse sinonimo di buon servizio e garanzia contro truffatori e speculatori. Ahimè, così non è!

Chiunque potrà rendersene conto consultando il servizio Internet dove una sequela infinita di reclami per prelievi fraudolenti su Postepay sono rimasti inevasi e tutti questi incolpevoli cittadini si sono visti sbeffeggiati, e prosciugati dei loro soldi. Non c’è Polizia postale, non alcuna garanzia, si è esposti a qualunque operazione truffaldina e di questo nessuno risponde. Pur avendo a disposizione dati inconfutabili sugli autori dei prelievi fraudolenti, questa grande azienda se ne frega, e questo mi lascia assai perplesso anche sul fatto che sia possibile concedere legalmente un servizio così importante e reclamizzato quale il Postepay che attira migliaia di clienti i quali ne usufruiscono, come succede a me anche per pagamenti di biglietti aerei e tante altre operazioni, senza che il titolare di questo servizio sia obbligato a fornire garanzie per gli utenti. Sono stato fregato, ed ho i tabulati che attestano tutti i prelievi fraudolenti, ma a fronte di un furto di 1.268 euro, Poste Italiane mi ha rimborsato euro 38 (rimborso per estinzione carta Postepay).

Ora mi rivolgerò al concordato bancario e anche ad un avvocato ed auspico - come fatto presente da tanti che hanno subito questa fregatura - l’avvio di una class-action per addivenire al giusto risarcimento. È una vergogna che in questa nostra Italia una grande azienda nazionale possa impunemente comportarsi in questo modo verso i propri clienti, ed auspico un risveglio delle autorità competenti perché questo disservizio che porta tanti soldi nelle tasche di truffatori impuniti possa avere una positiva conclusione.

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