A Roma, a fare che?
I soldi dell’Autonomia comparati a quelli della Lombardia. Un tema vitale, che proponiamo ai nostri candidati
Gi eletti al Parlamento dal Trentino sono in genere destinati a fare i peones, a schiacciare pulsanti su ordine dei capogruppo. E anche per i candidati dell’attuale tornata elettorale, tranne per Lorenzo Dellai e Giorgio Tonini che un ruolo nazionale se lo sono già conquistato, premere bottoni sarà il compito principale. Principale ma non esclusivo: potranno comunque portare un contributo al dibattito, illustrare le esigenze e soprattutto la realtà (spesso mistificata) del Trentino.
Per questo abbiamo deciso, rivolgendoci a 5 candidati tra i più significativi dei vari schieramenti, una domanda che riguardi al contempo le dotazioni finanziarie della Provincia e la percezione che di essa si ha nel resto d’Italia. Il tutto iscritto all’interno del dibattito politico di questi giorni.
L’argomento sono i soldi. Il prelievo fiscale che, dopo il recente accordo di Milano di Dellai con Tremonti, rimarrà al 90% in Trentino. In questi giorni la Lega, con gran rullo di tamburi, ha presentato un’analoga proposta: il 75% del gettito lombardo resti in Lombardia. Suscitando un coro di reazioni sdegnate, da parte di tutti gli altri partiti, da Roma, per non parlare del Sud. Ora, il 75%, con le attuali competenze della Lombardia (che non comprendono, tanto per cominciare, la scuola e l’università), assomiglia molto al 90% del Trentino con tutte le competenze dell’Autonomia. In questo quadro, come vanno comparate le due cose? E i nostri parlamentari, cosa andranno a dire, come si spenderanno a Roma su questo tema? Questo l’argomento proposto ai nostri interlocutori.
Giorgio Tonini (PD): Lega eversiva
“I rapporti tra la finanza locale e statale erano retti dal criterio della spesa storica, criterio che ricorda la giungla: chi ha più avuto più avrà; le spese storiche delle diverse regioni sostanzialmente dipendono dal patto tra politica e società degli anni ‘60-’70, con regioni ad alta spesa e alta pressione fiscale come quelle rosse, e a bassa spesa e bassa fiscalità come il Veneto. In questa giungla ha cercato di porre ordine il federalismo fiscale, sostituendo alla spesa storica il principio dei servizi standard: il cittadino ha diritto a uno zoccolo di servizi garantiti, ovunque abiti, e le amministrazioni devono erogare i servizi secondo i parametri riferiti alle esperienze più virtuose. Purtroppo la legge delega è stata approvata ma i decreti attuativi sono andati in crisi assieme al governo Berlusconi.
Ora siamo in una situazione di grande incertezza. La proposta della Lombardia è eversiva: la regione più grande e più forte si tiene i 3/4 del gettito, e sposta indietro il dibattito rispetto a quanto già accettato dalla Lega, per cui le grandi imposte, Irpef e Iva, dovrebbero rimanere nazionali, fatte salve le autonomie speciali. A questa situazione il Trentino e l’Alto Adige devono arrivare preparati. L’accordo di Bersani con la Svp è interessante perché definisce un sistema di garanzie per le autonomie speciali, pur essendo chiamate anche loro a contribuire al risanamento”.
Comunque è evidente, che se la Lombardia facesse come il Trentino la situazione diverrebbe insostenibile. E per quali ragioni il Trentino dovrebbe avere un trattamento diverso dalla Lombardia?
“Anzitutto noi accettiamo di contribuire, oltre il 90% allo sforzo di risanamento. Poi ci sono motivazioni storiche…”.
Beh, gli altri con la storia ci dicono di non marciarci…
“Appunto, dobbiamo stare attenti. Anche la Svp se ne rende conto e tenta di giocare in anticipo”.
Tornando ai conti: la richiesta leghista di tenersi in Lombardia il 75% prevede un aumento delle loro competenze?
“Non ne hanno parlato, la proposta è confusa, non è seria. Comunque non dubito che loro sarebbero contenti di avere più competenze, e le saprebbero anche gestire, il punto è che rifare i conti, calcolare le suddivisioni, sarebbe molto complesso, in sostanza non se ne discute. È solo uno slogan che strizza l’occhio agli spiriti separatisti lombardi; e al contempo è un atto di ostilità verso di noi. Dopo di che noi dobbiamo rinegoziare, cercando di salvare l’autonomia ed evitare una nuova fase di centralismo, verso cui ci sono delle spinte. Il governo Monti, nell’emergenza, ha agito come i pompieri che, per spegnere l’incendio, non rispettano certo il regolamento del condominio, inondano, sfondano le porte. Il nostro intento è ridisegnare le norme, lavorando d’anticipo fino a coinvolgere anche personalmente il probabile premier. Come abbiamo iniziato a fare fin dalla campagna elettorale”.
Riccardo Fraccaro (Movimento 5 Stelle): Modello siciliano
“Noi di 5 stelle del Trentino-Alto Adige abbiamo come punto fondamentale del programma l’autonomia fiscale integrale, sul modello della Sicilia. Oggi, i tributi sono raccolti da Roma e poi il 90% viene restituito al Trentino; la nostra proposta è di riscuotere direttamente i tributi qui e poi mandare a Roma la parte che serve per finanziare le spese restanti (giustizia, debito, ecc.), mantenendo una nostra più forte capacità decisionale sull’ allocazione delle risorse. E questo per noi andrebbe fatto in tutte le regioni, su modelli federali come quello tedesco o svizzero.
Quindi, andiamo oltre la proposta della Lega. Siamo per gli Stati Uniti d’Italia, una realtà che valorizzerebbe anche la frammentazione storica e culturale del Paese, fatta esportando nostre buone pratiche. Naturalmente creando dei meccanismi di solidarietà responsabilizzante verso le regioni più svantaggiate. Nulla di inventato, sistemi allo studio da tanti anni e di cui anche Dellai aveva parlato l’anno scorso. Ora ovviamente non ne parla più, perché si è alleato con Monti, in un partito centralista.
E noi siamo anche gli unici ad arrivare alle elezioni senza allearsi con partiti centralisti. Non la Lega che è col PDL, non Dellai con Monti, non il PATT con il PD, tutti partiti che hanno già proposto nella scorsa legislatura delle modifiche al titolo V che penalizzano le autonomie. Siamo quindi gli unici che possono davvero portare avanti questi equilibri”.
Ezio Casagranda (Lista Ingroia): Le ragioni dell’autogoverno
“L’Autonomia si difende su due fronti. Il primo è sicuramente a Roma, dove andremo a negoziare e difendere il 90% del prelievo fiscale, perché è una cifra che serve. Ma le nostre ragioni si difendono soprattutto sul territorio, e chi ha governato il Trentino fino ad ora non ha fatto nulla perché l’Autonomia fosse meritata. Bisogna insistere molto di più sulla capacità di autogoverno, che vuol dire partecipazione e valorizzazione del territorio. Nel nostro caso dovremo lavorare anche in Parlamento per un’economia che valorizzi la montagna, che non la faccia abbandonare. E farlo a beneficio di tutto l’arco alpino, non del solo Trentino.
Nel mio caso, insisterò soprattutto sul portare la democrazia nei luoghi di lavoro, partendo dal ripristino dell’Articolo 18 e l’eliminazione dell’Art 8 della riforma di Sacconi .
In ogni caso, bisogna lavorare perché l’autonomia non sia un privilegio. È il caso degli ammortizzatori sociali, area nella quale l’Autonomia è un bene, ma dove non è giusto creare una disparità così grande tra il Trentino ed il resto d’Italia. Per quanto riguarda la proposta di trattenere in Lombardia il 75% delle tasse, non ce ne preoccupiamo. La osteggiamo in quanto puramente demagogica, venendo dalla Lega. A che serve trattenere le risorse economiche se si privatizzano sanità e beni comuni?”
Sergio Divina (Lega Nord): O 75% o scontro istituzionale
“Con la crisi avremo una parte di paese che avrà bisogno di sostegno. Se lo Stato non accettasse il 75% alla Lombardia vorrebbe dire che il Paese intero non vuol tentare la via della sopravvivenza e allora inizierebbe un braccio di ferro, uno scontro istituzionale, con la parte d’Italia governata dalla Lega, la macroregione dal Piemonte al Veneto, penserebbe a salvare se stessa”.
La mettete giù dura, o 75% o scontro frontale...
“Questa è la fine del discorso. Il punto è che il meridione non può ancora sperare nell’assistenzialismo, deve dire “anche noi vogliamo sostenerci da soli”. Noi puntiamo a questo percorso virtuoso. In tale contesto il Trentino è attaccato a 360°; dal momento in cui tu hai molto di più di tutti gli altri, hai voglia a raccontare di tradizioni storiche! Noi appariamo come dei privilegiati”:
Anche con il 90% dell’Accordo di Milano?
“Non so se è un privilegio, dipende dall’ottica con cui si guarda: limitato a noi, potrebbe anche essere un approdo corretto, se lo vediamo in un’ottica storica, all’interno di un grande accordo internazionale".
Ma gli altri territori accettano questo discorso?
“Hanno sempre più fame, e le giustificazioni storiche vengono poco comprese. Quello che ci serve è meno tensione verso l’esterno, già attuata con i finanziamenti ai Comuni di confine. Dopo di che la macroregione, con il 75%, fungerà da ammortizzatore nei nostri confronti; la differenza tra il loro 75% e il nostro 90% con più competenze sarà molto minore, e il Trentino sarà molto meno sotto attacco.”
Lorenzo Dellai (Lista Monti): ?
Abbiamo chiamato Dellai sul suo cellulare, trovandolo occupato. Ci ha rintracciati lui mezz’ora dopo: “Sono Dellai, mi avete cercato, con chi parlo?”
Questotrentino. Scusi, ma stiamo intervistando Divina sull’altra linea, possiamo sentirci tra un quarto d’ora?
“Fate pure con comodo”.
Abbiamo richiamato, una, tre, cinque volte. Il telefono o era occupato oppure veniva riagganciato dopo un secondo. Abbiamo inviato un messaggio, specificando anche il tema dell’intervista. Abbiamo richiamato ancora, sempre con lo stesso esito. Pure il giorno dopo: un secondo di connessione, poi il telefono agganciato.
“Chiamiamolo da un altro numero” - ha suggerito qualcuno.
Ma no...