Le avventure del Principe Achmed
L’esotico elegante
Lotte Reininger, la regista de “Le avventure del Principe Achmed”, film muto del 1926 trasmesso quest’anno nell’ambito del Festival Mozart di Rovereto, è famosa per essere una delle principali e delle prime cineaste mozartiane, grazie alla realizzazione di alcuni pionieristici cortometraggi sulle opere dell’autore. La pellicola in questione, ispirata invece ai racconti de “Le Mille e una Notte”, si colloca comunque lungo il fil rouge del festival, quest’anno dedicato all’esotico mozartiano ed è in assoluto il primo lungometraggio di animazione, realizzato con la tecnica delle silhouette, di cui la Reininger è sempre stata appassionata, che si muovono su uno sfondo traslucido di colori cangianti. L’avvento del sonoro all’epoca non si era ancora realizzato e, nella più rigorosa prassi storica, si è voluto quindi accompagnare con musica dal vivo la proiezione. Sottili corrispondenze legano le immagini all’accompagnamento sonoro, realizzato dal pianoforte (con qualche piccolo strumento percussivo caratterizzante, come cimbali e gong) di Francesca Aste, esecutrice e autrice delle musiche: c’è l’impressionismo debussyano dell’epoca, ricco di orientalismi e cineserie che tanto avevano affascinato la cultura musicale di primo Novecento, fatto di linee sinuose ed eleganti, così liberty, come quelle delle elegantissime silhouette della Reininger; c’è la sonorità dell’orchestrina gamelan giavanese, un po’ di habanera e c’è anche spazio per una doverosa citazione mozartiana, che fa ballare le figurine al ritmo di una Marcia alla turca un po’ stralunata.
Un artigianato visivo e sonoro prezioso e sapiente.