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L’ultima estate di Durnwalder

Dopo una lunga attesa, finalmente la decisione: non si ricandida

Al settantesimo compleanno, ricevendo tributi come un signorotto dell’antico Tirolo, sfogliava la margherita: mi candido, non mi candido. In primavera, al congresso del partito, era arrivato acciaccato, dopo mesi di attacchi da parte del Dolomiten, la crisi della Sel e il gelo del governo Monti verso le autonomie. Gli aspiranti alla successione hanno quindi rinunciato a mettersi in corsa, in attesa di una decisione.

Il 7 giugno la Svp ha organizzato una tavola rotonda, per riflettere sul ventennale dalla consegna della quietanza liberatoria, con cui si chiuse il “pacchetto”, e i 40 anni dall’entrata in vigore del nuovo Statuto. Anche se sullo Statuto di Autonomia si basa la convivenza di tutti, neppure in questa occasione italiani e ladini sono stati ritenuti degni di partecipare. Comunque la Svp aveva bisogno di chiarirsi le idee: in attesa che il tormentone del “mi candido-non mi candido” avesse fine, ne sono uscite di tutti i colori. L’assessore Widmann vuole “riscattare” il Sudtirolo dall’Italia per 12 miliardi di euro; il segretario del partito, Theiner, propone l’autonomia “integrale”; e il deputato dell’ala destra Zeller non ha nascosto di preferire lo “stato libero”, concetti difficili da condividere se non al bar, perché rimasti finora inspiegati.

Durnwalder, che nel 2002 cercò di boicottare il convegno organizzato in occasione del decennale, ha assunto una posizione moderata, ammettendo che è stato importante aver assicurato l’autonomia sudtirolese con la quietanza liberatoria, e definendo il 1992 come un anno di “chiusura e nuovo inizio”.

Ha forse cercato di dare un’immagine meno ruvida del solipsismo Svp ai due illustri ospiti, quel gran signore di Ludwig Steiner, ambasciatore e politico austriaco antinazista, da sempre al fianco del Sudtirolo, ma capace anche di dire verità scomode, e l’ex senatore Roland Riz, costituzionalista di spessore e protagonista della chiusura della vertenza. Sulle “visioni” dei colleghi di partito si è limitato a definire “Schnapsidee” (cavolata) quella del riscatto. La risposta, “no non mi candido”, è arrivata durante la tradizionale conferenza stampa di ferragosto nella villa di Falzes, speck, vino e domande, gentili, come si usa quando si è invitati.

Solo il Tageszeitung di Arnold Tribus le domande, secche, le aveva già spedite all’interessato. Anzitutto quella decisiva: si candida o no alle prossime provinciali? E poi: lei non ha delle responsabilità nello scandalo della Sel? I nostri ospedali saranno ridotti alla situazione di quelli di Bari o Napoli? Chi è il suo candidato preferito? E ancora: dopo gli enormi investimenti nel settore energetico, quando l’energia elettrica in Sudirolo diventerà meno cara per i cittadini? La Svp continuerà a mantenere zigzagante il suo rapporto con Roma, un po’ a sinistra, poi blockfrei, e ora dura contro Monti? Il Sudtirolo diventerà un paese con tanti poveri e pochi ricchi, visto che la Svp si è rifiutata di ridurre l’addizionale Irpef e continua invece a foraggiare l’aeroporto? Cosa farà il Sudtirolo, se l’Italia andrà in default?

Il presidente ha molte ragioni per lasciare. Abituato a gestire i decenni d’oro dell’autonomia, coi bilanci in crescita, di fronte ai tagli appare impotente. Non reagisce agli attacchi all’autonomia dimostrandone i lati di buon governo ed eliminando sprechi ed errori, neppure di fronte alla minaccia di un crollo dello stato sociale, ma solo rivendica il diritto a essere lui a decidere come fare i tagli. E continua a sbagliare. In estate ha dato altri 25 milioni all’aeroporto (insostenibile ma “strategico”), sostiene contro le obiezioni austriache il tunnel ferroviario ad alta velocità e i privilegi fiscali dei “contadini delle Mercedes”; taglia sanità e scuola; non attiva la legislazione provinciale sui controlli fiscali; mentre continua la pratica delle costose consulenze per aggirare le obiezioni dei funzionari onesti. L’infedeltà fiscale è diffusa e tollerata.

L’Austria, impegnata a difendere le proprie triple “A”, appoggia il Sudtirolo, ma si chiede il perché della disonestà fiscale dei fratelli del sud. In Europa chi evade fa pagare gli altri. Durnwalder chiede l’appoggio dei trentini (però ad Alpbach ha definito l’euroregione “alternativa allo spirito europeo in crisi”, invece che strumento per una sua concretizzazione), ma non gli interessa quello dei suoi concittadini di lingua italiana, demotivati e impauriti dall’esclusione e dall’inadeguatezza della loro rappresentanza. Durnwalder che lo aveva promesso, ha esercitato troppo poco il suo ruolo di “presidente di tutti”, lasciando liberi di prepotenze e arbitri i suoi colleghi di giunta italiani che governano alla sua ombra cifre enormi. L’ha fatto di recente per garantire il finanziamento pubblico all’associazione “La Comune”, che da decenni è protagonista per lo spettacolo e la cultura di qualità, ma era un caso estremo.

Nella Svp in maggio ci saranno le primarie. Dopo tanti anni di “ci pensa Luis”, pochi si augurano un nuovo uomo o donna “forte”. I meccanismi della democrazia autonomista verranno messi alla prova, per scegliere i nuovi politici e per costruire proposte di lungo respiro. A fine agosto intanto, sono arrivati i Pirati.