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QT n. 2, febbraio 2012 Trentagiorni

AGS di Riva: l’Ad si auto-assume come dirigente!

La Alto Garda Servizi SpA (AGS) è un’azienda partecipata da una quarantina di comuni e altre società miste, con sede a Riva del Garda, e svolge attività di produzione di energia elettrica, calore, distribuzione e vendita di elettricità, gas e teleriscaldamento, gestione del ciclo idrico relativamente a impianti e acquedotti, reti di distribuzione e fognatura, gestione dell’illuminazione pubblica. Nel 2009 l’AGS assume come dirigente responsabile della funzione di Pianificazione e Sviluppo l’Amministratore delegato (Ad) della stessa società, con un contratto a tempo indeterminato. Mediante tale contratto l’Ad viene inquadrato nella categoria dirigente e come tale opera alle dirette dipendenze del Consiglio di Amministrazione (CdA), di cui è membro, in quanto Ad della società. La AGS gli riconosce, in quanto dirigente, una retribuzione annuale di 79.800 euro (che si somma al già lauto compenso che la società gli eroga per la carica di Ad), più alcuni benefit ad uso personale di non poca entità: autovettura aziendale da 48.000 euro, cellulare, computer portatile. Benefits di cui già gode come Ad della AGS e dei quali continuerà a disporre anche quando cesserà la sua carica da Ad, avendo stipulato il contratto da dirigente a tempo indeterminato.

In più, viene previsto che, qualora venga meno l’incarico di amministratore delegato (e quindi cesserà l’indennità) la retribuzione dovrà essere rideterminata e parificata a quella del Direttore Generale dell’azienda. Allora è naturale chiedere: è opportuno che un CdA assuma un proprio membro (per di più amministratore delegato) come dirigente dell’azienda che amministra? Praticamente l’Ad assume di fatto se stesso, attribuendosi un contratto a tempo determinato con un’elevata retribuzione (79.800 euro) che si somma al già generoso compenso che percepisce come Ad. L’amministratore è alle dipendenze di se stesso, il controllore e il controllato sono la medesima figura. Pare quindi un caso di conflitto di interessi se non di incompatibilità.

Interrogata dal consigliere provinciale Firmani (IDV), la Provincia risponde che la questione non è di loro competenza: la società non è a partecipazione provinciale, l’azionista di maggioranza è il Comune di Riva.

La notizia è apparsa su i quotidiani locali, ma nessuno ha risposto. Silenzio assoluto. Nessun rilievo penale, sia ben chiaro, ma a livello etico- politico? E contrattuale? Nulla da dire nemmeno da parte dei sindacati? Nessun trentino di buona volontà ha nulla da eccepire in merito a questa vicenda?

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Commenti (2)

Elena B. Beltrami

Carissimo Angelo,
grazie per la tua risposta, la cosa sconvolgente di quella vicenda è che, come ho riferito nel mio pezzo, nessuno, ne a Riva del Garda, ne a Trento, ne in Trentino, si scandalizza, o si indigna.
Nessuno ha proferito parola, non lo hanno fatto i sindacati, i vertici comunali, provinciali. Putroppo questo è il dato inquietante! La società civile individualista, o distratta, o assuefatta tace, come dobbiamo interpretare tutto questo? Chi tace acconsente?

Angelo

Bell'esempio di democrazia Riva del Garda e Mosca uguali sono.
Poveri italiani con la coda di paglia.
Angelo
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