Natalità: forse si risale
I Paesi ricchi, si sa, stanno invecchiando: aumenta la durata della vita e diminuiscono i neonati, fino al punto di non poter garantire il necessario ricambio. E in questa graduatoria l'Italia detiene il primato nel mondo: il quoziente di natalità, cioè il rapporto fra neonati e popolazione, nel nostro Paese è infatti crollato dal 30 per mille dei primi decenni del secolo al 10 per mille di oggi (vedi anche il grafico); con punte negative attorno al 7 in Liguria, Friuli ed Emilia.
I nostri vicini europei, che pure hanno seguito la stessa tendenza, stanno comunque un po' meglio di noi: in Germania sono all'll per mille, in Svizzera al 12, in Francia, Inghilterra e Olanda al 13. A contenderci il record, rimane la Spagna.
Il fondo lo si è forse toccato nel '93, con un 9.7 per mille, dopo di che si è avuta una lievissima ripresa che ha portato, l'anno scorso, a superare nuovamente la soglia del 10 per mille, con un 10.3.
Sono dati confortanti, ma ancora insufficienti per dire che siamo di fronte a una ripresa duratura della natalità; anche perché si è dimostrato che certe previsioni, pur fondate su dati attendibili, a volte falliscono. Ad esempio, in base a due considerazioni ineccepibili (che il 1964 era stato un anno di crollo della natalità e che l'età media della madre al momento del parto è di circa 30 anni), si era pensato che a partire dal '94 il calo delle nascite si sarebbe accentuato; e invece è accaduto esattamente il contrario.
Per capire meglio i termini della questione è forse il caso di vedere anche il dato relativo al tasso di fecondità, ossia il numero di figli partoriti mediamente in età fertile (15-49 anni). Tale percentuale, in Italia, è attorno all'1.2%, molto meno dunque di quel 2% sopra il quale è garantito l'equilibrio demografico. Se nonostante tutto questo, le ultime statistiche dicono che la popolazione italiana è in lievissimo aumento, la cosa è evidentemente da attribuire all'apporto dell'immigrazione.
Per quanto riguarda la nostra provincia, essa si colloca più o meno nella media nazionale, anche per quanto riguarda l'aumento della natalità negli ultimissimi anni: nel 1997 sono nati in Trentino 4.645 bambini, una cifra che non si verificava da vent'anni, 1'8% dei quali figli di cittadini stranieri.
In conclusione, ecco alcuni dati forniti dal continuo lavoro di monitoraggio del fenomeno che si compie in Trentino: le zone della nostra provincia dove percentualmente nascono più bambini sono le valli di Passa e di Sole, mentre il record della denatalità appartiene a Riva del Garda.
Significativi infine, anche se prevedibili, i "ritratti" delle madri, che affrontano il parto sempre più tardi: quelle fra i 20 e i 25 anni, che vent'anni fa erano un quarto del totale, oggi sono un decimo; e viceversa quelle tra i 30 e i 34 anni sono passate dal 25% al 35%.