Cremazione, non è peccato
La Associazione Tridentina per la Cremazione è nata nel 1989, aggiungendosi ad altre associazioni da tempo presenti in molte città d'Italia con la stessa sigla (So.Crem.) e il cui scopo è quello di sensibilizzare la popolazione nei confronti di una pratica ritenuta più rispettosa del defunto (ma questa, ovviamente, è un'opinione contestabile) e dell'ambiente. Dai 50 iscritti degli esordi, la So.Crem. è arrivata a contarne, a fine '97, quasi 3.000 e l'avvio delle pratiche per la costruzione di un forno crematorio nel capoluogo ha ulteriormente incrementato le iscrizioni: 140 nuovi soci - ci dice la presidente Maria Luisa Manunta - solo nell'ultimo mese e mezzo.
Gli iscritti hanno un'età media attorno ai 50 anni e appartengono un po' a tutte le classi sociali, ma particolarmente numerosa è la schiera dei necrofori, evidentemente indotti da quanto vedono quotidianamente a scegliere per sé un futuro diverso da quello dell'inumazione. Indicativa anche la presenza nella So.Crem. di alcuni sacerdoti: se infatti la cremazione era un tempo una scelta dichiaratamente laica, con cui si intendeva negare la resurrezione dei corpi, da parecchi anni le cose sono cambiate: da quando nel 1963 papa Paolo VI stabilì la liceità, per un cattolico, di questa pratica, a meno che non fosse adottata in esplicita polemica con la Chiesa cattolica.
Caduta, almeno in larga misura, la motivazione ideologica, perché oggi una persona decide di farsi cremare?
"Le motivazioni sono diverse. C'è l'antico timore di essere sepolti vìvi; c'è la motivazione ecologica di chi non vuole ridursi a fonte di inquinamento e pensa che si debba lasciare spazio ai vivi; ci sono ragioni di risparmio. Molti infine si iscrìvono dopo aver vissuto la riesumazione di un parente, magari con la prospettiva di dover ripetere l'esperienza perché la salma non era ancora 'pronta': anche se uno materialmente non assiste all'operazione, si tratta comunque di una brutta esperienza, perché ci si ritrova ributtati indietro mentalmente al tempo del decesso. Ma ultimamente si va diffondendo anche una motivazione religiosa: scegliere la cremazione significa infatti riconoscere che una persona è anzitutto spirito ".
Ma adesso che il forno crematorio sembra in arrivo e la pratica della cremazione si va diffondendo, perché uno dovrebbe iscriversi alla vostra associazione?
"L'iscrizione testimonia in modo ufficiale (siamo un ente giuridico) la volontà del defunto. Altrimenti uno rischia che gli eredi stravolgano le proprie volontà. Sono cose che succedono, soprattutto nei paesi: si crede di andar contro i dettami religiosi o di fare comunque qualcosa dì trasgressivo ( 'Cossa dirala la zént? '). Ci è perfino capitato di ricevere una lettera in cui un nostro socio ritirava la sua adesione alla So.Crem.: niente dì male, solo che la lettera era stata scritta e firmata dopo la sua morte. Dalla moglie."